Nuoto, Mondiali Gwangju 2019. Le possibili rivelazioni dell’Italia: da Benedetta Pilato a Federico Burdisso, ecco i giovani d’assalto
I giovani azzurri vogliono diventare grandi in fretta, a partire da Gwangju, dopo l’edizione ricca di soddisfazioni degli scorsi Europei a Glasgow con tante finali e qualche medaglia inattesa. La sorpresa più grande potrebbe arrivare proprio dalla più giovane atleta chiamata da Butini a rappresentare l’Italia nel nuoto: la neo-campionessa europea juniores Benedetta Pilato. In sei mesi la quattordicenne tarantina è passata da giovane promettente a primatista italiana dei 50 rana, issandosi al terzo posto nelle classifiche mondiali stagionali e va a Gwangju per prendersi un posto fra le migliori otto al mondo e, chissà, giocarsi anche qualcosa di più importante che, a meno di controprestazioni inimmaginabili, non può essere più di un bronzo, visto che in vasca ci sono le “inarrivabili” King ed Efimova ma già parlare di questi fenomeni affiancandoli a Benedetta Pilato è qualcosa di assolutamente inimmaginabile anche solo tre mesi fa.
Pilato deve scendere in vasca con la mente libera, senza pressioni: tutto quello che verrà sarà positivo perchè ci potrebbe anche stare un pegno da pagare alla prima manifestazione internazionale di portata assoluta. Certo, dovesse ripetersi sui livelli del Sette Colli, ma anche quelli di Kazan agli Europei juniores, potrebbe davvero inserirsi nella lotta per le posizioni che contano della graduatoria.
Parlando di giovanissimi non si può tralasciare il bronzo degli Europei dello scorso anno nei 200 farfalla Federico Burdisso che ci riprova anche in questa stagione di portata mondiale e inizia la sua particolare rincorsa alle Olimpiadi di Tokyo con una corsa parallela che lo ha visto impegnato fino a giugno negli esami di maturità a Mount Kelly in Inghilterra dove ha frequentato la scuola superiore e lo vedrà trasferirsi negli Stati Uniti, in un college a Chicago, da gennaio. Il tutto non sembra intaccare la voglia di allenarsi e la determinazione dell’atleta del Tiro a Volo che magari quest’anno potrebbe pagare un rallentamento dei ritmi di allenamento in concomitanza con la Maturità ma Burdisso è atleta coriaceo, lo ha sempre dimostrato nelle ultime due stagioni, andandosi a prendere quello che voleva nei 200 farfalla. Quello che vuole e può ottenere è una finale iridata, che potrebbe accontentarlo, per il momento.
Tra gli atleti che potrebbero dire la loro in chiave finale c’è anche Thomas Ceccon da cui non si sa mai cosa potersi aspettare. Le potenzialità ci sono e le ha mostrate chiaramente in un Europeo Juniores dove è salito sul podio in quasi tutte le gare a cui ha partecipato (e non erano poche), confermando di essere tra i talenti più cristallini del panorama mondiale giovanile. Bisognerà vedere cosa Ceccon ha speso a Kazan e cosa potrà ancora dare in un Mondiale dove il livello, soprattutto nel dorso, è elevatissimo. Per lui si tratta del primo, vero banco di prova iridato, visto che finora le sue esperienze sono state soprattutto europee e la speranza è che sappia incanalare nel modo giusto le qualità fisiche e agonistiche che possiede, cosa che non sempre gli è riuscita in passato.
Ci sono due altri due atleti azzurri che forse non rientrano tra i super favoriti ma potrebbero dire la loro nelle rispettive gare: uno è Marco De Tullio, approdato da meno di un anno alla corte di Stefano Morini che lo aveva già adocchiato da tempo. De Tullio si è rivelato prima a livello giovanile e poi agli assoluti primaverili di Riccione strappando il pass per il Mondiale. Sarà al via dei 400 stile libero e strappare un pass per la finale sarà quasi impossibile ma ha le carte in regola per essere lì a giocarsela con i migliori e un miglioramento cronometrico nell’occasione fin qui più importante della carriera sarebbe già un grande segnale per il futuro.
Uscendo dal mood giovanile, l’ultimo nome da fare se si parla di sorprese potrebbe essere quelli di Filippo Megli, specialista dei 200 stile libero. L’ultimo anno per lui è stato quello della svolta. Dal flop di Ciopenhagen 2017, alla crescita di Glasgow 2018, eccolo al via di Gwangju 2019 con un compito importante: andare più avanti possibile nella gara individuale e magari riportare l’azzurro in una finale iridata dopo qualche tempo e guidare la staffetta 4×200 alla conquista di una finale tutt’altro che scontata ma che, dopo il bronzo europeo dello scorso anno e con l’inserimento di Gabriele Detti, potrebbe davvero stupire tutti.
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