La rabbia dei presidi: “Dobbiamo sapere quando saranno consegnati i banchi monoposto”
«Per organizzare il rientro in aula c’è bisogno di un minimo di anticipo» si rivolge al commissario Arcuri il presidente dell’Associazione Presidi, Antonello Giannelli
La rabbia dei presidi è esplosiva: i dirigenti scolastici hanno urgenza di chiarezza organizzativa e di tempistiche. Diversamente, non c’è la visione del 14 settembre per l’apertura delle scuola. «Chiediamo al commissario Arcuri che venga pubblicato il prima possibile il calendario di consegna dei banchi monoposto. L'inizio del nuovo anno scolastico si avvicina e non e' possibile che i presidi vengano a saperlo il giorno prima: per organizzare tutto serve un minimo di anticipo». Così dichiara Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi, all'AGI e esprime le sue preoccupazioni in vista del 14 settembre. «Al momento - conferma - non sappiamo niente di ufficiale. Siamo in attesa della riunione del Comitato tecnico scientifico in programma per dopodomani, riunione nella quale si farà il punto della situazione e, speriamo, si daranno indicazioni più stringenti sull'utilizzo della mascherina. E' evidente che in assenza di banchi monoposto si porrà un problema di distanziamento e l'unico antidoto finirà con l'essere proprio la mascherina».
Per Giannelli, «serve la collaborazione di tutti, a partire dai genitori chiamati a spiegare ai loro ragazzi come la mascherina sia un dispositivo di protezione fondamentale. La scuola mette in comunicazione 30 milioni di persone, interi nuclei familiari con genitori e nonni, ed e' evidente che con l'aumento della promiscuità tra gli individui cresce anche il rischio di contagio».
Il Presidente dell’Anp non si ferma ai banchi: «Abbiamo chiesto prima della riapertura delle scuole di rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro – dice all’Ansa – . Il covid è equiparato a un incidente sul lavoro. Se il dirigente scolastico attua il protocollo sanitario allora non gli si deve imputare nulla". E sottolinea: «Non parliamo di scudo penale, quello fa riferimento a soggetti che hanno commesso reati, e i presidi non sono delinquenti o malfattori".
Sulla possibilità di contagi, nel caso si presentasse un caso positivo all'interno di una scuola, l’indicazione è che bisognerà valutare la chiusura dell'istituto solo di concerto con l'autorità sanitaria, cioè la Asl, e dopo avere considerato le circostanze. «Non ci possono essere regole generali nè ci si può affidare esclusivamente a parametri numerici» conclude Giannelli.