Servizi segreti, cambia la norma per il rinnovo dei vertici degli 007. La durata resta invariata
I vertici degli 007 italiani possono ottenere più volte il rinnovo del loro incarico, ma la loro permanenza a capo dell’intelligence resta invariata. Con il decreto sulla proroga dello stato d’emergenza per il coronavirus, è stata modificata la legge del 2007 sui servizi segreti: il governo, con lo scopo di garantire “la piena continuità nella gestione operativa del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica”, ha stabilito che non è più possibile una sola proroga dell’incarico, ma che gli incarichi sono rinnovabili più volte. La durata massima però resta invariata: quattro anni per il primo incarico più un massimo di quattro anni successivi.
La norma, di cui ha dato notizia per primo il Corriere della Sera, è stata inserita nel decreto pubblicato il 30 luglio scorso, dopo il via libera del Parlamento alla proroga dello stato d’emergenza fino al 15 ottobre. Il quotidiano di via Solferino aveva spiegato che la modifica avrebbe comportato una aumento della durata dei vertici dei servizi segreti. Palazzo Chigi però chiarisce quale sia la novità: “A differenza di quanto erroneamente sostenuto nell’articolo del Corriere della sera – precisa la presidenza del Consiglio – La nuova norma si limita a introdurre la possibilità che vi siano più provvedimenti successivi di rinnovo dell’incarico, anziché uno solo, senza alcuna modifica del limite massimo temporale di permanenza negli incarichi stessi”. La durata, prosegue la nota, “rimane quella fissata dalla legge 3 agosto 2007, n. 124, cioè di 4 anni per il primo incarico più un massimo di 4 anni successivi”.
La legge modificata è appunto la n. 124/2007 che riguarda il “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto”: con quel provvedimento è stato istituito il Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ovvero l’organo che si occupa di coordinare le attività dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) e dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna). Nel testo era scritto che “la direzione generale del Dis è affidata ad un dirigente di prima fascia o equiparato dell’amministrazione dello Stato, la cui nomina e revoca spettano in via esclusiva al presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Cisr. L’incarico ha comunque la durata massima di quattro anni ed è rinnovabile per una sola volta”.
Il governo con il nuovo decreto ha sostituito le parole “per una sola volta” con la nuova dicitura: “Con successivi provvedimenti per una durata complessiva massima di ulteriori quattro anni“. In questo modo sia il direttore generale del Dis, al momento Gennaro Vecchione, che i vertici delle due agenzie, occupati da Mario Parente (Aisi) e Gianni Caravelli (Aise), potranno ottenere più volte il rinnovo del loro incarico (e non una sola volta), rimanendo comunque al loro posto per un massimo di altri quattro anni. Prima che la modifica diventi effettiva, però, il decreto deve essere convertito in legge.
Anche dopo la precisazione di Palazzo Chigi, non mancheranno le polemiche: secondo il Corriere della Sera, la modifica non è stata pienamente concordata con il Copasir, l’organo che esercita il controllo parlamentare sull’operato degli 007 italiani . Alcuni membri in particolare, scrive il quotidiano, sostengono di non essere stati informati. Ad avere la delega politica sui servizi segreti è lo stesso premier Giuseppe Conte: se il comitato deciderà di avere chiarimenti, sottolinea sempre il Corriere, dovrà chiedere al presidente del Consiglio.
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