Riapertura della scuola a Reggio Emilia: «Spazi alternativi per 50 classi. Lezioni nei musei e a Bankitalia»
REGGIO EMILIA. «È stato fatto un lavoro enorme, con un monitoraggio scuola per scuola, con lo scopo di capire quali edifici rispondevano alle prescrizioni di distanziamento. Sono state individuate 50 classi su 428 che usciranno dall’edificio tradizionale per fare lezione in un altro edificio. Abbiamo individuato una ventina di spazi alternativi, fra i quali anche i locali di Bankitalia in piazza Martiri del 7 Luglio». E poi: «Per quanto mi riguarda, la scuola è il tema dei temi». Usa questa definizione il sindaco, Luca Vecchi, illustrando alla Gazzetta le iniziative strettamente di competenza comunale messe in campo per la ripartenza dell’anno scolastico.
«Dovremo affrontare problemi inediti, ci vorrà molta pazienza, spirito di dialogo e collaborazione», aggiunge Vecchi, che si mostra fiducioso: «Noi abbiamo fatto uno sforzo enorme per creare le condizioni della ripartenza. Poi ci sono argomenti di competenza del governo. Penso alle ragioni legittime di insegnanti e sindacati, auspicando che si concretizzino le promesse in termini di concorsi e potenziamento organici, di spazi e risorse. Ho ben chiari i messaggi altalenanti usciti in questi mesi. Ora mi pare che si stia andando verso una direzione giusta. Per quanto riguarda il Comune, ai sindacati con cui ci siamo confrontati dico che sul sistema scolastico la nostra attenzione sarà quotidiana, insieme a famiglie, dirigenti, insegnati e personale scolastico. Ci sono le condizioni per reggere una sfida senza precedenti».
NIDI E INFANZIA
Circa seimila bambini, di cui 4.500 nelle scuole comunali e cooperative, circa 80 plessi e un investimento annuale che si aggira sui 21 milioni di euro, caratterizzando una delle voci più importanti del bilancio comunale. Sono alcuni numeri del servizio Nidi e scuole dell’Infanzia, in cui – specifica Vecchi – «è da sottolineare il grande lavoro svolto durante l’estate nei campi estivi. Lo avevamo definito “prove di futuro”, ha interessato migliaia di famiglie ed è stata non solo un’esperienza che ha messo in relazione bambini e insegnanti dopo il lockdown, ma soprattutto ha rimesso in relazione la comunità scolastica con le famiglie».
Per il sindaco, è proprio nei campi estivi che si sono create le condizioni «per un’adeguata ripartenza» del sistema educativo della fascia 0-6, che ora si avvicina alla prova più difficile del nuovo anno scolastico: «Sullo 0-6 anni, non abbiamo ravvisato problemi di spazi in relazione alle disposizioni ministeriali – spiega Vecchi – L’attività riparte negli spazi in cui si è sempre sviluppata. L’esperienza estiva ha consentito a tutti, pedagogisti, famiglie, insegnanti, atelieristi e bambini di sviluppare una nuova progettazione didattica in epoca Covid, con un attenzione ad esempio all’igiene, alla pulizia delle mani e a tutte le attività di prevenzione».
Quanto all’organizzazione dei bambini in piccoli gruppi, «è già uno dei cardini del Reggio Approach, uno dei tratti distintivi del nostro modello pedagogico. Su questo versante, rispetto alle prescrizioni ministeriali, siamo stati avvantaggiati». Vecchi ricorda che «nei nostri nidi non ci sono mai state le cosiddette classi pollaio, ma storicamente il rapporto fra numero di bambini e insegnanti è sempre stato molto basso.
È anche questa uno dei motivi degli investimenti sullo 0-6: cifre che spesso ci vengono contestate, ma che ci hanno garantito di assumere circa 600 persone fra atelieristi, pedagogisti, cucine e insegnanti, avendo il personale necessario per gestire migliaia di bambini, per far scattare i meccanismi di supplenza e per garantire gli standard qualitativi propri del Reggio Approach». Nei prossimi giorni, annuncia il sindaco, ulteriori dettagli saranno affrontati in una riunione con la consulta dei genitori.
6-14 ANNI
Ma non ci sono solo i Nidi e le scuole d’Infanzia fra le competenze del Comune, impegnato anche negli interventi che riguardano l’edilizia scolastica per le primarie e secondarie di primo grado, ovvero le cosiddette elementari e medie. Su questo versante, i numeri parlano di 13.500 ragazzi, 12 istituti comprensivi e 54 plessi, con un investimento di circa 10 milioni di neuro, anche per quel che riguarda il diritto allo studio, le mense e il trasporto scolastico.
«Quest’anno abbiamo aggiunto due milioni di euro per gli interventi di edilizia leggera necessari per le misure anti-Covid – aggiunge Vecchi – per arredi, connettività, pulizie e affitti locali extra». È proprio su quest’ultimo versante che l’anno scolastico ormai alle porte presenterà delle novità che il sindaco giudica «interessanti». Al monitoraggio degli edifici scolastici, ne è seguito un altro nel quale sono stati censiti spazi pubblici e privati adeguati e disponibili ad accogliere le classi. «Si andrà a scuola nei locali della Banca d’Italia, che ringrazio per aver messo a disposizione l’edificio. E poi: ci saranno i chiostri di San Pietro, i musei civici, alcuni circoli, due agriturismi».
Saranno provveditorato e dirigenti scolastici a decidere quali sanno le classi che faranno continuativamente lezione in questi spazi. «Non ci siamo però limitati solo a un’operazione logistica e manutentiva – specifica il sindaco – Ma abbiamo cercato di immaginare una nuova idea di scuola, dando una prospettiva anche dopo la fase di emergenza Covid. Da qui nasce il concetto di “scuola diffusa”. In questi anni abbiamo lavorato molto a un’idea di scuola aperta, con laboratori, aperture pomeridiane e altre iniziative. Ora concepiamo la didattica in relazione al nuovo spazio». —
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