Lo scandalo dei bambini di Bibbiano non è solo una questione di business
Riceviamo da Marco Cerreto, segretario Nazionale MNS e Antonio Tisci, dell’esecutivo Nazionale MNS, e volentieri pubblichiamo.
Sulla vicenda di Bibbiano rischia di calare il silenzio mediatico e si corre il rischio che tutta la questione sia derubricata a business praticato da alcuni operatori infedeli. La realtà è molto più complessa. L’audizione del minore vittima di abuso o in stato di abbandono è un’attività molto delicata e complessa. Come tutti sanno, i minori sono facilmente impressionabili, facilmente assecondano l’adulto che fa loro domande e facilmente confondono la realtà con la fantasia.
La psicologia forense ha da tempo fissato le regole per l’audizione dei minori nella Carta di Noto, ormai giunta alla IV edizione che prevede tra le altre cose l’obbligo di filmare tutte le audizioni, l’incompatibilità tra l’attività di assistente del giudice e quella di psicoterapeuta, la necessità di ascoltare tutte le persone coinvolte e di avere un quadro ben preciso delle condizioni familiari nelle quali la situazione sospetta si sarebbe sviluppata. Lo psicologo coinvolto nella vicenda di Bibbiano non è uno dei tanti professionisti che assistono il giudice nella sua attività, è stato un vero e proprio guru della psicologia forense.
Basta fare una ricerca su Google per scoprire che il dott. Claudio Foti, presidente del centro Hansel e Gretel accusato di aver falsificato le perizie, ha tenuto corsi di aggiornamento e di formazione per magistrati, psicologi, assistenti sociali in tutta Italia e per anni teorizzando e spiegando l’inutilità della Carta di Noto, definita dallo stesso Vangelo apocrifo, e realizzando un proprio protocollo di audizione del minore che punta sulla necessità di creare un legame “empatico” tra lo psicologo ed il minore. Inoltre, in alternativa alla Carta di Noto, opera un protocollo operativo realizzato dal Cismai che prevede tecniche di audizione e di analisi assolutamente incompatibili con la Carta di Noto.
Non è dato sapere quante audizioni del minore e relative consulenze tecniche siano state elaborate in conformità alle regole stabilite dal dott. Foti o dal Cismai e, quindi, incompatibili e in contrasto con la Carta di Noto. La magistratura emiliana cha ha avviato le indagini sulla vicenda di Bibbiano ha il compito di verificare la sussistenza di eventuali reati. La politica non può limitarsi a questo. La politica deve assumere su di sé il compito di verificare la tenuta complessiva del sistema degli affidi e delle audizioni dei minori vittime di presunti reati. A questo fine il nostro ordinamento consente al Parlamento ma anche a tutti i Consigli Regionali di istituire commissioni di inchiesta che hanno gli stessi poteri istruttori della magistratura inquirente.
Si tratta di un lavoro articolato e complesso. E’ necessario prendere tutti i fascicoli aventi ad oggetto minori e verificare in quanti di questi casi l’audizione del minore si è svolta senza il rispetto integrale della Carta di Noto, in modo da realizzare una relazione che consenta di comprendere in quanti casi le procedure non siano state rispettose delle regole e di quelle che sono definite le pratiche virtuose di ascolto del minore.
Una commissione parlamentare da sola non basta e rischia di perdersi in una massa di lavoro enorme. Serve che ogni Consiglio Regionale istituisca la sua commissione di inchiesta coinvolgendo oltre che i consiglieri regionali anche avvocati, magistrati e gli psicologi forensi che applicano la Carta di Noto al fine di verificare puntualmente il rispetto delle prassi e delle tecniche riconosciute universalmente come valide dalla comunità scientifica. E’ necessario sapere in quanti casi psicologi e assistenti sociali abbiano anteposto la propria visione ideologica alle regole scientifiche e alla salvaguardia degli interessi del minore. E’ un interesse primario di cui solo la politica può farsi carico.
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