Da tre settimane a questa parte in molti non aspettavano altro che una disposizione dell'Alta Corte londinese sulle possibilità o meno per Tafida Raqeeb e per la sua famiglia di venire in Italia. Oggi è arrivata la sentenza del massimo organo giudiziario britannico, che è in linea con la volontà dei genitori: la piccola, che è al centro di un congiunture simili ma non identiche a quelle che nei mesi passati hanno riguardato altri due bambini, cioè Charlie Gard ed Alfie Evans, potrà partire alla volta dell'ospedale Gaslini di Genova, che ha da tempo dichiarato assoluta apertura per fare tutto il possibile.E in relazione a queste circostanze, come negli esempi appena citati, si sta assistendo a una mobilitazione del fronte pro life. Siamo dinanzi ad un'altra sensibile vicenda che ha a che fare con il tema del fine vita. E pure negli accadimenti in oggetto è possibile annoverare l'esistenza di due fronti: quello di chi pensa che il miglior interesse per Tafida sia quello della interruzione dei trattamenti e quello di chi, al contrario, mantiene intatta una speranza e non vuole sentir parlare di stop di sorta.La meta genovese non è stata nominata a caso: sono stati i genitori di Tafida ad inviduare il Gaslini, tanto da dare vita ad una raccolta delle risorse necessarie per una eventuale partenza con destinazione l'Italia. Lo stesso Gaslini, poi, ha commentato positivamente la novità arrivata poco fa: "Questo tempo, che viene offerto a Tafida e alla sua famiglia, è una condizione di dignità e qualità di vita, che da sempre al Gaslini viene offerto ai bambini di tutte le nazionalità e in tutte le condizioni", ha detto Paolo Petralia, che è il direttore generale del nosocomio italiano, secondo quanto riportato dall'Agi.La bimba ha dieci anni ed è stata vittima di un aneurisma celebrale. Ma la famiglia non è concorde sul fatto che il suo "best interest", quello che viene spesso chiamato in causa in queste circostanze, sia quello di essere privata dal "mantenimento in vita artificiale". Quello è, infatti, il parere che sembrerebbe provenire dal Royal London Hospital di Whitechapel, che il centro in cui attualmente Tafida si trova. La battaglia giudiziaria, in ogni caso, potrebbe non essere terminata così. Esiste l'eventualità di un ricorso."Siamo felici di poter accogliere Tafida all'ospedale Gaslini. Fin da subito abbiamo offerto la disponibilità ad accogliere la piccola e la sua famiglia nel nostro ospedale, poiché non sempre, purtroppo, è possibile guarire, ma sempre è doveroso prendersi cura e offrire spazio di accudimento e accoglienza", ha specificato Petralia, come si apprende sempre dalla fonte sopracitata. La decisione presa dall'Alta Corte di Londra lascia ben sperare tanto la famiglia quanto i pro life che si sono mobilitati nel corso del tempo.
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