«A Praia a Mare siamo pronti. E faremo lezione anche in spiaggia»
- Parla Patrizia Granato, dirigente dell'Istituto comprensivo di Praia a Mare: «Siamo riusciti a mantenere tutte le aule, senza ricorrere allo sdoppiamento».
- Parla Patrizia D'Amico, dirigente dell'Istituto di istruzione secondaria superiore di Praia a Mare: «Abbiamo ordinato pochissimi banchi a rotelle».
Lezioni di vela organizzate dall'Istituto comprensivo di Praia a Mare.
«Le nostre istituzioni scolastiche hanno cercato di metabolizzare al meglio la lunga stagione dello stop forzato e, pur tra mille difficoltà, ora si stanno preparando per la riapertura del 24 settembre. Le problematiche all'orizzonte sono macigni ingombranti». Così esordisce Patrizia Granato, dirigente dell'Istituto comprensivo di Praia a Mare, in Calabria. «Con la prima campanella torneremo a erogare la didattica tradizionale, quella in presenza, che farà sentire, ironia della sorte, tutto il suo peso: stiamo rimettendo in campo proprio le strategie organizzative acquisite nel corso della lunga fase della sospensione forzata» le fa eco Patrizia D'Amico, dirigente dell'Istituto di istruzione secondaria superiore sempre di Praia a Mare.
Patrizia Granato e Patrizia D'Amico non hanno solo il nome in comune: le unisce, soprattutto, quella testardaggine tipicamente meridionale fatta di impegno incessante e di amore per le istituzioni scolastiche che dirigono, mai disgiunta da una rassicurante capacità manageriale cui la scuola del XXI secolo le ha praticamente costrette. L'emergenza sanitaria le sta spingendo a voltare pagina su un modo obsoleto di concepire l'istruzione. Soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, in cui non mancano le sorprese. Panorama.it le incontra lo stesso giorno, quasi a voler suggellare la comunanza di impegno cui sono chiamate, giusto a qualche decina di metri l'una dall'altra, all'ombra dell'imponente isola Dino.
La scuola primaria di Praia a Mare.
Dirigente Granato, a lei quasi 1.500 genitori affidano quotidianamente le sorti educative dei propri figli.
«Salernitana di origine, sono arrivata a Praia nel 2013, innamorandomi del luogo, ben noto per le sue attrattive turistiche e culturali, e come ogni bella storia d'amore il settimo anno ha portato la sua immancabile crisi… È stata dura gestire quattro mesi di emergenza non soltanto sanitaria, ma insieme educativa, didattica, psicologica: un intero universo relazionale, orizzontale e verticale, sembrava lasciato in balia delle onde».
Età delicata quella dei suoi giovani alunni…
«Bambini e ragazzini che vivono uno dei decenni più complessi della propria esistenza, tra i tre e i 13 anni. Non è stato facile, mi creda, anche perché mi sono immedesimata nella vicenda come madre».
Dicono che lei sia un'inguaribile ottimista. Ce lo dimostri.
«A dimostrarlo sarà il "Piano scuola" elaborato dall'Istituto. Uno strumento che farà da guida al nuovo anno scolastico, stilato collegialmente per garantire la continuità scolastica, anche nella formazione delle classi, esattamente come all'inizio del precedente anno scolastico, cercando di riprodurne la composizione e garantendo lo stesso orario di ingresso e di uscita».
Volete mantenere lo status quo ante?
«È l'unico modo di offrire ai nostri giovani alunni la sensazione della normale ripresa di tutte le attività, cercando di addolcire al massimo il ritorno tra i banchi, luogo simbolo dal quale, alla fine, saranno stati lontani per sette mesi. Al di là dell'allarme sanitario, è il profilo psicologico quello su cui dovremo lavorare».
Didattica in presenza, senza sconti?
«Sono stata intransigente con l'obiettivo minimo che ci siamo proposti di raggiungere: ri-garantire la didattica nuovamente in presenza, pur riconoscendo alla didattica a distanza i propri meriti acquisiti sul campo».
A proposito, la Dad ha comunque funzionato.
«Certo, e non ci speravamo all'inizio: è riuscita a far emergere competenze digitali insospettabili anche dei miei docenti, oggi irrinunciabili a garantire alla nostra comunità scolastica la funzionalità didattica».
Vi è toccato travestirvi da ingegneri.
«Preliminare è stata la mappatura di tutti gli edifici scolastici, per verificare che offerta didattica e sicurezza, a tutti i livelli, fossero garantite».
