Campione del mondo master ma per tutti era “Ferro”: è morto Graziano De Crignis, il re della corsa in montagna
RAVASCLETTO. Lo chiamavano “Ferro” perché non si piegava mai. Era uomo di montagna, Graziano De Crignis, tenace e duro proprio come il metallo dal quale aveva ereditato il soprannome. Grandissimo sportivo e pioniere dalla corsa in montagna in Friuli – negli anni ’90 diventò campione del mondo master – è morto nel tardo pomeriggio di sabato. Un vicino lo ha trovato privo di vita nell’edificio adiacente all’abitazione di Ravasceletto dove lui amava realizzare sculture. Aveva 77 anni e da un po’ di tempo le sue condizioni di salute lo avevano costretto a rallentare i ritmi.
A piangerlo non sono soltanto i suoi cinque figli: la notizia della sua scomparsa si è diffusa rapidamente in Carnia e nel resto della regione perché Graziano era molto conosciuto sia per i suoi meriti sportivi sia per il suo carisma. «Faceva parte del gruppo di atleti della corsa in montagna, era uno dei primi ad averla lanciata in Friuli – ricorda Andrea Di Centa, presidente dell’Aldo Moro Paluzza –, negli anni ’90 era diventato campione del mondo master, ma ha vinto altre medaglie d’argento e di bronzo».
Originario di Ravascletto e con i monti a portata di mano, De Crignis era divenuto un grande esperto di montagna e aveva praticato tutti gli sport messi a disposizione dal luogo natio. Era uno dei veterani della Staffetta 3 rifugi, aveva partecipato a una cinquantina di gare. «Ha fatto roccia, sci di fondo – ancora Di Centa –, sci alpinismo. Ai tempi si utilizzavano le pelli di foca, negli anni Sessanta faceva la famosa raspa, una particolare tecnica per frenare scendendo a valle. Al di là dei suoi risultati sportivi – aggiunge – Graziano sarà ricordato per la sua simpatia innata, per essere un uomo di compagnia prima, durante e dopo le gare. Era molto conosciuto, tutti lo salutavano quando lo incontravano per strada».
Graziano De Crignis viveva da solo nella frazione di Salârs, a un chilometro dal centro abitato. Aveva svolto tanti mestieri e sapeva fare un po’ di tutto, anche se la sua professione ufficiale era stata quella di muratore. Accanto all’abitazione aveva un capanno dove aveva allestito un laboratorio per dare spazio al suo estro. «Faceva sculture – continua Di Centa –, ma era anche un grande appassionato di caccia, aveva una conoscenza profonda del territorio di cui sapeva raccontarne le storie: era un po’ il nonno ideale di tutti. Era sempre un piacere andare a trovarlo, berci un bicchiere di vino assieme, a casa sua si stava bene».
Ed è a pochi passa da quella casa che è stato trovato senza vita. Un vicino di casa ha notato che le galline non erano state portate al riparo, una dimenticanza che lo ha subito insospettito perché De Crignis ne aveva molta cura, così ha voluto approfondire andando a cercare l’amico. Lo ha trovato senza vita nel suo laboratorio. Nel rispetto delle sue volontà, non ci sarà la cerimonia funebre. Lo si potrà salutare nella cappella del cimitero di Ravascletto oggi dalle 14 alle 16.—
(ha collaborato Giancarlo Martina)