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Август
2019

I 10 protagonisti della nuova Serie A

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ANTONIO CONTE
GIGI BUFFON
FRANK RIBERY
L'UOMO NERO (O GIALLO)
ICARDI (E WANDA)
MAURIZIO SARRI
HIRVING LOZANO
CRISTIANO RONALDO
MARIO BALOTELLI
ROMELU LUKAKU

Parte il campionato, si aprano le danze. E’ caccia alla Juventus, vincitrice-seriale degli ultimi otto scudetti. Il film che andrà in onda: Cristiano Ronaldo contro tutti, a partire dal debutto, sabato pomeriggio (ore 18) al Tardini di Parma. Abbiamo individuato 10 protagonisti, sono loro le facce da poster della Serie A 2019-2020. Dal ghigno vincente di CR7 al Gigante Buono Lukaku, dal vecchio Buffon alla sete di rivincita di Conte, dal «Chucky» Lozano a SuperMario Balotelli, dall’«Uomo in tuta» Sarri all’«Uomo nero» per eccellenza, da «Scarface» Ribery a Icardi&Wanda, coppia indissolubile, prendi uno, paghi due. Si alzi il sipario, divertiamoci.

IL RE SONO IO
Cristiano Ronaldo ha passato l’estate tra vacanze dorate, palestre personali dove ha oliato i muscoli e sfilate-tournée con la Juventus in Asia. Al primo anno in Italia ha vinto lo scudetto e segnato 21 gol. Molto, ma non abbastanza. CR7 ha un chiodo fisso: la Champions League. Ne ha già vinte cinque (una col Manchester Utd e quattro col Real Madrid), vuole trionfare anche in maglia bianconera. Per avere conferma di quello che pensa da sempre: il numero uno del mondo è lui, alla faccia di Leo Messi.

IL GIGANTE BUONO
«Quando ho visto mia madre che allungava il latte con l’acqua perché non avevamo soldi allora ho capito che dovevo fare qualcosa per lei». L’infanzia tra gli stenti, il riscatto sociale. Una carriera piena di gol per il belga Romelu Lukaku, il nuovo centravanti dell’Inter. Lo hanno subito accusato di essere sovrappeso, lui ha postato una foto dove esibisce addominali da poster. L’Inter si affida ai suoi gol. Tra Belgio e Inghilterra, Lukaku non ha mai tradito.

PENSIONATO A CHI?
I portieri volano. Anche con i sogni. Gigi Buffon al Psg si sentiva fuori posto, come un portiere che se ne sta a fianco del ritaglio geometrico della porta. E’ tornato a casa. E’ tornato alla Juventus. Con l’umiltà del campione che a 41 anni si (ri)mette al servizio della squadra, il Campione del Mondo ha accettato di fare la riserva (al collega Szczesny, più che un nome un codice fiscale). Giocherà (poco), progetterà (molto) il suo futuro. Dall’anno prossimo Gigi smetterà col calcio ed entrerà a far parte della dirigenza juventina.

SCARFACE IN VIOLA
E’ il grande acquisto della Fiorentina, Frank Ribery, francese, reduce da dodici anni di trionfi al Bayern Monaco, noto come «Scarface» per via di due tagli netti che gli attraversano il viso. Nonostante il caratterino, i tagli non sono la conseguenza di battaglie nelle banlieu, bensì di un incidente in macchina quando aveva solo due anni. Ha un passato burrascoso, una storia a luci-rosse risolta non senza tormenti (nel 2010 ebbe rapporti con una minorenne), una fede forte nell’Islamismo, religione cui si è convertito dopo aver sposato la moglie algerina.

IO BALO DA SOLO
Chi sia davvero Mario Balotelli lo sa solo lui. Un potenziale fuoriclasse? O invece il più sopravvalutato dei calciatori in circolazione? A 29 anni urge una risposta in tempi brevi. Dopo un triennio passato a traccheggiare in Francia tra Nizza e Marsiglia, SuperMario ha accettato la più grande scommessa della sua vita: tornare a giocare in Italia – a Brescia, dove è cresciuto e dove ci sono i suoi affetti più cari – e conquistare un posto nella nazionale azzurra che tra un anno andrà a giocarsi l’Europeo. Riuscirà il nostro eroe eccetera eccetera?

LA BAMBOLA ASSASSINA
Il colpo di mercato del Napoli è l’acquisto del messicano Hirving Lozano detto Chucky, come il pupazzo posseduto del film «La bambola assassina», uno di quegli horror di fine anni ’80 – poi replicato con vari sequel – che è la versione trucida e sanguinolenta di «Toy Story». Lozano è un attaccante velocissimo, un Bolt con le scarpette da calcio. Indisciplinato, con una sana vena di follia, talvolta pigro: ma il ragazzo ha talento da vendere, basta solo che ne abbia voglia.

MAURITO (E WANDA)
Ovvero: come si può rimanere al centro della scena per tutta l’estate senza mai toccare un pallone, senza cioè fare il tuo mestiere. Di Maurito Icardi (e ovviamente di Wanda Nara, sua moglie e agente) sappiamo tutto quello che vogliono farci sapere, ma non sappiamo (non ancora) con che maglia l’ormai ex centravanti dell’Inter comincerà la nuova stagione. Abbiate fede, è questione di poco. Icardi tornerà in campo (senza Wanda) e si trasformerà nel centravanti implacabile che conosciamo. Forse.

CONTE CONTA
Eccome, se conta. La sua ferocia agonistica è la leva su cui punta l’Inter per provare a scucire lo scudetto dalle maglie della Juventus. Sulla panchina bianconera Antonio Conte ha vinto il titolo tre volte, riuscirci all’Inter sarebbe un’impresa. La San Siro nerazzurra ha dimenticato il passato del tecnico, meglio proiettarsi nel futuro. Gli oltre 60.000 abbonamenti già staccati stanno lì a dimostrare che il calcio è prima di ogni altra cosa una visione. Bisogna crederci, il resto viene da sé.

L’UOMO IN NERO
Ma anche in giallo, in viola, in rosa fucsia, in verde bottiglia. Ormai le divise degli arbitri – che una volta vestivano solo di nero – sono riflessi di arcobaleno. Ma il potere ce l’hanno sempre loro, con Stefano Orsato che è la punta di diamante della categoria italiana. La Var è uno strumento, è l’arbitro a decidere. L’arbitro per sua natura è un bersaglio mobile. Sarà così anche quest’anno. Facciamo una facile previsione: le polemiche inizieranno fin dalla prima giornata. Fischia che ti passa. E vissero tutti (in)felici e scontenti.

AVANTI TUTA
Maurizio Sarri arriva alla Juventus sull’onda di una rivoluzione culturale. Alla Vecchia Signora vincere (in Italia) non basta più. Vuole divertite, lasciare una traccia profonda anche in quel territorio sconsacrato che dedichiamo alle nostre emozioni. E’ una sfida non da poco. Che questo allenatore arrivato tardi al grande calcio – ha lavorato in banca fino a quarant’anni – proverà a vincere. Per ora i tuta, la sua coperta di Linus, il segno distintivo di chi – in un calcio dominato dagli estetisti più che dall’estetica – se ne frega di tutto e rimane com’è.




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