Stuzzicando i politici...
«Li ho pressati, certo, ma grazie alla collaborazione delle tre amministrazioni locali su cui insiste la nostra istituzione scolastica, Praia a Mare, Aieta e San Nicola Arcella, estremo Nord-occidente della Calabria, siamo riusciti a mantenere praticamente tutte le aule, senza ricorrere al loro sdoppiamento. Niente doppi turni».
Famiglie e allievi disseminati su diversi comuni.
«Altro punto conducente. Proprio le famiglie si aspettano un tempo-scuola completo, e vedremo se con il potenziamento di organico promesso dal Ministero, riusciremo anche a garantire le tradizionali 40 ore settimanali. Sto insistendo affinché le tre amministrazioni comunali interessate favoriscano l'edilizia leggera. Continuo a pressarle…»
La scuola media di Praia a Mare.
Dirigente, qual è la situazione?
«A oggi risultano iscritti 750 alunni, tra infanzia, primaria e media inferiore, divisi in 45 classi (nove all'infanzia, 22 alla primaria e 13 alla secondaria) tutte articolate su tre diversi territori comunali. Grazie alle competenze professionali interne, sono state passate al setaccio le planimetrie degli uffici tecnici delle rispettive amministrazioni comunali, e abbiamo puntato sui banchi monoposto, capaci di garantire la seduta a un solo alunno».
Può essere più chiara?
«Parlo di banchi leggermente più piccoli di quelli tradizionali, che verranno utilizzati proprio per la nostra popolazione scolastica, ben diversi dai più noti banchi con le rotelle, che invece saranno in uso alla scuola secondaria superiore. I tradizionali garantiranno una maggiore fruizione degli spazi d'aula».
Lei opera su un territorio variegato, tra mare e collina.
«È il nostro punto di forza, soprattutto in vista dell'accoglienza, fissata per i primi di ottobre. Punteremo ancora sulle potenzialità dell'ambiente circostante, passando dalla spiaggia di Praia a Mare al belvedere a strapiombo sul mare di San Nicola Arcella, sino a risalire al territorio pedemontano di Aieta».
Che fa, trasferisce l'aula in riva al mare o in mezzo al bosco?
«Le lezioni all'aria aperta, complici anche le condizioni meteo-climatiche, favoriranno la nostra ampia offerta formativa almeno sino alla metà di ottobre: riproporremo i corsi di vela e canoa, piuttosto che quelli di orientamento in natura e le forme didattiche legate all'arte e alla tutela del paesaggio».
Il liceo classico di Praia a Mare.
«Abbiamo ordinato pochissimi banchi a rotelle».
Qualche decina di metri da percorrere comodamente a piedi e Panorama.it incontra Patrizia D'Amico, dirigente dell'Istituto di Istruzione secondaria superiore che raggruppa l'istituto alberghiero, oggi denominato Ipseoa (Istituto professionale di Stato per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera) e il più tradizionale liceo classico, intitolato alla memoria dello statista Aldo Moro, che dal primo nucleo ginnasiale vanta oltre 80 anni di vita.
Dirigente D'Amico, dopo la full immersion digitale è tempo di ritornare in aula.
«Sarò realista: la ripresa avrà il sapore di un esordio epocale. Ci siamo dovuti adeguare alla didattica a distanza e non ci siamo fatti trovare impreparati, perché già utilizzavamo una piattaforma interna all'Istituto che ha stimolato il protagonismo degli studenti nell'organizzazione delle attività formative».
Una cosa è l'emergenza, altra la normalità.
«Pensavamo che il suo utilizzo rimanesse confinato all'esperimento e ad una prospettiva emergenziale. Poi abbiamo dovuto fare i conti con la realtà della didattica a distanza, divenuta la normalità. Almeno siamo riusciti a potenziare le competenze digitali dei nostri allievi e degli stessi docenti. E ora».
E ora l'esordio epocale…
«Come tutte le colleghe e i colleghi sparsi per la Penisola, quest'estate la trascorro nell'attesa della prima campanella d'ingresso, che in Calabria squillerà il 24 settembre: proveremo un certo estraniamento, inutile nasconderlo».
Sia sincera: siete pronti?
«Didatticamente siamo preparati, perché l'utilizzo forzato del digitale ha aperto nuove prospettive di studio e di conoscenza, sia per i nostri studenti che per la componente docente. Le preoccupazioni rimangono, inutile nasconderlo, anche per le notizie che girano spesso incontrollate».
