La difesa dell'Ad Parchi Val di Cornia: in foresteria fino al 31, ma nessuno ha chiesto di usarla quest’estate
L’amministratore delegato Tognoli, dopo l’inchiesta del Tirreno, parla dell’alloggio con vista sull’Acropoli. I componenti del cda Grossi e Massaza: «Gravi notizie, consiglio mai informato. Ora immediati chiarimenti»
PIOMBINO. Si dà lo sfratto il 31 agosto. L’amministratore delegato Parchi Val di Cornia Mauro Tognoli annuncia che per quella data libererà la foresteria al piano superiore del centro visite dell’acropoli nel Parco archeologico di Baratti e Populonia di cui ha preso possesso. «Non sono giunte alla società richieste formali da parte di Università o altri enti per l’uso della struttura durante il periodo estivo – sottolinea l’Ad Tognoli –, la campagna di scavo è prevista infatti a settembre». E precisa che «per aumentare i tempi dedicati al lavoro per la società, eliminando gli spostamenti», ha ritenuto «opportuno utilizzare ad uso saltuario e solo fino al 31 agosto la struttura al momento vuota, con l’impegno preannunciato di lasciarla libera in caso di richieste». Così replica a quanto raccontato ieri dal Tirreno nell’inchiesta in cui oltre all’uso privato di un bene pubblico si mettono in luce stravaganze, come la fornitura di decine di casse di vino della cooperativa vitivinicola di cui è presidente in Franciacorta per il Caffè del Museo di Cittadella, e ipotesi di irregolarità amministrativa, per le funzioni di direttore generale che gli sono state attribuite, a colpi di maggioranza, e che sono incompatibili per legge con quelle di amministratore delegato.
Abbiamo provato ancora a chiedere al diretto interessato, ma l’Ad Tognoli ha preferito replicare con una nota evitando di produrre le carte a fondamento delle proprie ragioni. E lasciando in sospeso le questioni più spinose, come la somma di ruoli di Ad e direttore generale. Se vorrà Il Tirreno sarà pronto ad ascoltare e dare voce alla sua versione dei fatti. Di sicuro non potrà evitare la richiesta di due dei cinque componenti del consiglio di amministrazione, Roberto Grossi e Beatrice Massaza. I due in relazione alla nostra inchiesta parlano di «gravi notizie relativamente all’operato dell’Ad della società» e rilevano che «il Cda non è stato in alcun modo coinvolto né informato. Abbiamo chiesto formalmente al presidente l’immediata convocazione del Cda per il chiarimento dei fatti e all’Ad una relazione dettagliata che valga a chiarire eventuali profili di responsabilità penali, civili, amministrativi. Abbiamo altresì richiesto ai sindaci che compongono l’assemblea dei soci di valutare ed approfondire la situazione, a tutela dell’immagine e dei diritti personali e della società».
Al Tirreno, invece, Tognoli in merito ai lavori che ha fatto fare di ristrutturazione della foresteria, prima di prenderne possesso, mette sul tavolo la cifra di «circa 2.500 euro». E precisa che «sono stati fatti, in realtà, alcuni minimi interventi, che vanno in prosecuzione agli acquisti e alle sostituzioni di arredi e strutture, vetuste e consumate dall’uso continuo, fatte anche negli anni passati. Azioni necessarie a rendere utilizzabile in modo corretto la foresteria, così come specificato nel regolamento di uso dell’edificio». Regolamento che, a quanto è dato sapere, non prevede l’uso di quegli spazi per fini privati qual è il soggiorno di Tognoli. Tra l’altro, si apprende dallo stesso che per il suo impegno alla Parchi riceve un rimborso forfettario. In pratica, una cifra fissa che gli viene riconosciuta a prescindere dalle reali spese sostenute. «L’unico compenso previsto è quello del presidente, Alessandro Bruni – dice –; gli altri membri del Cda ricevono rimborsi forfettari».
Nessun chiarimento in merito alle funzioni che gli sono state attribuite. Mentre precisa che non è più responsabile del Museo archeologico del territorio di Piombino. «In assenza della dottoressa Cinzia Murolo, è stata richiesta la disponibilità da parte della dottoressa Marta Coccoluto, già responsabile del Parco archeologico di Baratti e Populonia, ad assumerne la responsabilità, essendo il Museo stesso culturalmente e funzionalmente collegato al Parco».
Dovremo pazientare fino a gennaio 2021 per ripercorrere le vicende societarie Parchi Spa di quest’anno. La trasparenza è in tempo reale solo per gare, contratti e aggiudicazioni e selezioni del personale. «Il sito è aggiornato seguendo le direttive di legge entro ogni 31 gennaio riportando i dati relativi all’anno precedente», conferma Tognoli. Tant’è che ad oggi resta impossibile conoscere l’attuale organigramma, i curriculum e le indennità dei membri del consiglio di amministrazione. Dall’insediamento del nuovo Cda si è fatto carta straccia degli obblighi previsti dal cosiddetto Codice della trasparenza, la legge 33 del 2013, che impone obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni e delle società in house, qual è Parchi Val di Cornia.
Un abbaglio. Le oltre trenta casse di vino contate all’interno del Caffè del Museo con sopra il marchio della Cooperativa Vitivinicola Cellatica Gussago, proprio quella di cui Mauro Tognoli è presidente, sarebbero un omaggio come buon viatico per l’inaugurazione del servizio, fatta il 10 agosto. «Le bottiglie utilizzate durante la serata, prodotte dalla Cooperativa vitivinicola Cellatica Gussago – dice l’Ad Parchi, nonché presidente della cooperativa –, sono state offerte dall’azienda stessa per contribuire alla riuscita dell’iniziativa». Restano le ombre che Tognoli, nella sua doppia veste di Ad Parchi e presidente della coop vitivinicola, avrebbe potuto fugare con estrema facilità producendo le carte che provano il generoso omaggio e l’accettazione della Parchi. —