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Июль
2019

All’inseguimento di Salvini

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Sia chiaro, noi non daremo tregua a Salvini finché lui o Conte non verranno in Parlamento a riferire nella sede propria la loro versione“.
Nicola Zingaretti va diritto al problema: un ministro che rifiuta di rendere conto ai rappresentanti del popolo, che evita le istituzioni democratiche, che non risponde su fatti gravissimi. Nell’intervista di Stefano Capellini al segretario dem, pubblicata su Repubblica, si torna più volte su questo punto: “Salvini – spiega Zingaretti – ha anche negato di aver fatto invitare Savoini nelle delegazioni ufficiali ma è stato smentito da Palazzo Chigi. Davvero credono che si possa discutere in Parlamento un decreto sicurezza promosso da un ministro che dice bugie?“.

Prosegue il segretario PD:

Non ha avuto nemmeno il buon gusto di dire che, soldi o no, Savoini in quel nastro dice cose gravissime. La strategia di Salvini è sempre la fuga. Da bravo illusionista ogni volta droga il dibattito pubblico con dibattiti surreali – le ong, i mini-bot, i rom -rimuovendo i problemi veri sul tappeto. Ma stavolta non funzionerà e sa perché?
Perché?
Non so se il governo cadrà per il Russia-gate. Ma so che Di Maio e Salvini devono andare a casa perché hanno fallito e tradito gli italiani. Il governo è sorretto da una maggioranza numerica unita solo dalla paura di lasciare il potere. Per il resto nulla. Non dico una visione comune, ma nemmeno un programma. Ormai si litiga su tutto: fisco, sicurezza, autonomia e regionalismo, cantieri. I due vicepremier dopo aver negato per settimane l`esigenza di una manovra correttiva per evitare la procedura d`infrazione, erano assenti dalla riunione del Cdm che l`ha varata. Avevano paura di ammettere che i conti sono saltati e la crescita si è fermata. C`è un rischio molto concreto che la contropartita per evitare l`aumento dell`Iva possa essere un massacro dei servizi pubblici essenziali con netti tagli alla scuola e alla sanità”.

Fughe e silenzi

La scelta che sembra accomunare Savoini sul versante giudiziario e Salvini su quello politico, sembra essere quella del silenzio.
Gianluca Savoini, infatti, ieri ha scelto di non rispondere, di fronte all’accusa di corruzione internazionale rivoltagli dalla Procura di Milano. Ricordiamo che il leghista presidente dell’associazione LombardiaRussia con sede nel quartier generale del Carroccio di via Bellerio, è indagato nell’inchiesta con al centro una registrazione di poco più di un’ora su una presunta trattativa all’hotel Metropol di Mosca per far arrivare nelle casse della Lega 65 milioni di dollari, attraverso una compravendita di petrolio a prezzo scontato.

Sconto, stando all’audio, che doveva servire anche a girare una parte del denaro a funzionari russi. Un’indagine, entrata nella fase calda di interrogatori e audizioni, che sta mettendo in difficoltà la Lega di Matteo Salvini e di conseguenza il Governo, e su cui la Procura di Milano vuole mantenere un riserbo assoluto.

L’interrogatorio di Savoini – in una caserma della Guardia di Finanza, lontano dal Tribunale – è così durato giusto il tempo di verbalizzare col legale Lara Pellegrini la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Nuovi interrogatori, l’inchiesta sul Russiagate va avanti

Nel frattempo, anche sulla base di rivelazioni sui media, sembra destinata ad allungarsi la lista delle persone da ascoltare nell’inchiesta del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dei pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf.

Dopo Savoini pare atteso davanti ai pm anche Gianluca Meranda, avvocato con simpatie per il Carroccio che dice di aver incontrato in occasioni pubbliche Salvini e che nei giorni scorsi, con una lettera a Repubblica, ha rivelato di essere il “banchiere Luca“, ossia uno dei due italiani che erano con Savoini di fronte ai russi.

Tra le persone da sentire probabilmente anche Claudio D’Amico, “consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale” di Salvini. D’Amico che, come spiegato da Palazzo Chigi, tramite “l’Ufficio di vicepresidenza” avrebbe “sollecitato” l’invito di Savoini al Forum Italia-Russia.

Salvini evita il Parlamento

Anche la strategia di Matteo Salvini è quella di non rispondere. Il Pd lo vuole in Aula a riferire sulla vicenda e i parlamentari dem hanno già avviato tutte le procedure formali affinché il ministro dell’Interno si presenti in Parlamento.

In base ai regolamenti e alla prassi consolidata, sta proprio al titolare del Viminale rispondere e indicare un giorno in cui svolgere l’informativa. Al momento, però, Salvini non sembra intenzionato a presentarsi davanti a deputati o senatori per fornire la sua versione dei fatti.

Intanto oggi, alle ore 19, il segretario del Pd Zingaretti, e il capogruppo dem a Palazzo Madama, Andrea Marcucci, incontreranno la presidente del Senato, Elisabetta Casellati.

L'articolo All’inseguimento di Salvini proviene da Democratica.




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