Nek sulla serata al Twiga: "Ho agito con leggerezza, non dovevo accettare di cantare" - video

Ho sbagliato, sono stato poco prudente. Nek si scusa dopo quanto avvenuto nei giorni scorsi a Marina di Pietrasanta. È stato un vero e proprio caso il mini-concerto improvvisato dal cantante di Sassuolo al Twiga in Versilia.

Nek canta al Twiga, pubblico senza mascherina: "Ho commesso una leggerezza"foto da Quotidiani localiQuotidiani locali

Sono scoppiate molte polemiche dopo la sua esibizione, nonostante fosse una festa privata, che hanno richiamato l'attenzione per il rispetto delle regole per la questione Coronavirus, soprattutto dopo quanto avvenuto nei locali della Costa Smeralda.
Sulla vicenda era intervenuto anche il sindaco di Pietrasanta, Alberto Giovannetti: «Invito tutti a rispettare le regole ed il buonsenso. Vale da sempre per il Twiga, come per qualsiasi altro locale o attività, della mia città. Ho sempre sostenuto che le discoteche non andassero chiuse, e lo confermo ancora, purché ci sia uno scrupoloso rispetto delle normative e dei protocolli anti-Covid. Le situazioni, in ogni caso, vanno contestualizzate e conosciute. È evidente che ci siano aspetti anche strumentali attorno a questo caso. Invito tutti alla responsabilità». —

Santanché ai clienti del Twiga: "Stasera non potete ballare. Io e Briatore arma di distrazione di massa"foto da Quotidiani localiQuotidiani locali

Cosi  con una storia su Instagram, il cantante è intervenuto ammettendo di aver agito con leggerezza.
«Mi sono preso qualche tempo per rispondere con la calma necessaria su quello che successo, perché non voglio che passi un'immagine di me che non corrisponde a chi sono. Mi trovavo con la mia famiglia a una cena nello stabilimento dove ho passato (come ogni anno) l'estate, sempre nel pieno rispetto di tutte le regole. Una cena privata all'aperto per i soli clienti dello stabilimento, che ho trascorso seduto al tavolo con i miei congiunti».
«Il deejay - prosegue – ha alzato il volume su una mia canzone e mi è stato chiesto di accennare un paio di pezzi (non un concerto), ho accettato amichevolmente l'invito a prendere il microfono. Ho commesso una leggerezza: la musica crea aggregazione, le persone hanno cominciato a farsi prendere dall'entusiasmo e, anche se l'evento era privato, sarebbe stato meglio non accettare e non prenderlo quel microfono. Ho passato questa estate facendo dei piccoli concerti nel pieno rispetto delle regole di distanziamento a tutela della salute di tutti. E da lì non mi schiodo, la priorità è sempre quella».