Bus per studenti, riorganizzazione in bilico nel Padovano

PADOVA. Ci sono due ostacoli, grossi come macigni, sulla riorganizzazione anti-contagio dei bus che arrivano nel capoluogo dai principali centri della provincia per portare a scuola gli studenti delle superiori. Il primo è se sarà confermata o meno la capienza al 100% con mascherina. Il secondo è se ci sarà un orario di entrata unico per tutte le scuole o se saranno sfalsati nell’arco di una o due ore.

Dipende tutto dal comitato tecnico-scientifico nazionale, la cui decisione è attesa a giorni. Solo dopo BusItalia, Provincia e Ufficio scolastico torneranno a riunirsi per concretizzare la riorganizzazione delle linee attorno ai 4 principali poli scolastici, così da evitare assembramenti nel terminal in stazione a Padova.

Le scuole-polo e i nuovi tragistti

Se il comitato tecnico-scientifico del governo confermerà la decisione della Regione di far viaggiare i bus a piena capiena, come d’altronde già oggi succede per i treni regionali, i 37 mila studenti padovani delle superiori potranno essere accompagnati direttamente in uno dei 4 poli individuati dalla Provincia.

Il primo è l’area di via Cave a Brusegana dove ci sono il liceo linguistico e istituto tecnico Scarcerle, l’agrario Duca degli Abruzzi e il convitto San Benedetto da Norcia. Poi la zona di via Facciolati dove ci sono l’istituto tecnico-commerciale Gramsci e lo scientifico Alvise Cornaro. Un polo scolastico c’è anche tra Arcella e Mortise con l’istituto tecnico-industriale Severi, lo scientifico Curiel e il professionale Enaip-Acli. Infine la zona di via Manzoni dove ci sono il tecnico Marconi, il professionale Bernardi, il tecnico-industriale paritario Ferraris e il professionale per la moda Enrichetta Usuelli Ruzza.

L’obiettivo è evitare che tutti gli studenti provenienti dalla provincia si radunino nel terminal di viale della Pace per poi prendere la navetta verso la loro scuola.

Rischio ricorso ai privati

Se invece il comitato deciderà che anche sui bus si dovrà rispettare il distanziamento, servirà almeno un terzo di corse in più. In pratica BusItalia dovrà fare ricorso alle aziende private, con la necessità di ampliare la percentuale di corse in sub-appalto prevista dalla legge.

Il problema è stato affrontato ieri mattina nell’incontro che si è svolto nella sede di via Cave dell’Ufficio scolacon il provveditore Roberto Natale, la consigliera delegata ai trasporti della Provincia Elisa Venturini ed il direttore dell’ufficio movimento di BusItalia Davide Pacifico.

«Abbiamo effettuato un’analisi congiunta su come dovrà essere organizzato il trasporto degli studenti: gli scenari non possono ancora essere definitivi perché manca la decisione finale del comitato nazionale. Comunque è stato, complessivamente, un incontro importante e costruttivo», è il commento di Natale.

Nella riunione si è parlato anche dei 9 milioni di euro che dovrebbero arrivare a BusItalia dal fondo stanziato dal governo con il decreto Rilancio e il decreto Agosto a sostegno del trasporto pubblico. Soldi che non sono ancora arrivati ma che dovrebbero servire a rimborsare gli studenti titolari di abbonamento non utilizzato per il lockdown. Sono attese nei prossimi giorni le indicazioni da parte della Regione: potrebbe essere previsto il prolungamento dell’abbonamento oppure un rimborso attraverso voucher in titoli di viaggio. —

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