Nel verbale (riservato) del 10 marzo il Cts approvava il lockdown: “Scelte importanti del governo sempre in linea coi nostri pareri”
Nella nota inviata all'esecutivo nel giorno dell'inizio della quarantena per gli italiani, il Cts si dice d'accordo con la chiusura di tutto il Paese. A darne notizia, il Corriere della Sera
L'articolo Nel verbale (riservato) del 10 marzo il Cts approvava il lockdown: “Scelte importanti del governo sempre in linea coi nostri pareri” proviene da Il Fatto Quotidiano.
La chiusura di tutto il territorio nazionale è “coerente con l’andamento della curva epidemiologica”. La decisione assunta dal governo di imporre il lockdown, dopo la firma del Dpcm da parte di Giuseppe Conte il 9 di marzo, ha trovato l’approvazione del Comitato tecnico-scientifico. La conferma arriva da un verbale, ancora non reso pubblico, datato 10 di marzo, secondo cui il Cts si è espresso a favore dell’adozione di misure più stringenti per l’Italia intera.
Nei giorni scorsi, dopo la pubblicazione di cinque note da parte della Fondazione Einaudi, una larga fetta del mondo mediatico e di quello della politica hanno evidenziato come, a loro dire, si fosse creata una sorta di spaccatura tra le indicazioni degli scienziati e l’esecutivo. Nel mirino, in particolare, è finito il verbale del 7 di marzo, in cui il Cts parlava di due livelli di misure di contenimento da mettere in campo (per la Lombardia e per le province del Nord più colpite dal Covid-19) e che dimostrerebbe come Conte e i ministri competenti avrebbero fatto di testa loro, disattendendo il parere dei tecnici. Il leader della Lega, Matteo Salvini, si è spinto ad affermare che il governo “ha sequestrato senza motivo gli italiani”, mentre dalle bocche di altri esponenti delle opposizioni sono uscite espressioni come “dittatura”, “pieni poteri” e “azioni incostituzionali”. Fipe-Confcommercio, inoltre, ritiene che le imprese legate alla ristorazione siano state danneggiate dalla scelta di isolare gli italiani, e per questo ha dato mandato ai propri legali di verificare la fondatezza di un eventuale procurato allarme.
Ora, però, il contenuto del verbale del 10 di marzo smentirebbe la versione che vuole un governo “sordo” rispetto alle voci della scienza. A svelarne l’esistenza, questa mattina, è stato il Corriere della Sera. E la conferma è arrivata a ilFattoQuotidiano.it, che grazie ad alcune fonti interne del team di esperti ha potuto ricostruire quei giorni in cui “la curva dei contagi variava non di giorno in giorno, ma di ora in ora“. E ancorché sui documenti riservati e a disposizione, al momento, solo di Palazzo Chigi viga il massimo riserbo (Conte ha in ogni caso dichiarato di volerli rendere pubblici e di non avere “nulla da nascondere”), ciò che emerge dal Cts è che “le decisioni più importanti prese dal governo sono sempre state in linea coi nostri pareri“. E, dunque, anche quella relativa al lockdown. Perché, non va dimenticato, le riunioni tra gli esperti avvenivano ogni giorno e lo scambio di informazioni coi rappresentanti dell’esecutivo, in particolare col ministero della Salute, era costante.
Un’altra voce, protagonista di quei giorni così frenetici, ha respinto l’idea secondo cui ci sarebbero stati contrasti tra scienziati ed esecutivo. Si tratta del dirigente della Protezione civile, Fabio Ciciliano, incaricato di sintetizzare le posizioni degli esperti e di trasmettere le note al governo. Intervistato ieri sempre dal quotidiano di via Solferino, Ciciliano ha dichiarato che “non è vero che non siamo stati ascoltati: noi diamo pareri tecnici, poi è il decisore politico che prende le iniziative”. Soffermandosi su quei giorni di marzo, ha spiegato che “le infezioni da coronavirus hanno avuto un’impennata e il governo ha deciso di chiudere l’Italia. Non c’è stato alcun contrasto col Comitato tecnico-scientifico”. Parole che, a questo punto, vengono avvalorate dal verbale del 10 di marzo.
Twitter: @albmarzocchi
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