La crisi di governo in 10 punti
La crisi di governo, la prima che, nei settantatré anni della Repubblica, sia scoppiata in estate, pochi giorni prima del Ferragosto, continua ad occupare la discussione politica italiana. Si rincorrono ipotesi: scenari plausibili, alleanze improbabili, rimpasti e polemiche. È «crisi» al telegiornale, sui quotidiani e le testate online. È «crisi» su Facebook e Instagram, su Twitter, deputato ormai allo scontro verbale tra le parti. È «crisi» e «crisi» sarà fino a martedì 20 agosto, quando il premier Giuseppe Conte si presenterà in Senato e, di fronte all’aula riunita, annuncerà il proprio destino. Cosa deciderà Conte, se attendere il voto di sfiducia e poi decidere il da farsi, se aggrapparsi all’idea che Leu e Pd possano boicottare la mossa di Salvini e lasciare l’Aula, o se, ancora, presentarsi sponte sua al Colle e rassegnare le dimissioni, è cosa da vedersi. Martedì, però, rappresenterà la prima svolta di una crisi di governo che, in dieci punti, proviamo a riassumere.
1. MATTEO SALVINI ANNUNCIA LA CRISI: «GOVERNO AL CAPOLINEA»
Giovedì 8 agosto, il ministro dell’Interno ha chiesto di andare «subito in Parlamento, per prendere atto che non c’è più una maggioranza» e «restituire la parola agli elettori». «Questo governo si è fermato sui troppi no: Tav, autonomia, riforma fiscale, giustizia», ha detto Matteo Salvini, spiegando come gli italiani non abbiano bisogno di un «Signor No», né di un esecutivo lacerato dai litigi e dalle incertezze. «Non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo, ci sono solo le elezioni».
2. LA REPLICA DI LUIGI DI MAIO E NICOLA ZINGARETTI
Il vicepremier del Movimento 5 Stelle ha chiesto che la Lega non prenda in giro l’Italia. «C’è una riforma a settembre fondamentale, che riguarda il taglio di 345 parlamentari. È una riforma epocale. Votare subito il taglio dei parlamentari, poi le elezioni», ha detto Di Maio, mentre il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, s’è detto pronto al confronto. «Nelle prossime elezioni, non si deciderà solo quale governo, ma anche il destino della nostra democrazia, della collocazione internazionale del nostro Paese […] Le prossime elezioni saranno una scelta tra la Lega di Salvini e il Partito Democratico, che abbiamo rimesso in campo», ha scritto su Facebook.
3. IL RUOLO DI MATTEO RENZI
Matteo Renzi, all’indomani della crisi, ha aperto al cosiddetto lodo Bellini, ossia alla proposta di un accordo di legislatura con il Movimento 5 Stelle che sarebbe strumentale ad evitare l’aumento dell’Iva. «Se si va a votare non so se il Pd prende il 25%, ma so che l’Iva va al 25%, ed è un disastro per il Paese: è sicura la recessione», ha detto l’ex premier, chiedendo un «esecutivo istituzionale». Se si andasse subito alle urne, infatti, potrebbe non esserci tempo sufficiente ad approvare la nuova legge di bilancio entro fine anno e, dunque, scatterebbe l’aumento dell’Iva.
4. LA SCISSIONE DEI DEM
All’interno del Partito Democratico, c’è grande disaccordo sulla linea da seguire. La proposta di Goffredo Bettini circa un governo di legislatura è stata suffragata da alcuni dirigenti del Pd, mentre altri si sono detti contro il dialogo con il Movimento 5 Stelle. A supporto di Bettini, sono intervenuti Dario Franceschini e Maurizio Martina, certo che i margini di confronto con il Movimento di Beppe Grillo siano da considerarsi possibili qualora portino alla maturazione di una nuova consapevolezza politica, alternativa «al pericolo estremista di Matteo Salvini». Contro il lodo Bettini, si è espressa, invece, la vicesegretaria dei Dem, Paola De Micheli: «La prospettiva più probabile sono le elezioni politiche», ha detto.
5. LA POSIZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Contro il ritorno alle urne, con due post pubblicati sul blog del partito, si è schierato anche Beppe Grillo. Il fondatore del Movimento 5 Stelle ha scritto online una sorta di manifesto programmatico, spiegando come l’obbiettivo più urgente debba essere rappresentato dalla lotta per «salvare l’Italia dai barbari», vale a dire dai leghisti. Grillo, poi, non ha chiuso all’ipotesi di un accordo con il Partito Democratico, a patto che questo sia condotto lontano da Renzi, definito uno «sciacallo» e un «avvoltoio».
