Sardegna del sud fuori stagione: da Cagliari a Carloforte fino al Sulcis
All’aeroporto di Cagliari si arriva in poco più di un’ora dalle principali città italiane, poi si noleggia un’auto e si parte alla scoperta di una Sardegna insolita. Cominciando proprio dal capoluogo. Sulla collina medievale del castello, casteddu per i sardi, si gira a piedi, spiccano la torre dell’Elefante del 1.300 e quella di S. Pancrazio che chiudono le mura dell’antica città.
Tra la via Santa Croce e la via Stretta del Castello s’incontra il Ghetto che ospitò nel medioevo la comunità ebraica. Lungo questi vicoli, soprattutto la sera, molti locali mettono fuori tavoli, cuscini e pouf dall’ora dell’aperitivo fino a notte fonda. Prendendo la via Università si arriva al Bastione St. Remy, consigliato l’aperitivo al tramonto, una terrazza sulla città animata da bar, mercatini domenicali e artisti di strada. Non molto lontano il quartiere Villanova, un’oasi di pace completamente pedonale, con le porte e i balconi delle case sempre decorati da piante e fiori.
Per una pausa sotto gli alberi di una bella piazzetta è perfetto Manàmanà Cafè Restaurant in via Savoia 15, nel cuore della città, con cucina fresca. I giardini e gli orti naturali dello storico Convento San Giuseppe, in via Paracelso, sono lo scenario di Viceversa un ristorante di cucina sarda in forma contemporanea. Sul lungomare di via Roma, si trova il Miramare Hotel Museo, con camere al 1° e al 2° piano del Palazzo Devoto, decorate da artisti sardi e internazionali, e colazione con vista mare. Pittori e scultori, emergenti o affermati, possono scambiare una loro opera in cambio dell’ospitalità.
A Cagliari ogni giovedì fino al 12 settembre le vie del centro saranno animate fino a mezzanotte da eventi culturali, musicali, gastronomici con menù colorati e shopping sotto le stelle. Il Mercato civico di San Benedetto, il più grande mercato coperto d’Italia, è un’immersione nella vita quotidiana dei cagliaritani, che ogni mattina vanno a comprare pesce, carne, frutta e verdura, formaggi e a far la colazione nei diversi punti ristoro. A Piazza Palazzo con il Palazzo di Città fino all’8 dicembre è visibile la mostra Arte povera: From the Olnick Spanu Collection arrivata da New York per la prima volta in Italia.
Da visitare la cittadella dei Musei con il Museo Archeologico, il più importante al mondo per la civiltà nuragica, dove svettano i Giganti di Mont’e Prama ritrovati nella zona del Sinis. La Galleria Comunale d’Arte dedica a Maria Lai la mostra Opera Sola, aperta fino a gennaio 2020, con un percorso diviso in quattro periodi sulle creazioni dell’artista sarda. Per i 100 anni dalla nascita, il Maxxi di Roma le dedica la mostra Tenendo per mano il sole (fino al 12 gennaio 2020).
Dal Lungomare Su Siccu, ai piedi del colle di Bonaria, inizia la passeggiata pedonale e ciclabile nella Galleria del Sale che arriva al Parco Naturale Regionale Molentargius–Saline. La pista ciclabile è una vera e propria galleria d’arte contemporanea a cielo aperto con dipinti dello street artist sardo Manu Invisible, che come Bansky ha un’identità segreta (appare solo con il volto coperto da una maschera) e diversi writer italiani e internazionali.
A NORA: MERAVIGLIA DELLA STORIA
A 30 km da Cagliari, nell’antica città di Nora, uno dei siti più importanti di età fenicia, punica e romana, si possono ammirare i resti del tempio di Tanit, dea cartaginese, un di tophet, le terme e il teatro romano dove ogni estate si svolge la rassegna La notte dei poeti e i colorati mosaici delle antiche case. Di fronte alla zona archeologica è da visitare la laguna di Nora, un’oasi naturale dove si può fare snorkeling con un biologo tra le antiche rovine e birdwatching in canoa tra i canali della laguna.
Per poi andare a cena al ristorante gourmet Fradis Minoris che offre una cucina etica, attenta alla sostenibilità e alla valorizzazione della biodiversità marina e della laguna. La veranda è quasi sull’acqua e si ammirano le colonne dell’antica Nora e la torre aragonese. Si può dormire a Il Destino di Nora, una villa di pietra immersa nella natura con poche camere e una bella piscina, vicina alla zona archeologica e alle spiagge.
