«Soldi Covid per altre spese». La minoranza va all’attacco

ASOLA. Un consiglio comunale caldo, quello del 31 luglio scorso. Nel corso del quale, approvando l’assestamento del bilancio, l’opposizione consiliare ha rilevato come alcune spese non rientrassero fra quelle consentite dai decreti governativi. Per l’amministrazione si è trattato invece di investimenti regolari. «Aspettiamo che la delibera sia pubblicata - spiegano i rappresentanti di Asola impegno comune - poi chiederemo una verifica agli enti di controllo. Vedremo chi avrà ragione».

Tutto nasce con il decreto cosiddetto Cura Italia di fine aprile. All’articolo 112 sospende ai Comuni la restituzione della quota capitale dei mutui consentendo di farla slittare all’ultimo anno di ammortamento. La misura vale per i prestiti assunti con la cassa Depositi e Prestiti (la “banca” a maggioranza statale creata per aiutare gli enti locali) e solo per l’anno in corso. La quota derivante da questo risparmio (il Comune paga solo gli interessi e non restituisce al momento il capitale) è stata stimata in 253mila euro.

«Il problema - spiegano l’opposizione è quei soldi risparmiati non possono essere spesi come uno vuole. Ma come dice la legge Cura Italia, ovvero “per il finanziamento di interventi utili a far fronte all'emergenza Covid-19”». Ma come li ha usati il Comune?

«Dall’assestamento di Bilancio sappiamo che per ora - prosegue l’opposizione - sono stati utilizzati dal Comune di Asola i primi 70mila di cui 20mila per il “bonus piscina” , che crediamo possa rientrare nella casistica, e 50mila per “percorso di riqualificazione del museo e riallestimento sale”, che invece, a nostro parere, non rientra negli interventi previsti e che crediamo che in questo momento non si possa definire prioritario». Da qui l’annuncio del prossimo esposto alla Corte dei Conti ed al Prefetto.

Sempre la minoranza ha evidenziato il turn over che ha riguardato l’area servizi alla città all’interno del settore tecnico del Comune. Il 2 settembre scorso il ruolo è stato assunto dal desenzanese Mattia Macrì, proveniente dal Comune di Carpenedolo. A meno di un anno di distanza, ora il Comune ha stabilito un accordo con Botticino (Bs) dove Macrì è passato per trasferimento dal primo agosto. «Ora vediamo che è stato fatto un avviso di selezione pubblica per 18 ore settimanali e con durata massima pari a quella del sindaco. Una sorta di incarico fiduciario, che non è giunta alcuna candidatura e che l’avviso è stato riemesso con scadenza 14 agosto. Ci pare una procedura perlomeno inusuale». —