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Июль
2019

Commissione Ue, Ursula von der Leyen eletta per soli 9 voti. Salvini attacca: “Gravissimo asse Renzi-5 Stelle”

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Ursula von der Leyen è la nuova presidentessa della Commissione europea, la prima a ricoprire questo incarico. È stata eletta ma con soli 383 voti a favore a fronte della maggioranza necessaria prevista di 374. Quindi per soli 9 voti. I contrari sono stati 327 con 75 franchi tiratori all’interno della sua stessa maggioranza. “Mi sento molto onorata, sono sopraffatta, la fiducia che riponete in me la riponete nell’Europa, un’Europa forte e unita da est a ovest, da nord a sud, pronta a combattere per il futuro invece che contro se stessa – ha detto dopo l’annuncio dell’elezione da parte del presidente del Parlamento, David Sassoli -. Il compito che dovrò affrontare pesa su di me ed il mio lavoro comincia adesso”, ha detto poco dopo la proclamazione. “Ringrazio tutti i membri del parlamento europeo che hanno deciso di votare per me, ma il mio messaggio è lavoriamo insieme in modo costruttivo”, ha aggiunto.

Decisivi a suo favore sono stati i 14 eurodeputati del M5S, non organici alla maggioranza a Strasburgo, senza i quali le sarebbe mancato il quorum necessario di 374 voti. Al sì dei pentastellati si è contrapposto il no della Lega, con i partiti di governo in Italia che si sono quindi spaccati. E Salvini ha attaccato gli alleati di governo:  “È gravissimo il voto europeo: Von der Leyen passa grazie all’asse Merkel, Macron, Renzi, 5stelle. Avrebbe potuto essere una svolta storica: la Lega è stata coerente con le posizioni espresse finora, ha tenuto fede al patto con gli elettori e difende l’interesse nazionale”. Con il voto di oggi si apre formalmente anche la partita dei commissari, con la Lega che ora si ritrova nel delicato compito di convincere la nuova presidente ad accettare un suo esponente pur avendole votato contro.

A favore di Ursula si è espresso lo schieramento delle forze pro-europee rappresentato dal gruppo dei Popolari, di cui fa parte la tedesca, dai Socialisti e democratici e da Renew Europe, i liberal-centristi di Macron, ma in maniera tutt’altro che compatta. Tra i tre gruppi sono infatti mancati circa 75 europarlamentari, fra franchi tiratori, che hanno cercato di impallinare la candidata, e schede bianche. Nel luglio del 2014 Jean-Claude Juncker fu eletto con una maggioranza ben più comoda: 422 sì e 250 contrari. Poco prima del voto i socialisti avevano annunciato che avrebbero dato il loro assenso a Ursula poi è arrivato il chiarimento di Sylvie Guillaume, eurodeputata socialista francese e vice-presidente del Parlamento europeo: “La maggioranza del gruppo voterà a favore ma non è una posizione unanime”. Contrari verdi, Gue e sovranisti. Ma soprattutto nel Sd sono covati i mal di pancia, con molte delegazioni nazionali – a partire da quella tedesca, ma anche francese, olandese, austriaca, greca e belga – contrarie alla conferma di von der Leyen. Sulla linea del sì s’erano assestati anche i Liberali mentre il gruppo dei sovranisti Identità e democrazia – di cui fa parte la Lega, il partito di Marine Le Pen e i tedeschi di Afd – alla fine non si è spaccato e ha bocciato compatto la futura inquilina di Palazzo Berlaymont. Chiusura verso la candidata presidente fin dall’inizio era stata espressa anche dai Verdi e dalla sinistra Gue. La neo presidente della Commissione col 51,27% dei voti ha ricevuto un consenso inferiore rispetto ai suoi predecessori Jean-Claude Juncker, che ottenne il 56,19% dei voti della plenaria di Strasburgo, e José Barroso, che nel suo secondo mandato ebbe il 51,9%. E 

Il via libera arriva al termine di una giornata iniziata con il suo discorso davanti all’aula di Strasburgo dove ha elencato i punti cardine della sua agenda. Dalla riduzione delle emissioni per rendere l’Europa “il primo continente neutrale climaticamente entro il 2050” fino all’economia che deve essere “a servizio del popolo” e a l’attenzione al tema migranti, con un “nuovo patto per l’immigrazione e l’asilo che comprenda una riforma del regolamento di Dublino”. Tanti però i franchi tiratori fra i socialisti, scottati dalla bocciatura del socialista olandese Frans Timmermans – riconfermato alla vicepresidenza della Commissione Ue – e delusi dalla mancata chiarezza sulla flessibilità e austerity. Temi che oggi, davanti alla plenaria, sono poi rientrati tra le priorità della sua agenda ma non hanno convinto il gruppo. E con la sua elezione cambia anche il potentissimo e controverso segretario generale della Commissione Ue, il tedesco Martin Selmayr, visto che una regola non scritta prevede che segretario generale e presidente della Commissione non siano della stessa nazionalità.

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