LE DUNE DI CHIA
Ancora 20 Km e si arriva alle dune di Chia con i fenicotteri rosa negli stagni e le spiagge di Monte Cogoni, Pontile, Su Giudeu e la mitica Cala Cipolla bordata da ginepri secolari e cespugli di lentisco. Sopra questa spiaggia, c’è il Faro di Capospartivento, ora guest house raffinata con poche camere, una piscina a sfioro spettacolare e intorno solo natura e mare. Salendo sul sentiero sterrato a destra del faro verso la sommità del promontorio (si può fare anche a cavallo con Giancarlo Cabras, tel. 348 7044447) lo sguardo spazia dalla Torre di Chia a Capo Teulada, tra ventate di maestrale e profumo di mirto e lentischio.
Da Chia si prende la strada costiera verso Teulada con 25 km di panorami da cartolina. Si fa una sosta a Porto Pino, con dune altissime di sabbia bianca finissima, per un pranzo a La Peschiera da Basilio (via della Peschiera 19, Sant’Anna Arresi) dove tutto è a base di pesce appena pescato. Dal 30 di agosto all’8 settembre nel vicino paese si svolge il Sant’Anna Arresi Jazz Festival con musicisti che arrivano da tutto il mondo. Con una manciata di chilometri, si va nell’interno, per visitare Montessu a Villaperuccio, la più importante necropoli rupestre preistorica della Sardegna con le «Domus de Janas», dette anche case delle fate, una necropoli ipogeica con 40 tombe del terzo millennio a.C. scavate nella roccia.
CARLOFORTE: L’ISOLA NELL’ISOLA
E il mare? Le spiagge più belle, anche a settembre, sono a Sant’Antioco, Coaquaddus, Maladroxia, Le Saline, Spiaggia Grande, tutte con sabbia finissima. In pochi chilometri si arriva a Calasetta dove si prende il traghetto per Carloforte, l’isola nell’isola, metà genovese e metà tabarkina, dove si mangia la pasta al pesto e il cous-cous tunisino. Alle Terrazze di Poppona (Loc. Spagnole, tel. 0781850014), casa rurale a una decina di minuti dal paese, si arriva all’imbrunire per l’aperitivo sulla terrazza. A La Galaia (via Don Nicolò Segni 36), in un carruggio, con due salette che ricordano gli interni delle case tradizionali, frequentato da carlofortini e turisti si assaggia la cucina tipica, con porzioni generose e i prezzi moderati. Frequentato dal popolo delle barche il famoso Da Nicolo (corso Cavour 32) con una veranda-salotto e il tonno rosso di Carloforte in tutte le salse. Sale in pietra e un cortile per i tavoli all’aperto nell’ex fabbrica di tonno lungo il portocanale da Dau Bobba con specialità dell’isola.
La strada che esce dal paese costeggiando gli stagni delle saline porta a diverse spiagge, raggiungibili anche con l’autobus dal paese: la Bobba, la più frequentata dai giovani, che con un sentiero lastricato porta alle Colonne, due faraglioni di basalto simbolo di Carloforte, poi Guidi con colori quasi caraibici e Lucchese con piccole grotte. Alla spiaggia della Caletta (riparata dallo scirocco e da evitare nei weekend) si arriva anche per un aperitivo al tramonto al chiosco delle Dune, attrezzato con lettini e ombrelloni.
La scogliera di Capo Sandalo è il posto ideale per ammirare un tramonto emozionante nel silenzio più totale. Tra mare e campagna si trova Casa di Sale, uno Yoga Resort in stile rurale, arredata con oggetti etnici e pezzi di antiquariato, con terrazza panoramica dove ogni giorno si pratica yoga. Solo quattro camere doppie, ciascuna con bagno e dehors, più tende di charme con bagno esterno. Il prossimo appuntamento allo Yoga Resort Casa di Sale è per la settimana dall’8 al 15 di settembre con partica di yoga e meditazione, ma si può soggiornare anche per una vacanza detox e di relax.
SULCIS: VIBRAZIONI BENEFICHE
La Sardegna è anche terapeutica. Sono chiamate le buone vibrazioni del Sulcis quelle emanate dai resti di alcuni siti archeologici, tombe dei giganti, massi di granito e nuraghi. Le pietre millenarie spargono nell’ambiente una pioggia di flussi energetici, che secondo alcuni studiosi sarebbero in grado di apportare benefici terapeutici. «Il granito è fatto di biossido di silicio, come i microchip dei computer. Per questo ha un effetto magnetoterapico naturale. Non era un segreto per le civiltà pre-nuragiche che costruirono i loro luoghi di culto proprio in queste zone a forte magnetismo» spiega Annalisa Aru, che realizza itinerari a tema per Sardegna Insolita.
Appena fuori Santadi si possono assorbire i flussi magnetici alla tomba dei giganti di età nuragica a Barrancu Mannu. L’entrata è molto piccola, tanto che per entrare nella grande stanza funeraria bisogna quasi strisciare. E poi è fondamentale rispettare il silenzio. All’uscita si continua la seduta fra gli imponenti massi granitici plasmati dal vento in modi bizzarri, respirando l’aria della foresta di lecci, corbezzolo, lentischio, mirto ed erica.