Mezzo secolo dopo, resistono le teorie che lo sbarco sulla Luna del 20 luglio 1969 non sia mai avvenuto. La missione dell'Apollo 11 prese il via il 16 luglio. Nella sostanza, le teorie complottiste si basano sull'assunto che la Nasa, l'agenzia spaziale americana, alla fine degli anni Sessanta non fosse assolutamente in grado di far sbarcare degli uomini sulla Luna, come aveva promesso il presidente John F. Kennedy. Peraltro nella corsa allo spazio negli anni Cinquanta erano semmai in vantaggio i sovietici; quindi, se non avevano portato a termine una missione sul satellite della Terra loro, a maggior ragione la Nasa avrebbe al massimo potuto mandare gli astronauti nell'orbita terrestre come prima avevano fatto i russi. I teorici del complotto sostengono inoltre che la Nasa abbia girato le scene degli allunaggi in uno studio cinematografico e che esistano dei segnali rivelatori, individuabili nelle registrazioni e nelle foto, che svelerebbero la messinscena che poi, stando ai cospirazionisti, sarebbe stata coperta negli anni successivi.

Da dove vengono le teorie complottiste

Storicamente a dare supporto – se non addirittura l'iniziale slancio – alle teorie complottiste fu, secondo quanto si assume ormai in modo pressoché unanime, l'ex ufficiale della marina statunitense Bill Kaysing, il quale aveva lavorato per uno dei produttori dei razzi impiegati dalla Nasa nelle missioni Apollo e aveva dichiarato di essere a conoscenza di informazioni riguardo una cospirazione governativa per simulare lo sbarco sulla Luna: diverse teorie della cospirazione hanno come albero genealogico il solco di un suo libro pubblicato nel 1976 intitolato Non siamo mai andati sulla Luna. Tra l'altro nel 1978 il film Capricorn One, ispirato dal libro di Kaysing, aveva per oggetto un immaginario sbarco su Marte totalmente inscenato all’interno di uno studio cinematografico. Si narra che fra le prime voci circolate sulla questione negli Stati Uniti vi fosse quella che avendo la Nasa scoperto un problema nel razzo lo lanciò senza equipaggio. Le teorie della cospirazione sugli allunaggi, comunque siano nate, hanno fatto presa in maniera duratura. Solitamente questo fatto è spiegato anche con la centralità della prova visiva. Da che mondo è mondo gli uomini sanno che la Terra ha un satellite poiché possono osservarlo. Osservare l'uomo che sbarca sulla Luna diventava elemento probante centrale dell'impresa. Ma chi ha realizzato e diffuso quelle immagini? Chi ne aveva il controllo? Sono domande sul cui humus si é radicato il complottismo.

I dubbi dall'analisi delle foto

Negli anni molto si è discusso quindi sui documenti fotografici. Le obiezioni sono state diverse. Il fatto stesso che la Nasa abbia pubblicato migliaia di foto è diventato un carburante delle teorie cospirazioniste a cominciare dal fatto che, sostengono, mentre la superficie lunare e le tute degli astronauti riflettono la luce, sul fondo non si vedono stelle. Dagli anticomplottisti é stato risposto che dipende dal tempo di esposizione molto breve degli scatti, insufficiente a catturare la flebile luce di astri lontani. Ma, è un'altra obiezione, nell'allunaggio non si sollevò quasi pulviscolo né si formò alcun cratere. È stata ribattuta col fatto che il manto di polvere è molto sottile e minima la velocità del modulo. Le ombre avrebbero dovuto esser completamente nere – altra obiezione – dal momento che la sola luce disponibile è quella del Sole; e c'è chi vede nella visiera del casco di Buzz Aldrin che cammina sulla superficie lunare il riflesso, scuro e allungato, del regista che lo avrebbe filmato su un set. Forse lo stesso geniale Stanley Kubrick che nel suo formidabile 2001 Odissea nello spazio del 1968 aveva raggiunto un così elevato livello di effetti speciali.

E che dire del caldo?

Inoltre la temperatura che può raggiungere il suolo lunare, fino a 120 gradi, avrebbe ucciso gli astronauti ammesso che fossero passati indenni attraverso le radiazioni cosmiche della regione di Van Allen, problemi tuttavia – dicono di rimando gli anticomplottisti – elusi dal fatto che l'allunaggio avvenne nelle ore meno calde e il transito nella zona esposta alle radiazioni, che potranno semmai essere un serio problema nel lungo viaggio necessario per Marte, dura poco tempo nel quale è sufficiente la protezione dello scudo metallico della nave. Per taluni, la forza mostrata nel tempo dalle teorie complottiste sullo sbarco lunare é anche dovuta al fatto di aver suonato un campanello d'allarme nello spirito critico dell'opinione pubblica facendo riflettere sulla possibilità che in un'epoca dominata dai mezzi di comunicazione la realtà stessa possa essere costruita ad arte e manipolata da chi li controlla. Non era stato forse un altro genio, Orson Welles, già nel 1938 a interpretare in modo così realistico alla radio l'adattamento del romanzo La guerra dei mondi tanto da far credere a una buona fetta di ascoltatori americani turbati e spaventati che era in corso un'invasione di extra-terrestri?

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