Rodigo, l’assessore regionale dal produttore che prende con sé un imprenditore in crisi e 8 dipendenti
RODIGO. «Una buona notizia di coraggio». È partito da Rodigo il tour di Fabio Rolfi, assessore all’agricoltura della Lombardia, invitato da Confagricoltura a visitare le aziende che hanno assunto lavoratori di altri comparti. Chef, baristi, impiegati rimasti a casa per colpa dell’emergenza sanitaria. Il coraggio di cui parla Rolfi è quello del produttore di meloni Bruno Francescon: un paio di settimane fa ha reclutato tra gli autisti l’amico imprenditore Ivan Marazzi e otto dipendenti della sua impresa, che il lockdown ha messo temporaneamente fuori gioco. «Una bella storia, che mostra come l’agricoltura possa rivelarsi un’occasione di rilancio» ha commentato l’assessore. «Per noi un’opportunità – si è schermito l’imprenditore – in tre mesi ci giochiamo il 90% del fatturato. In questo periodo lavorano per noi 240 persone, che diventeranno 350 nei prossimi 20/25 giorni. Per noi è stato un bene trovare persone già formate disposte a lavorare qui».
Incalzato sul tema burocrazia, da sempre palla al piede del settore e ora più che mai ostacolo da rimuovere, Rolfi ha difeso l’operato del suo assessorato: «Abbiamo fatto proroghe, deroghe, rimandato scadenze e semplificato controlli. Tutto ciò che si può fare per ripartire è un dovere farlo e noi l’abbiamo fatto. L’importante, però, è che lo facciano tutti, a tutti i livelli istituzionali».
Nel dossier presentato all’assessore dal presidente di Confagricoltura, Alberto Cortesi, anche il problema dei danni causati dalle nutrie. «Capita che in un campo di venti ettari si catturino fino a 200 esemplari ha raccontato Francescon. Rolfi, dopo aver citato le modifiche alla legge sulla caccia ai cinghiali (ora cacciabili tutto l’anno, anche di notte) ha detto che confermerà le risorse stanziate finora, ma chiede che del problema si faccia carico anche il ministero: «Per le nutrie servirebbero milioni e non le centinaia di migliaia di euro stanziate da noi. E bisognerebbe incaricare persone pagate per l’abbattimento, non basarsi sul volontariato. Voglio si capisca, però, che è un problema nazionale. Con ripercussioni economiche e possibili risvolti sanitari. Purtroppo, però, parlare di animali con Roma è come parlare con i sordi, la posizione si fa ideologica».
Sulla scelta dell’industria di abbassare il prezzo del latte, uno sgambetto agli allevatori denunciato giovedì sera da Coldiretti Lombardia a conclusione del tavolo di confronto con Italatte, Rolfi non ha dubbi: «Ho condiviso la posizione con l’Emilia. Si sappia che qualsiasi tipo d’aiuto economico che stiamo definendo in questi giorni sarà subordinato a un patto di filiera chiaro. Questo vale tanto per il lattiero caseario quanto per il suinicolo».
Terminata la visita a Rodigo, l’assessore si è spostato a Pozzolo, all’azienda agricola Boccola, dove tredici ragazzi al debutto in agricoltura sono stati assunti per lavorare in un frutteto di kiwi.