Licenziamenti, il segretario Cgil: «Prepariamoci a gestire questa fase con intelligenza»
LUCCA. Con la proroga introdotta dal decreto Agosto del governo, la data dello sblocco dei licenziamenti è slittata, ma all’orizzonte quasi si intravede: fine anno per le aziende con i requisiti contemplati dal decreto. Sono alcune centinaia, secondo la Cgil, i licenziamenti che si potranno verificare sul territorio provinciale di Lucca una volta che il blocco sarà venuto meno. E dato per scontato che «quest’anno la congiuntura sarà negativa - spiega il segretario generale della Cgil provinciale, Rossano Rossi -, si dovranno fare tutti gli sforzi affinchè quest’ultima fase venga gestita in modo intelligente anche dalla politica. Da parte nostra, non ci esenteremo certo dal parteciparvi, ma una cosa è certa: andranno gestite le uscite ma dovranno anche essere favorite le nuove assunzioni. A livello provinciale siamo molto preoccupati per questo aspetto».
prima e dopo il lockdown
Dai dati dei diversi rilevamenti eseguiti, la provincia di Lucca è tra le aree che in Toscana hanno superato meglio il contraccolpo del lockdown. Secondo la più recente analisi dell’Irpet, relativa al primo trimestre 2020, ad esempio Lucca, con 16.194 avviamenti (valore assoluto) nei primi tre mesi dell’anno in corso, ha registrato un calo di avviamenti pari al 9,7% rispetto al 2018 e del 12,6 rispetto al 2019. Nel primo trimestre 2020, le ore di cassa integrazione ordinaria erano, secondo la relazione dell’Irpet, diminuite rispetto allo stesso periodo del 2019: 99.872 le ore di cassa integrazione ordinaria nel primo trimestre di quest’anno, il 13,3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Era già aumentato invece il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, con un aumento del 18,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il numero di ore di cassa integrazione è poi aumentato in modo esponenziale: i dati dell’ultimo report dell’Ires, l’agenzia di rilevamento della Cgil, riportano, per la provincia di Lucca una variazione del 1.679% di numero di ore di cassa integrazione autorizzate tra aprile 2020 e la media del mese di aprile nel quinquennio 2009-2014. «Dai dati analitici sulla cassa integrazione -spiega Rossi - emergono le differenze nei vari settori. Mentre a gennaio e febbraio di quest’anno il trend era vicino all’anno precedente, a marzo si sono avuti i primi segnali più importanti. Poi l’economia si è fermata. In provincia di Lucca il 52% della produzione è proseguita durante il lockdown:la media più alta in Toscana, grazie soprattutto al cartario. Ma quando la produzione è ripartita, abbiamo avuto dati negativi, di grande sofferenza in imprese medio grandi, con un numero di addetti fra trenta e quaranta».
«Ho segnali - continua il segratario della Cgil - molto negativi riguardo settori già in crisi, come tessile e calzature, ai quali il Covid ha dato il colpo di grazia. Alcuni settori, in primo luogo commercio e turismo, hanno pagato fortemente il prezzo del Covid, settori dove è forte lacomponente di lavoro a tempo determinato».
l’apporto degli italiani
«nel comparto turistico -aggiunge Rossi -abbiamo visto che gli italiani, facendo le vacanze in Italia, hanno dato una seppure parziale risposta alla crisi. Questo dovrebbe far riflettere.Confindustria chiede di bloccare l’aumento dei salari, ma così facendo si comprimerebbe la domanda interna e lasituazione peggiorerebbe ancora».
Previsioni? «Qualsiasi discussione è subordinata al Covid - chiude Rossi. Se non sarà negativa, arriveremo allo sblocco dei licenziamenti e pagheremo in termini di occupazione.
Questo avrà una ricaduta economica e sociale. Non sono ottimista. Per questo dico che dovremo tutti cercare di gestire questa fase al meglio». —