Libano, si è dimesso il governo di Hassan Diab: “Non è un modo per fuggire dalle nostre responsabilità”
Tra domenica e oggi erano già quattro i membri ad aver rimesso al premier il proprio mandato, dopo le pesanti accuse seguite all'esplosione al porto di Beirut che si sono aggiunte a una già grave crisi economica. Ad annunciarlo è stato il ministro della Salute Hamad Hasan. Alle 18.30 italiane il premier parlerà alla Nazione
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L’esecutivo libanese a guida Hezbollah e con a capo Hassan Diab non ha retto sotto la pressione dell’opinione pubblica dopo l’esplosione che ha devastato Beirut, le proteste in strada sempre più violente e represse nel sangue e la grave crisi economica che ha ridotto il Paese in ginocchio. Dopo l’addio di quattro ministri, al termine della riunione tra tutti i componenti dell’esecutivo quest’ultimo ha deciso per le dimissioni in blocco, dando il via a una crisi di governo nel bel mezzo di un’emergenza umanitaria, sanitaria ed economica. L’annuncio è arrivato per bocca del ministro della Salute, Hamad Hasan, al termine di un vertice: “Il governo libanese del premier Hassan Diab ha rassegnato le sue dimissioni”, ha detto ai giornalisti precisando che queste “non sono un modo per fuggire dalle sue responsabilità”. Il premier dimissionario parlerà alla Nazione alle 19.30 (18.30 italiane).
Le dimissioni in massa erano partite già domenica. I primi a fare un passo indietro erano stati la ministra dell’Informazione, Manal Abdel-Samad, e quello dell’ambiente, Damianos Kattar. Oggi era toccato alla ministra della Giustizia, Marie-Claude Najm, rimettere il proprio mandato al premier Hassan Diab, così come al titolare delle Finanze, Ghazi Wazni. Ma tv e giornali libanesi da ore avevano preannunciato che nel pomeriggio si sarebbe dimesso l’intero governo, al termine della riunione convocata al palazzo presidenziale Baada al Gran Serraglio, anche se il ministro dell’Interno, Mohammad Fahmi, ha affermato che dimettersi oggi significava “sottrarsi alle proprie responsabilità”.
“Inizialmente, subito dopo l’esplosione, ero favorevole alle dimissioni del governo perché mi sembrava logico – aveva dichiarato Fahmi parlando a Lbci – Ma oggi che siamo sotto pressione dimettersi significherebbe sottrarsi alle proprie responsabilità. È vergognoso fuggire davanti alle proprie responsabilità”.
Il presidente del Parlamento, Nabih Berri, aveva chiesto al governo di rimanere in carica fino a giovedì, così da essere sfiduciato direttamente dall’Assemblea, riporta Mtv spiegando che sono in corso colloqui tra Berri e Hezbollah in merito. Un’ipotesi che avrebbe fatto ricadere formalmente su questo esecutivo la responsabilità del disastro nella capitale.
Intanto, la commissione d’inchiesta creata dopo il disastro nel porto di Beirut ha concluso il suo primo rapporto e lo ha consegnato al governo libanese, scrive al-Joumhouria.
Con la crisi di governo in corso, per le strade della capitale si continua a scavare per cercare di recuperare i corpi delle persone che risultano ancora disperse. Oggi i soccorritori hanno trovato altri cinque corpi senza vita, ha fatto sapere l’esercito libanese, impegnato nelle ricerche insieme alla Protezione civile, ai Vigili del Fuoco e alle squadre inviate dalla Russia e dalla Francia.
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