Cambia la spiaggia a Riviera, insorge il comitato Tagliamento
Progetto della Sil nell’area accanto alla foce del fiume a Lignano: elioterapia e 200 lettini. Il gruppo a difesa della Riserva naturale: piano privato finanziato con soldi pubblici
LIGNANO. «Siamo da sempre a favore della corretta e consapevole fruizione delle aree verdi perché convinti che da un corretto uso delle stesse si possa trarre numerosi vantaggi sia di tipo conservativo sia come fonte di sviluppo sostenibile del turismo, ma in questo caso le opere che vediamo non ci sembra vadano nella giusta direzione ma che siano interventi puramente economici a favore di un soggetto privato e pagati anche con soldi pubblici».
Tuona così Giosuè Cuccurullo a nome del comitato “Riserva naturale Foce del Tagliamento” in seguito alla serie di interventi attuati dalla Società Imprese Lignano (Sil) per riqualificare e rinaturalizzare il tratto di spiaggia di Riviera a ridosso del fiume.
Abbandonata a se stessa per una decina d’anni, la costa a ridosso del Tagliamento sta per essere rilanciata: con un intervento di centinaia di migliaia di euro, finanziato per l’80 per cento dalla Regione, la Sil, presieduta da Renzo Pozzo, sta ultimando sia la messa in sicurezza della sponda sinistra del corso d’acqua, profondamente erosa, sia la realizzazione di un’area esclusiva adibita all’elioterapia con circa duecento lettini e completamente immersa nel verde.
I primi di agosto, infatti, tutta l’opera, che comprende anche la “Passeggiata Hemingway” e cioè un camminamento illuminato a led lungo la sponda del fiume, sarà inaugurata.
«Constatiamo – incalza Cuccurullo – che di fatto l’intera area è stata occupata dal concessionario con servizi a pagamento che hanno tolto tutto lo spazio disponibile non solo a chi voleva fruire liberamente la foce ma anche a flora e fauna. In più, la rinaturalizzazione dell’area ci appare totalmente sbagliata e inadeguata: gli ambienti in foce sono per lo più di duna costiera e quindi – spiega l’esponente del comitato – le essenze sarebbero dovute essere psammofile e non di certo palme, oleandri e mirto che nulla hanno a che fare con la naturalità autoctona».
Oltre all’acqua alta registrata in occasione delle ondate di maltempo degli ultimi anni, ad accentuare il fenomeno erosivo nella sponda del Tagliamento è anche il passare delle imbarcazioni, che spesso sfrecciano nel canale a tutta velocità.
«Ciò nonostante – aggiunge Cuccurullo – la foce manteneva degli elementi di naturalità interessanti, seppur mal conservati, e l’indirizzo sarebbe dovuto essere quello di mantenerli e migliorarli, non stravolgerli. I lavori fatti sulla sponda, per protezione della stessa, appaiono non per questo scopo, da quanto si evince, ma – conclude Cuccurullo – come un molo turistico che potrebbe anche essere una soluzione ma non va spacciata come mera opera di sicurezza delle sponde».
© RIPRODUZIONE RISERVATA