Tifo da stadio al campetto, 200 sgomberati a Trieste
TRIESTE In duecento, con tanto di tamburi e megafono, a tifare durante le semifinali del torneo di calcetto. Possibile in epoca Covid? In teoria no, ma in pratica è successo sabato sera nel campetto dell’associazione del Dopo lavoro ferroviario di viale Miramare: un torneo amichevole tra ragazzi, interrotto dall’arrivo dei Carabinieri, chiamati dai residenti delle abitazioni vicine, poiché sbalorditi dal frastuono definito “da stadio”. Una volta entrati, i militari infatti si sono trovati davanti a un vero e proprio match, cui hanno partecipato studenti ed ex studenti del liceo scientifico Oberdan, accompagnati da urla e fischi di un pubblico numerosissimo.
Il torneo, però, specifica la preside dell’istituto Maria Cristina Rocco, «non è stato autorizzato dalla scuola». È ancora da chiarire infatti chi abbia organizzato il match. Su questo aspetto stanno eseguendo degli accertamenti i Carabinieri che, nell’immediato, sabato sera, non hanno elevato alcuna sanzione, che potrebbe però essere comminata nei prossimi giorni. Hanno invece fatto sgomberare il campo dai tifosi. Di conseguenza la partita si è autosospesa. Partita che, si è saputo, era stata programmata senza preavviso e autorizzazione. Il tam-tam organizzativo sembra essere partito da Facebook: gli approfondimenti dei Carabinieri sono in corso. E sono state identificate alcune persone in qualità di organizzatori, che però non sono studenti. Lo sgombero è peraltro avvenuto senza alcuna tensione.
Ad amministrare le prenotazioni del campo, spiega il presidente del Dopo lavoro ferroviario Claudio Vianello, è lo stesso bar “Binario9”, che è gestito dalla cooperativa La.se (i cui vertici, contattati, non hanno risposto al telefono), che opera in diversi settori, da quello delle pulizie civili a quello della vigilanza non armata. Proprio in viale Miramare tale realtà ha la sede con gli uffici. «Hanno un contratto d’affitto – specifica Vianello –. Il campo è dell’associazione Dopo lavoro ferroviario, che lo lascia gestire alla La.se, in modo che abbiano un tornaconto, altrimenti ci sarebbe poca clientela nel bar. È stato riaperto a inizio luglio dopo cinque mesi di chiusura. Il protocollo da seguire era quello di misurare la temperatura e partite senza tifo, non so che cosa sia successo, perché io non ero lì».
«Mi è stato riferito che sono stati degli studenti maggiorenni della nostra scuola, che hanno terminato quest’anno il ciclo di studi, a prenotare il campo di loro iniziativa – afferma la preside dell’Oberdan, Rocco –. Il nostro torneo di calcetto interno è sospeso da febbraio, tanto che i docenti referenti del progetto sportivo mi hanno confermato che nessun professore ha partecipato all’organizzazione della partita o preso contatti con il gestore del bar». —