Graziani: «Al Mantova serve un allenatore con le spalle larghe che regga la piazza»
«Caridi mi ha parlato bene di Gilardino, Modesto lo conosco meno. La società usi con intelligenza il binomio con il Verona»
MANTOVA. Mentre in Viale Te si continua a temporeggiare sulla scelta del nuovo mister, la Gazzetta ha chiesto a Gabriele Graziani di tratteggiare il profilo dell’allenatore “ideale” per la piazza di Mantova. Ciccio (contattato di recente dal Lumezzane) conosce alla perfezione l’ambiente ed è anche l’ultimo tecnico che ha guidato l’Acm in C, prendendo la squadra ultima in classifica a dicembre e ottenendo una miracolosa salvezza nonostante i problemi economici poi sfociati nel fallimento. Chi meglio di lui, dunque, può dare un consiglio ai dirigenti biancorossi?
«Innanzitutto tengo a dire che sono felice che sia arrivata questa benedetta promozione dopo tre anni d’inferno in D - attacca Graziani -. Sono certo che società, staff e giocatori avrebbero voluto festeggiarla in maniera diversa, ma l’importante è che sia arrivata. Perché Mantova merita come minimo il professionismo. Sono particolarmente contento per i tanti amici che ho ancora in Viale Te, da Altinier a Garzon e Lazzari che avevo portato io nello staff. E poi tutti quelli che lavorano dietro le quinte, nella segreteria e sul campo».
Ora, però, è tempo di guardare al futuro: «Sì, anche se per ora non è facile metterlo a fuoco. Ho letto che Setti ha fissato come obiettivo la salvezza, ma non è ancora chiaro se il prossimo sarà un campionato normale o l’anticamera della riforma dei tornei. Nel secondo caso, potrebbe venir fuori una C come quella di anni fa, in cui per restare nel professionismo si dovette arrivare fra le prime otto. Di conseguenza, al momento è arduo anche allestire la squadra. Ma in questo Mantova avrà dei vantaggi, perché è una piazza con grande appeal in cui calciatori vengono volentieri».
Il tutto, però, arriverà soltanto dopo la scelta del mister: «Quello qui non è mai stato un compito facile - avverte Ciccio -. Come tutte le grandi piazze, Mantova ti esalta ma è anche molto esigente: è facile passare dalle stelle alle stalle nel giro di qualche settimana. È chiaro dunque che serve un allenatore con le spalle larghe, che sappia reggere la pressione di media e tifosi. Con tutto il rispetto, allenare l’Albinoleffe o il Mantova non è la stessa cosa». E Graziani non ne fa una questione di età: «È chiaro che facendo esperienza si cresce, ma certe caratteristiche si hanno oppure no. Ricordo ad esempio che un giovanissimo Juric viveva Mantova senza problemi mentre Prina - tecnico preparato ed esperto - avvertiva molto di più la pressione della piazza. E lo stesso concetto vale per i calciatori: alcuni, giovani o esperti, al Martelli si esaltano; altri soffrono e non riescono a esprimersi al massimo».
Parlando dei candidati principali alla panchina, Modesto e Gilardino, Ciccio si esprime così: «Beh, essendo io amico fraterno di Caridi, devo dire che mi ha sempre parlato benissimo di Gilardino, come persona e come tecnico. Visto il suo bagaglio calcistico, poi, penso non avrebbe problemi a reggere la piazza, anche se da allenatore è diverso rispetto a quando giochi. Modesto lo conosco meno, so che ha fatto benissimo a Rende e un po’ meno a Cesena... Comunque sono certo che la società sceglierà il profilo migliore, anche considerando la collaborazione da attuare col Verona. A tal proposito - conclude Graziani - devo dire che anni fa sarebbe stata impensabile e che l’ideale sarebbe avere ovviamente un imprenditore locale ambiziosoe concentrato solo sull’Acm. Ma nel calcio d’oggi e date le condizioni può essere d’aiuto. A patto che sia portata avanti con intelligenza e che non limiti la crescita del Mantova. Io sono convinto che sarà così perché finora la società ha fatto davvero benissimo».