Covid e stadi chiusi: l’Acm rischia di perdere un milione

Senza riapertura al pubblico potrebbero mancare 4-500mila euro di incassi. Poi ci sono il nodo sponsor e i costi per i continui esami da fare a tutto il gruppo

MANTOVA. Sulla stagione calcistica 2020-2021 pende come un’enorme spada di Damocle l’evoluzione dell’emergenza coronavirus. A poco più di un mese dal via al campionato di serie C (fissato per domenica 27 settembre) le certezze sono pochissime e dal punto di vista economico le società rischiano una mazzata. In caso di mancata riapertura degli stadi e di conferma degli attuali protocolli sanitari, ad esempio, il Mantova potrebbe andare incontro a perdite per quasi un milione di euro.

Per ora, infatti, stando anche alle ultime dichiarazioni del presidente Figc Gravina («non ci sono le condizioni, almeno per i grandi numeri») e dei virologi (ieri è arrivato il “no” sul tema di Pregliasco), è difficile immaginare una riapertura imminente degli stadi. Quella del botteghino è una voce importante degli incassi dei club (soprattutto in C dove non ci sono diritti tv) e lo è soprattutto per il Mantova. Dopo tre anni di purgatorio in serie D e con la possibilità - salvo composizione diversa dei gironi - di giocare un derby sentito come quello col Modena e partite di cartello contro avversarie del calibro di Padova, Cesena, Piacenza,k Triestina e altre, era facile immaginare per l’Acm un’annata molto favorevole dal punto di vista del pubblico. A spanne si potevano ipotizzare - fra abbonamenti e biglietti - incassi per 4-500mila euro. Incassi che non ci saranno o che al massimo ci saranno soltanto in parte, se gli stadi verranno riaperti a un certo punto della stagione e con capienza ridotta.

Ai mancati incassi da botteghino rischiano di aggiungersi anche quelli derivanti dalle sponsorizzazioni. Se da un lato, infatti, il credito d’imposta al 50% concesso dal governo a chi sponsorizza società sportive con importi superiori ai 10mila euro potrebbe dare una boccata d’ossigeno, dall’altra con stadi chiusi e scarsa visibilità televisiva (le gare di C vengono trasmesse su internet dal portale Eleven Sports) non sarà semplice fare grandi numeri sul fronte sponsor. E si dovranno mettere in conto anche gli eventuali incassi mancati al Mantova Point legati al merchandising.

A tutto ciò si aggiungono poi i costi legati ai protocolli sanitari anti-Covid 19. Al momento, infatti, il “gruppo squadra” (calciatori, staff ma anche dirigenti e dipendenti, dunque una quarantina di persone) deve essere sottoposto a tampone ogni quattro giorni. E i costi, se proiettati sull’intera stagione agonistica, sono rilevanti. Ipotizzando la media di 50 euro a tampone, si va a duemila euro ogni 4 giorni, dunque a spanne sui 150mila euro l’anno. Nei giorni scorsi la Lega Pro ha firmato una convenzione con Federlab Italia proprio per permettere alle società di C di accedere agli esami a costi minori, ma anche così le spese non caleranno di certo sotto i centomila euro.

Resta poi aperto tutto il capitolo riguardante le squadre giovanili (leggi articolo a destra), dato che è facilmente immaginabile cosa potrebbe costare sottoporre a controlli e assicurare costante supporto medico alle centinaia di ragazzini che giocano ogni anno in maglia biancorossa. —

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