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Август
2020

Portoferraio, sì al nuovo progetto per scongiurare il flop dell’invaso mai collaudato

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PORTOFERRAIO

Il laghetto artificiale ricavato nell’ex cava dismessa in località Bucine avrebbe dovuto garantire 63 mila e 600 metri cubi di acqua, una manna dal cielo per Portoferraio e per il resto dell’isola alle prese da anni con il problema della siccità. Un milione e 175mila euro investiti, una cifra considerevole. Il via ai lavori nel 2011. Decine di annunci ma, poi, ecco i rallentamenti e gli intoppi di natura tecnica. E il nulla di fatto si è protratto per anni, fino allo stop definitivo, dovuto all’impossibilità di completare il collaudo della maxi opera progettata da Asa, per dei problemi di impermeabilizzazione dell’invaso.

Stiamo parlando del laghetto del Condotto di Portoferraio, opera incompiuta sul territorio del capoluogo per la quale - è notizia di questi giorni - si sta cercando una via d’uscita in modo da scongiurare il flop definitivo.

La Regione Toscana, infatti, con un decreto firmato il 25 agosto dal dirigente responsabile del settore difesa del suolo e protezione civile, ha approvato un nuovo progetto preliminare di Asa per la modifica dell’invaso artificiale. Modifiche indispensabili per garantire l’operatività dell’infrastruttura che, in queste condizioni, non è in grado di essere utilizzata. Il motivo è spiegato in modo chiaro nel testo del decreto regionale, nel quale si ripercorre tutto l’iter seguito dalla prima progettazione dell’opera fino alla conclusione, con esito negativo, delle procedure di collaudo. La non collaudabilità dell’opera è stata comunicata da Asa alla Regione Toscana con un verbale del 23 marzo del 2017: la stessa società ha chiesto la sospensione dei termini dell’autorizzazione alla costruzione, mentre l’ingegnere collaudatore ha avanzato indicazioni circa le possibili tecniche di intervento in grado di risolvere le problematiche che hanno determinato l’esito negativo del collaudo.

Nel novembre del 2019 Asa ha trasmesso il progetto preliminare con il quale sono programmati gli interventi considerati adeguati per superare le criticità. In particolare si prevede «l’abbassamento del livello idrico a una quota non superiore a 58 metri sopra il livello del mare e l’esecuzione delle piste necessarie per l’accesso dei mezzi alle zone delle lavorazioni, comprendendo l’esecuzione dei gradoni da effettuare sulla sponda destra dell’invaso, per consentire la sigillatura della spalla destra». Non solo.

Il progetto prevede anche l’esecuzione di una fila di pali in jet grouting ( l'iniezione nel terreno di una miscela cementizia ad alta pressione ndr), lungo il piede di monte della diga, del diametro di 120 centimetri e compenetrazione di 40 centimetri. Insomma, si cerca una soluzione per rendere impermeabile la struttura, altrimenti sottoposta a rischi di infiltrazioni.

La stessa Regione richiede ad Asa la presentazione del progetto definitivo delle opere. L’invaso del Condotto, la cui realizzazione è stata progettata circa 10 anni fa, era considerato come una soluzione adeguata per garantire acqua necessaria per scopi agricoli e, di conseguenza, per assicurare uno stock di risorsa idrica necessario per alleggerire la quantità di acqua prelevata dalla condotta e dal sistema idrico elbano. Una prospettiva che, tuttavia, è rimasta sulla carta. —




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