Migranti, dalla rotta balcanica in Friuli l’8% in più di arrivi nel 2020. L'esercito ai confini
![Migranti, dalla rotta balcanica in Friuli l’8% in più di arrivi nel 2020. L'esercito ai confini](https://messaggeroveneto.gelocal.it/image/contentid/policy:1.39174406:1596961816/image.jpg)
I dati del commissario di governo di Trieste riguardano i mesi da gennaio a luglio. Valenti: dalla prossima settimana operativi 50 militari per pattugliare i confini con la Slovenia
Otto per cento. Questo l’aumento degli ingressi illegali nel territorio del Friuli Venezia Giulia nei primi sette mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2019. Sono gli ultimi dati, i più aggiornati, in mano al commissario di governo, il prefetto di Trieste Valerio Valenti. Che si dice «non preoccupato in modo particolare, anche se la rotta balcanica non è certo chiusa».
PER APPROFONDIRE
- Le foto. Alla Cavarzerani è arrivato l'esercito
- Il video. Fedriga: "Il Fvg non può permettersi altri ingressi"
Prefetto Valenti sindaci, istituzioni e cittadini della provincia di Udine sono in allarme per i continui arrivi di profughi. Come si argina il fenomeno che nelle ultime settimane sembra aver preso vigore?
«Sono stati assegnati 50 militari dell’operazione “Strade sicure” per Udine. Stanno arrivando, probabilmente già a partire da lunedì (domani, ndr) saranno impiegati sui confini con lo scopo di contenere l’immigrazione. A Trieste sono presenti 130 soldati, a Gorizia un’ottantina».
Il controllo a tappeto della linea di confine, dove è già in atto, sta funzionando?
«Direi di sì, nella misura in cui funziona la riammissione in Slovenia. Se il migrante clandestino viene rintracciato entro 10 chilometri dall’ingresso nel territorio italiano, poi è possibile la riammissione in Slovenia. Riusciamo a rimandarli indietro in larga parte. Non tutti, perchè alcuni si dichiarano minorenni, anche se sono senza documenti, e secondo la legge non possono essere rimandati indietro».
La ministra dell’Interno Lamorgese ha dichiarato che i valichi minori con la Slovenia resteranno aperti. È una scelta che in regione non tutte le forze politiche hanno condiviso.
«Per quanto ci riguarda faremo il massimo per contenere l’immigrazione che arriva da questi valichi».
A proposito, ma il fenomeno migratorio è così in aumento, come viene a volte percepito? Che cifre avete?
«I nostri ultimi dati, che si riferiscono al periodo tra gennaio e luglio, ci dicono che abbiamo un più 8 per cento di ingressi in Friuli Venezia Giulia dalla rotta balcanica. Febbraio e marzo, però, sono stati mesi in cui gli arrivi sono stati quasi nulli per il lockdown e le restrizioni dovute alla pandemia di Covid 19».
Ma l’incremento di immigrati la preoccupa?
«Non si tratta di un dato significativo, non ci preoccupa in modo particolare. Quello che ci preoccupa è altro».
Cioè?
«Il Covid è l’aspetto che complica la gestione dell’accoglienza, perchè bisogna avere delle strutture che non possono essere promiscue, strutture dedicate in modo specifico ai “quarantenati”. In questo senso il Governo sta facendo uno sforzo importante, basti pensare alla nave per le quarantene sulle coste della Sicilia».
Quella della nave quarantena è un’opzione anche per il Friuli Venezia Giulia?
«Non è un’ipotesi all’ordine del giorno».
A Udine e Pagnacco sono state create due zone rosse in altrettanti luoghi, si tratta di una misura efficace?
«A tutti i migranti viene fatto il tampone, quelli positivi sono subito isolati. Le zone rosse sono scelte dei sindaci, che rappresentano l’autorità sanitaria: evidentemente hanno ritenuto che potesse trattarsi di un focolaio da mettere in sicurezza. In ogni caso è un elemento su cui fare molta attenzione».
All’ex caserma Cavarzerani c’è stata una rivolta, pochi giorni fa. Episodi del genere fanno temere per l’ordine pubblico?
«Non commento singoli fatti, ma certamente le rivolte sono sempre da stigmatizzare. A noi compete attenerci alle norme e alle disposizioni per contenere il fenomeno e garantire le condizioni di sicurezza».
La Cavarzerani intanto scoppia...
«Abbiamo chiesto l’alleggerimento della caserma, i tempi dipendono dal Ministero, ci è stata assicurata attenzione. Credo vi siano almeno 100 immigrati da trasferire in altre parti d’Italia».
La rotta balcanica resta una via privilegiata di ingresso...
«C’è il rischio che possa arrivare altra gente nelle prossime settimane, la rotta è aperta, ha un suo andamento, anche stagionale. Ma la situazione, se non fosse intervenuto questo cambio di strategia dei passeur, che puntano su Udine per sottrarre i migranti alla riammissione in Slovenia, sarebbe sotto controllo e la gestione si potrebbe attuare con minor clamore. Sono i trafficanti che decidono le varie rotte, non è un fenomeno che si evolve in maniera autonoma, ma governato da chi incassa i soldi».