L'incendio a Suvereto: «Sono tornata a vedere e mi si è gelato il sangue»
«Quando sono tornata e ho visto meglio fin dove è arrivato il fuoco, mi si è gelato il sangue. Abbiamo rischiato davvero tanto, poteva essere una tragedia. E alla fine, nel male, possiamo dire che è andata bene».
Jessica Pasquini, sindaco di Suvereto, sabato pomeriggio è stata a lungo a Montepitti, a seguire le operazioni di spegnimento del violento incendio che ha mobilitato decine di vigili del fuoco, volontari, tre elicotteri, due Canadair, carabinieri, forestali, agenti della polizia municipale e provinciale, semplici cittadini.
Ieri mattina Pasquini è tornata lì per un sopralluogo. L’incendio, partito da una fossa lungo la 398, si è divorato una ventina di ettari di macchia mediterranea (sei solo quelli di Montepitti). Nel complesso, di ettari ne ha interessati oltre 40 tra bosco e oliveta. In poche ore è andato in fumo un pezzo della collina al confine con Campiglia, dove sorge il villaggio turistico Le Corti di Montepitti. E la stessa struttura turistica ha rischiato grosso. Quella, ma anche altre abitazioni sparse tra Debbione e Fontanella. Sono state ore concitate, di superlavoro e di paura. Tutti lì a cercare di contenere un rogo enorme alimentato da un fortissimo vento di scirocco; e in attesa di una pioggia annunciata dalle previsioni, che è arrivata solo nella notte. E poca.
Spento il fuoco e diradato il fumo, ora si vedono i segni su otto di questi appartamenti delle Corti. Il personale del villaggio turistico ieri era al lavoro per fare un bilancio dei danni e soprattutto per rimettere tutto a posto, visto che la stagione deve andare avanti. Gli ospiti, che erano stati trasferiti in altre strutture (perché in tutta la zona era stata tolta la corrente elettrica in modo da consentire ai Canadair di lavorare in sicurezza), sono tornati alle Corti.
«Devo dire che stamani ho avuto più paura di ieri – spiega Pasquini – Quando ho visto quanto il fuoco è andato vicino alle case, ho capito che abbiamo rischiato davvero la tragedia. Per fortuna l’incendio ha solo circondato la struttura principale delle Corti, risalendo verso la collina. Nel passaggio, ha distrutto un container dove era stata sistemata l’attrezzatura. Una strada interna, asfaltata, ha impedito di avvicinarsi troppo al complesso principale. Le abitazioni più alte invece sono state sfiorate. Otto gli appartamenti colpiti, non tutti allo stesso modo. Tutto il resto è stato risparmiato, compresi i giardini privati. La stagione quindi potrà continuare, una stagione peraltro molto buona per tutti. Anche gli ospiti delle Corti sono rientrati dopo che è stata riattaccata la corrente, sia lì che nel resto della zona».
«L’incendio si è esteso velocissimamente – dice ancora il sindaco – anche perché il vento era fortissimo. Hanno fatto un gran lavoro i vigili del fuoco, sono stati decisivi gli elicotteri e i Canadair. Ma sono tutti da ringraziare, dai volontari alle forze dell’ordine. E anche tutti quei cittadini che conoscono benissimo questi luoghi e hanno dato una mano a creare varchi, individuare sentieri, tracciare strade. La macchina dei soccorsi insomma ha funzionato alla perfezione, anche la collaborazione fra istituzioni. Siamo sempre rimasti in contatto con i colleghi di Campiglia e con la prefettura. La causa dell’incendio? Non si sa ancora con certezza. Sicuramente, come ho detto ieri, il fuoco è partito da una fossa della 398, al chilometro 31. E siccome non voglio neanche pensare al gesto doloso, l’unica spiegazione è davvero quella del mozzicone acceso gettato da un’auto. Il primo mezzo a farne le spese è stato il camioncino dell’autospurgo, che aveva fatto un primo intervento venerdì e che era parcheggiato lì in attesa del secondo intervento previsto per lunedì. Poi il fuoco ha preso il sopravvento. Ripeto, se lassù sulla collina i vigili del fuoco non lo avessero arginato, sarebbe stato un disastro».
«Resta questo scenario desolante e triste - conclude Pasquini - È tutto nero e fa parecchio male».