6. IL «PROBLEMA” ZINGARETTI
Beppe Grillo, insieme al Movimento 5 Stelle, potrebbe aprire ad un dialogo con il Partito Democratico, ma questo è reso difficile dal ruolo, via via crescente, che Renzi occupa al suo interno. I gialli vorrebbero trattare con il segretario dei Dem, Nicola Zingaretti, ma questo, nel suo partito, gode di un favore nettamente minore rispetto a quello accordato all’ex premier. Che, addirittura, ha liquidato come «disertori» i colleghi di partito che, nel momento di un eventuale voto sul «governo di legislatura» M5S-Pd, dovessero tirarsi indietro. «Continuo a pensare che aprire dibattito su governi futuri prima che quello attuale cada sia un errore. Diciamo no a qualsiasi governo pasticciato e di corto respiro. Solo nello sviluppo dell’eventuale crisi di governo sotto la guida autorevole del presidente Mattarella, si potranno verificare, se esistono, le condizioni numeriche e politiche di un governo diverso, con una larga base parlamentare che nasca non a tutti i costi dalla paura delle urne».
7. IL RETROMARCIA DI SALVINI
A nove giorni dall’inizio della crisi, sembra che Matteo Salvini sia pronto a fare retromarcia. «Il mio telefono è sempre acceso e in queste ore squilla parecchio», ha detto il vicepremier che, da indiscrezioni, starebbe trattando con i grillini per evitare di tornare al voto. Luigi Di Maio, i pettegolezzi sull’ipotesi di un Conte-bis o, addirittura, di un governo da lui guidato, le ha liquidate come fake news. Ma, su Twitter, Salvini ha fatto notare di aver già dato la propria approvazione al taglio dei parlamentari chiesto dal Movimento 5 Stelle.
8. LA “FRITTATA” CON GIUSEPPE CONTE
Il presidente del Consiglio ha affidato a Facebook una lunga lettera aperta, nella quale, per «trasparenza nei confronti dei cittadini», redarguisce Matteo Salvini sul caso Open Arms. «Ti ho scritto una comunicazione formale, con la quale ti ho invitato, letteralmente, “nel rispetto della normativa in vigore, ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti nell’imbarcazione”. Con mia enorme sorpresa, hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo. Comprendo la tua fedele e ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla formula “porti chiusi”. Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi. Ma parlare come Ministro dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa. È un chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare», ha scritto online Giuseppe Conte, mentre Di Maio, ancora via Facebook, ha ribadito come il 20 agosto «saremo al fianco di Conte per sostenerlo contro la sfiducia della Lega».
9.«SALVINI SI È FREGATO DA SOLO»
Nonostante la frattura insanabile con Giuseppe Conte, fonti interne al Partito Democratico hanno giurato che le trattative tra Lega e Movimento 5 Stelle sarebbe progredita. Il leader del Carroccio, addirittura, avrebbe proposto a Luigi Di Maio di prendersi la poltrona della presidenza del Consiglio, in cambio di un rimpasto dei Ministri. Salvini avrebbe, pur mantenendo le proporzioni attuali, avrebbe chiesto un cambio ai ministeri della Difesa, delle Infrastrutture e dell’Economia. Ma, nella mattina di sabato 17 agosto, i grillini hanno ribadito la propria smentita. «Vorremmo mettere una cosa in chiaro, visto che ancora non lo è per tutti. Salvini e la Lega non solo hanno fatto cadere il governo a Ferragosto, portando il Paese sull’orlo del precipizio per rincorrere i sondaggi e il loro interesse personale. Salvini e la Lega hanno anche fatto una scelta politica, una chiara scelta politica. Perché 24 ore dopo aver aperto la crisi, hanno chiamato Berlusconi e sono andati ad Arcore […] E sapete qual è il paradosso di tutto questo? Che ora pare sia lo stesso Berlusconi a snobbarli. Gli ha dato picche! […] Chissà cosa penseranno adesso coloro che negli ultimi mesi si erano avvicinati per la prima volta alla Lega. Salvini ha preferito Arcore a voi. È vero, ha provato a fregarci tutti, ma alla fine si è fregato lui», si è letto sul Blog delle Stelle.
10. BRUXELLES
Una delle questioni dalla quale la crisi ha distolto l’attenzione è quella rappresentata dalla nomina del prossimo commissario europeo. Entro e non oltre il 26 agosto, infatti, il governo dovrà trasmettere a Bruxelles il nome di colui che, a partire dal primo novembre, si unirà alla Commissione Europea presieduta da Ursula con Der Leyen. Il tempo stringe, dunque.
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