Compromesso fra Regioni e Governo: trasporto scolastico all’80% della capienza
Accordo con il Governo che stanzia 200 milioni. Fedriga: compromesso accettabile. Nel frattempo in regione fino a lunedì si potrà viaggiare senza limitazioni
UDINE. Regioni e Governo, alla fine, trovano un compromesso che accontenta tutti – tranne, forse, il Comitato tecnico-scientifico – sul trasporto scolastico, ma, viste le posizioni di partenza con cui territori e Roma si erano seduti al tavolo delle trattative, si può dire che il braccio di ferro lo ha vinto la periferia.
Il trasporto scolastico – cioè scuolabus veri e propri, bus di linea, corriere e treni, tanto per capirci – potrà essere utilizzato fino all’80% della capienza dei mezzi come richiesto dalle Regioni che ottengono dal Governo anche un ulteriore stanziamento da almeno 200 milioni di euro – da dividersi per singolo territorio – necessario a coprire le spese per le ulteriori corse necessarie a garantire il pieno servizio.
«È un accordo, accettabile, figlio di una mediazione – commenta Massimiliano Fedriga –, ma d’altronde a un livello inferiore a questo sarebbe stato impossibile riportare tutti gli studenti a scuola. Se così siamo al sicuro? Sì, con le risorse aggiuntive per saldare l’aumento delle corse dovremmo farcela».
La giunta, infatti, a fronte di una capienza al 50% aveva calcolato, come necessità per il trasporto scolastico, quasi 400 corriere in più. Aumentando del 30% i posti a sedere, quindi, il fabbisogno dovrebbe scendere di oltre cento unità, ed evidentemente la giunta, ricalibrando le tratte e aumentando le corse, pensa di essere in grado di trovare la quadratura del cerchio.
La giunta e le Regioni in generale che, lunedì 31 agosto, si sono presentate all’incontro con il Governo – presenti i ministri Francesco Boccia e Paola De Micheli, quest’ultima da sempre decisamente più aperturista sul tema rispetto al Comitato tecnico-scientifico – con una serie di proposte approvate in precedenza all’unanimità, in sede di confronto interno ai territori.
Nel pacchetto di richieste depositato nelle mani del Governo c’era, appunto, l’asticella dell’80% della capienza, ma anche l’eliminazione del vincolo di distanziamento obbligatorio di un metro tra i passeggeri, la cancellazione di ogni riferimento per i collegamenti extraurbani al concetto di province, un tesoretto, da 300 milioni di euro – poi sceso a 200 nell’accordo finale – e il via libera ai congiunti per poter utilizzare in piena libertà anche taxi e noleggio con conducente.
Particolarmente importante, oltre all’innalzamento della capienza dei mezzi, viene ritenuto dalle Regioni l’extra-budget da 200 milioni considerato come i 400 già stanziati da Roma nel recente passato sono serviti, come spiegato dai presidenti, a coprire i costi dei mancati introiti delle aziende di trasporto pubblico causa chiusura delle scuole e non a predisporre il potenziamento del servizio.
Per il trasporto pubblico locale a livello generale, intanto, Fedriga ha ulteriormente prorogato fino a lunedì 7 settembre – in via transitoria – le disposizioni entrate in vigore lo scorso 26 giugno, che consentono ai passeggeri di sfruttare, senza distanziamenti, tutti i posti a sedere a disposizione all’interno dei mezzi.
Resta in vigore anche l’obbligo di utilizzare i sistemi di protezione individuale a bordo di bus e corriere ed è confermata la possibilità di occupazione del 100% dei posti a sedere e in piedi a bordo dei mezzi del trasporto pubblico locale automobilistico urbano ed extraurbano.
Una norma transitoria che decadrà, di fatto, nel momento dell’emanazione del nuovo Dpcm che dovrà definire le linee guida sul trasporto pubblico locale in vista dell’avvio del prossimo anno scolastico e che, come detto, fisserà il tetto all’80% della capienza. —