Mattarella non può sciogliere il Csm e chiede l’intervento della politica per una riforma. Il plauso di Salvini
Nella nota diffusa dal Quirinale, Sergio Mattarella ha espresso il suo sconcerto dopo le intercettazioni di alcuni magistrati – tra cui Luca Palamara – che attaccavano Matteo Salvini. Il Capo dello Stato ha ricordato che, per legge, non può essere lui a sciogliere il Consiglio Superiore della Magistratura, invitando il Parlamento a prendere in mano la situazione per una riforma Csm. Una presa di posizione che ha provocato la soddisfazione del leader della Lega, coinvolto in prima persona in quelle intercettazioni (come vittima). Ora starà alle Camere muovere i propri passi.
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«Per quanto superfluo va chiarito che il Presidente della Repubblica si muove (e deve muoversi) nell’ambito dei compiti e secondo le regole previste dalla Costituzione e dalla legge e non può sciogliere il Consiglio Superiore della Magistratura in base a una propria valutazione discrezionale», si legge nella nota del Quirinale. Il Presidente della Repubblica, infatti, fa riferimento alla articolo 31 della legge sul Csm che parla dello scioglimento del Consiglio Superiore.
Il Consiglio superiore, qualora ne sia impossibile il funzionamento, è sciolto con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il parere dei Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati e del Comitato di presidenza. Le nuove elezioni sono indette entro un mese dalla data dello scioglimento.
Riforma Csm, la presa di posizione di Mattarella
Insomma, il Capo dello Stato – che è anche presidente del Csm per Costituzione – non ha il potere arbitrario per poter sciogliere il Consiglio Superiore della Magistratura in autonomia. Per questo motivo Sergio Mattarella ha invitato la politica parlamentare a fare il proprio lavoro se si volesse precedere con una riforma Csm: «Se i partiti politici e i gruppi parlamentari sono favorevoli a un Consiglio Superiore della Magistratura formato in base a criteri nuovi e diversi, è necessario che predispongano e approvino in Parlamento una legge che lo preveda: questo compito non è affidato dalla Costituzione al Presidente della Repubblica ma al Governo e al Parlamento».
La reazione di Salvini
Il Quirinale interviene sullo scandalo dei magistrati politicizzati e intercettati, ribadendo sconcerto e riprovazione: bene – ha scritto Matteo Salvini sui suoi canali social -. Non bastano le scuse o le improbabili giustificazioni degli interessati, chiediamo che si dimettano dagli incarichi (giudiziari o politici) tutte le persone coinvolte nello scandalo, da cui emergono vergognosi attacchi a me e alla Lega. L’Italia e la giustizia italiana meritano di meglio: serve una riforma del CSM, lo si rielegga per estrazione a sorte come chiesto anche dal dottor Nordio e si proceda ad una completa Riforma della Giustizia, basata su tempi certi dei processi, certezza della pena, responsabilità per errori e lungaggini, separazione delle carriere fra giudici e Pm».
(foto di copertina: da profilo social del Quirinale + Instagram di Matteo Salvini)
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