Conte si è dimesso. «Avete oscurato..», il premier Giuseppe Conte parla al Senato lanciando una requisitoria contro la sfiducia, presentata dalla Lega nei confronti del suo governo, e personalmente al suo leader Matteo Salvini che chiama in causa più volte. Quindi annuncia che rimetterà il mandato al Presidente della Repubblica pertanto non vi sarà alcun voto sulla sfiducia del Carroccio. «Le crisi del governo non si affrontano nel nostro ordinamento repubblicano nelle piazze – dice il premier al ministro degli Interni – ma in Parlamento. Non abbiamo bisogno di persone con la cultura dei 'pieni poteri', ma con cultura istituzionale e senso di responsabilità». Conte contesta anche a Salvini: «Hai anche invaso le competenze di altri ministri». Un discorso che non lascia margine alla possibilità di una apertura all'ex-alleato, ma - evitando la sfiducia - apre la possibilità tecnica di un Conte bis qualora così decida il Colle. Dando avvio alle sue «comunicazioni» al Senato, Conte ha elencato tutte le misure adottate dal suo esecutivo – comprese le «misure sociali» come Quota 100 e il reddito di cittadinanza – accusando la Lega di «aver oscurato» quanto ha fatto il governo giallo-verde nei suoi 14 mesi di vita. Quindi è andato verso la conclusione prefigurando quelle che possono essere lette come linee programmatiche per un suo eventuale successivo incarico: «Occorre lavorare per offrire ai nostri giovani prospettive personali e professionali o esporremo l'Italia a un inevitabile declino». Ha disegnato la prospettiva di una «politica economica espansiva» e di un «nuovo Umanesimo» e del «rilancio del progetto europeo».
Il Presidente della Repubblica e le consultazioni
Poi la chiosa con le dimissioni: «La decisione della Lega della mozione di sfiducia mi impone di interrompere qui questa esperienza di governo di rimettere il mandato al Presidente della Repubblica». Al termine del dibattito, dunque, Conte sale al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni e spetterà al Presidente della Repubblica il compito di avviare le consultazioni, fin da domani, per verificare se esista la possibilità di una maggioranza diversa. Lo stesso dibattito ha fornito ai notisti alcune indicazioni. Matteo Salvini, andato sui banchi del suo partito lasciando quello del governo per pronunciare il suo discorso, ha ribadito che la parola va data agli elettori, ma al tempo stesso, chiudendo il suo intervento spesso interrotto, ha lasciato aperta la possibilità a una ricucitura della maggioranza giallo-verde sul programma che stante la distanza solcata con il Movimento 5 Stelle appare alquanto improbabile. Matteo Renzi per il Partito Democratico ha ribadito la sua posizione che andare ad elezioni in autunno non può essere la priorità rispetto alla necessità di scongiurare l'aumento dell'Iva e mettere in sicurezza il Paese nella congiuntura economica in cui si intravede l'arrivo di una recessione aprendo alla possibilità di votare una maggioranza di governo capace di gestire la fase. Per La Russa (Fratelli d'Italia) la sola via sono le elezioni.
Cosa succede adesso
Conte si è dimesso e l'attività parlamentare viene congelata, pertanto è sospesa anche l'agenda che prevedeva il voto sulla riforma costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari il cui voto era in programma il 22 agosto. Decadono altresì i ministri. La crisi di governo è formalmente aperta e come prevede la Costituzione sarà il Quirinale a gestirla e a decidere se sciogliere il Parlamento e indire le elezioni anticipate. Qualora non dovesse manifestarsi, nel corso delle consultazioni, una maggioranza politica di governo, il presidente Mattarella potrebbe sciogliere le Camere, anche il 26-27 agosto. In questo caso, dovendosi aprire le urne tra 45 e 70 giorni dallo scioglimento, si potrebbe votare il 27 ottobre come prima data utile. Ma si tratta di una data che coincide con il termine entro il quale dovrà essere presentata la legge di Bilancio. Il Presidente della Repubblica può indicare un governo istituzionale che si incarichi della manovra prima di portare il Paese alle urne nella primavera del 2020. Se, anche stando al dibattito, sembra al momento ostico pensare si possa formare una maggioranza politica, meno improbabile è la possibilità che un esecutivo «istituzionale» trovi la fiducia di una maggioranza parlamentare (compresa LeU) che ne sostenga l'azione nei prossimi mesi.
LEGGI ANCHE: La crisi di governo
LEGGI ANCHE: Discorso di Conte al Senato oggi
LEGGI ANCHE: Reddito di cittadinanza e Quota 100, approvato il decreto