Covid, ingressi a scuola in due orari diversi. Mom: «Nella Marca troppa anarchia, i bus non bastano»

TREVISO.

Ingressi scaglionati per le scuole nell’era Covid: Mom chiede un tavolo a Provincia e Provveditorato «altrimenti sarà il caos». Dal 14 settembre, giorno d’inizio dell’anno scolastico, ci si dovrà abituare alle entrate in classe differenziate, al fine di scongiurare gli assembramenti in atri e corridoi. La novità impone però a Mobilità di Marca (Mom) di ripensare schemi consolidati, inevitabile un confronto con gli altri attori coinvolti: «Serve fare ordine, spero ci si possa incontrare già la prossima settimana con Provincia e Provveditorato», dice Giacomo Colladon, presidente Mom, «Bisogna valutare attentamente la situazione, evidenziando le criticità e se serve modificare i nuovi orari indicati dagli istituti».

Il vertice

Un tavolo per arrivare preparati alla ripartenza della scuola dopo l’interruzione di fine febbraio e i quattro mesi di stop al trasporto scolastico. In questi giorni, Mom sta acquisendo, tramite Provincia e Provveditorato, gli orari di ingresso e uscita dei vari istituti; da studiare pure l’impatto dei quasi 500 studenti del Besta, che da settembre lasceranno il campus di San Pelajo, trovando posto all’ex Giorgi di via Medaglie d’Oro. Un monitoraggio prezioso, considerato che le tabelle orarie comunicate dalle scuole rappresentano una rivoluzione copernicana: chi avrebbe mai pensato che la campanella della prima ora potesse suonare due volte? Eppure capiterà di vedere classi entrare alle 8 e altre alle 9. «Stiamo effettuando simulazioni orarie per capire come organizzare il trasporto scolastico da settembre, l’obiettivo è garantire un servizio che si adatti il più possibile ai nuovo sistema. Servono chiarezza e condivisione, per questo ho richiesto il tavolo», incalza Colladon. Che precisa: «Stiamo effettuando simulazioni orarie con i bus a capienza 100%, altrimenti per noi è il disastro».

La capienza

La capienza dei mezzi pubblici è infatti l’altro tema che tiene banco in queste ore. Per l’impatto sul trasporto scolastico e non solo. Mom ha avuto conferma dall’Avvocatura regionale come in Veneto valga sempre l’ordinanza firmata Zaia che permette la capienza 100% fino al 15 ottobre. «Se però il nuovo Dpcm dovesse bypassare l’ordinanza Zaia imponendo la capienza ridotta, la situazione diverrebbe insostenibile, saremo costretti a consegnare le chiavi», attacca Colladon, «Non possiamo moltiplicare mezzi e dipendenti, non ci sarebbero le risorse. Già il nostro settore è stato fra i più bastonati, ridurre la capienza al 60% significherebbe che la speranza di poter vivere non c’è più. Nessuna azienda di trasporto pubblico in Veneto, non solo Mom, sarebbe in grado di assicurare il servizio. Una sciagura». La questione capienza è finita sotto i riflettori, dopo che un’ordinanza del ministero della Salute, correggendone un’altra del ministero dei Trasporti, aveva ripristinato il distanziamento nei treni ad alta velocità. Inevitabile il timore che la capienza al 100% concessa da un’ordinanza regionale (pure ai bus) possa tornare in discussione. —

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