Edificio vuoto, ma assembramento digitale.
«Esatto. Il distanziamento fisico e l'assenza obbligata dalle classi le abbiamo colmate con l'altrettanta obbligata presenza online: una folla di utenti digitali si è impadronita della rete dedicata al nostro istituto e, detto sinceramente, pur ri-partendo in presenza, la modalità digitale rimarrà sempre attiva, a supportarci».
I banchi a rotelle, croce e delizia di questi giorni…
<«Ne abbiamo ordinato pochissimi, perchè riteniamo che quelli singoli siano più funzionali alle nostre esigenze: temiamo l'effetto-gioco che potrebbero ingenerare… Li utilizzeremo esclusivamente nella biblioteca del Classico e in alcuni laboratori dell'Alberghiero: nelle nostre classi stiamo aumentando lo spazio fisico tra gli alunni».
L'utenza dell'Istituto è sovra-comunale, vero?
«La stragrande maggioranza della nostra comunità scolastica proviene dai Comuni limitrofi e ciò provoca, ovviamente, anche problemi legati all'utilizzo dei mezzi di trasporto: avevamo pensato di differenziare l'accesso a scuola, d'intesa con le stesse ditte di trasporto extraurbano».
Altre preoccupazioni…
«Il problema non sarà solo all'interno dell'edificio scolastico: treni e autobus di linea convogliano una massa di studenti, senza tener conto del fatto che spesso in una stessa famiglia i figli frequentato scuole diverse. La confusione è immaginabile».
Dirigente, dia i numeri!
«La popolazione complessiva si aggira intorno alle 495 unità: 330 all'alberghiero, per il quale ho chiesto lo sdoppiamento delle classi seconde e dei laboratori di cucina, non essendo, questi ultimi, molto capienti: devo garantire la presenza di almeno due chef, cioè di due docenti di cucina, una delle materie di indirizzo più importanti del curricolo didattico. Centosessantacinque sono, invece, gli studenti del classico che dalla sua ha il vantaggio di poter contare su un edificio scolastico inaugurato appena tre anni e mezzo addietro, dotato di ogni comfort, con aule ampie, biblioteche e laboratori. Un vero gioiello dell'edilizia scolastica di tutta la Calabria».
Come sarà, in pratica, la ri-partenza?
«Abbiamo già messo in cantiere corsi di formazione per orientare il comportamento degli studenti e un patto formativo di corresponsabilità destinato ai genitori, in modo da renderli sempre più partecipi delle scelte di studio dei propri figli e del loro comportamento scolastico».
A proposito: i laboratori di cucina dovranno essere tenuti a lucido…
«Il ben collaudato sistema Haccp, che serve per prevenire i potenziali rischi e tutelare l'igiene dei prodotti alimentari, sarà potenziato per tutto il personale, soprattutto per quello tecnico-amministrativo che non potrà trovarsi impreparato a ogni evenienza sul campo».
E con l'accoglienza come vi state organizzando?
«Rimettere in moto la macchina organizzativa scolastica per circa 500 persone coinvolte è la scommessa che andremo a giocarci sin da subito, soprattutto per i nuovi studenti che alla paura del contagio da Covid-19 assommano, naturalmente, quella dell'inizio del loro nuovo percorso di studio».
Profilo soft, mi pare.
«L'accoglienza servirà a tranquillizzare chi ci ha scelto per proseguire il proprio percorso scolastico. Dal 2 settembre partiremo con i corsi di recupero per gli studenti portatori di debiti formativi, metà a distanza e metà in presenza: senza dimenticare una serie di progetti per privilegiare le discipline di indirizzo».
Ha pensato alla didattica esterna?
«Le nostre sedi distano poche decine di metri dalla spiaggia e il territorio comunale è dotato di ampi spazi pubblici per accogliere i nostri studenti: un doppio vantaggio per l'istituzione scolastica e per l'ente locale. Già in passato, inoltre molti alunni hanno frequentato corsi di canoa nello specchio d'acqua antistante l'isola Dino».
Non ce la auguriamo: siete preparati a una nuova sospensione forzata?
«Abbiamo appreso la lezione! Verranno portate a regime le migliori esperienze condotte nella didattica a distanza, che non significa necessariamente video-lezione in sincrono o in differita. Possono essere avviati argomenti che vengono affidati alla ricerca e all'approfondimento autonomo degli studenti, per essere poi ridiscussi, sistematizzati e ricondotti a modello e teoria in aula, con l'apporto esperto del docente e il contributo della classe».