Rogo alla Tessitura Carnica: la Procura dispone il dissequestro
VILLA SANTINA. «Consentiteci di salvare un pezzo di storia del Friuli». L’accorato appello, rivolto alla Procura di Udine, di Giuseppe Tonon, legale rappresentante di Carnica Arte Tessile srl, è stato accolto: il pm Marco Panzeri ha disposto il dissequestro e la restituzione al suo proprietario dello stabilimento di Villa Santina, colpito da un incendio il 22 luglio, poco dopo la mezzanotte.
Nonostante il rapido intervento dei vigili del fuoco accorsi in forze da Tolmezzo e Udine e dai distaccamenti volontari di Rigolato e Cervicento, e che hanno lavorato fino all’alba per domare le fiamme, l’immobile è stato devastato con danni per centinaia di migliaia di euro.
Un colpo durissimo non solo per l’attività, che si è ovviamente bloccata, e per i suoi dipendenti, ma anche per il patrimonio dell’intera regione perché la Tessitura Carnica, nata nel 1964, rappresenta, continua e custodisce una lunga tradizione imprenditoriale e artigianale della Carnia e della montagna friulana.
Il titolare, anche per questo, attraverso il responsabile della sede di Udine, Armando Zamparo, si è affidato a Studio3A-Valore spa. Il problema è che fino alla scorsa settimana tutta l’area era bloccata essendone stato disposto il sequestro dalla Procura che ha aperto un procedimento penale, contro ignoti, non essendosi potute accertare con sicurezza, nei primi sopralluoghi, le cause del rogo.
E’ stata così presentata, il 4 agosto, istanza per revocare il sequestro probatorio dell’immobile, onde consentire al proprietario di adottare le misure precauzionali a tutela dei beni e della struttura stessa, o, nel caso in cui l’inchiesta imponesse di mantenere ancora tutto sequestrato, di consentirgli almeno l’accesso all’interno dell’immobile per proteggere gli strumenti recuperabili e per asportare e portare al sicuro gli oggetti di piccole dimensioni.
Un appello dettato dalla volontà di ripartire a ogni costo, ma anche di non disperdere definitivamente un patrimonio culturale. Il 26 agosto il pm, «essendo venute meno le esigenze che hanno giustificato il sequestro», ha firmato il decreto di restituzione dei beni sequestrati. —