Tra i volontari del circolo Arci il Covid viene preso... a schiaffoni
Ecco come la storica sagra di Campo si sta svolgendo rispettando le rigide norme sul distanziamento
SAN GIULIANO. L’atmosfera non è quella di tutti gli anni, ma la voglia di ripartire è più forte di tutto. La Sagra degli schiaffoni di Campo festeggia 25 anni ed è una delle poche sagre che hanno aperto i battenti in questa durissima estate post lockdown e segnata dall’emergenza Covid-19.
La sagra, che omaggia la storica pasta, andrà avanti fino a domani, giorno di Ferragosto, in un formato del tutto particolare rispetto al passato. Bisogna rispettare le norme di contrasto al Covid, osservando il distanziamento sociale e il divieto di assembramenti, sia da parte dei tantissimi volontari, sia da parte degli avventori. Si indossa la mascherina e ci si disinfetta con il gel igienizzante all’ingresso, dove i volontari misurano la febbre agli ospiti. Si mangia in quattro turni diversi, tra un turno e l'altro viene fatta la sanificazione, e si deve ovviamente prenotare in anticipo. Non si vedono i folti gruppi del passato, ma per molti c’è la voglia di passare una serata in compagnia se si considera il particolare momento che tutti quanti stiamo attraversando. Anche se in termini di ritorno economico e di pubblico il calo rispetto al passato c’è stato. Due terzi in meno di incassi rispetto all'anno scorso.
Il presidente del circolo Arci di Campo Luca Cavallini ci racconta con orgoglio come insieme al gruppo storico che segue la sagra sia riuscito mettere in piedi anche questa edizione: «È già importante essere ripartiti, anche se è stato difficilissimo. Non abbiamo voluto mollare, non volevamo interrompere una tradizione che dura da 25 anni. Questi numeri ci fanno tristezza, ma vogliamo andare avanti».
Oltre a prenotare via Internet le ordinazioni vanno fatte in anticipo. Musica a basso volume e nessuna orchestra sul palco, ma comunque la possibilità per i bambini di avere accesso ai gonfiabili sul retro della storica Casa del popolo. «Abbiamo dovuto rinunciare al ballo liscio, ma nel nostro piccolo siamo riusciti ad allestire un bar all’aperto con sedie e tavolini – prosegue Cavallini –. Con le distanze giuste, nel rispetto delle regole. Non è facile allestire una sagra come questa in questo periodo particolare e capiamo anche la paura della gente. Penso comunque che siamo riusciti a fare tutto evitando assembramenti. Abbiamo dovuto fare anche una riunione per spiegare le regole sia a chi sta in cucina, sia ai ragazzi che servono ai tavoli. Non è semplice per loro tenere tre ore la mascherina». Infine, Cavallini ha un pensiero per i dipendenti del circolo: «Puoi fare tutte le cose belle di questo mondo, ma devi pensare anche a chi con questo circolo porta a casa uno stipendio. Se noi non facevamo questa sagra forse era un problema arrivare a gennaio. Da marzo a oggi è stato difficilissimo e ci dispiace perché qui abbiamo tre dipendenti».
Tra i responsabili della sagra c'è anche Matteo Cecchelli, che è segretario locale del Pd: «La crisi legata al Covid colpisce e ha colpito in questi mesi anche i circoli Arci. La chiusura forzata ha creato difficoltà che minano la sopravvivenza di molte strutture come il circolo di Campo. La sagra permette al circolo di vivere e poterlo mantenere. Ci sono in ballo attività ricreative, spese di manutenzione, bollette e gli stipendi di tre ragazze assunte al bar». Cecchelli parla di una sfida che è simbolo di ripartenza e resilienza: «Questa è l'unica sagra, al momento, fatta nel comune di San Giuliano. Abbiamo dovuto adeguare gli spazi e l'organizzazione in funzione delle linee guida sul Covid emanate dalla conferenza Stato-Regioni. I nostri sforzi sono stati tanti, adesso speriamo che per Ferragosto i nostri affezionati frequentatori vengano a trovarci, troveranno un ambiente gestito in sicurezza». —
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