In due giorni caduti 100 mm di pioggia nel Bellunese. Strade riaperte, controlli a Acquabona
BELLUNO. Tra il 29 e il 30 agosto sul Bellunese sono caduti oltre 100 millimetri di pioggia, che hanno investito la quasi totalità del territorio, con picchi oltre i 160 registrati da alcune stazioni dell’Arpav. Un fenomeno decisamente inusuale che ha fatto registrare anche qualche record.
«Normalmente siamo abituati a precipitazioni tanto intense solo in occasione di fenomeni temporaleschi estivi, ma questi generalmente sono ben localizzati e irregolari, mentre questa perturbazione è stata un misto tra una estiva e una autunnale», commenta Franco Zardini, referente del centro meteo Arpav di Teolo. «Estiva perché ha avuto la caratteristica dei venti dai quadranti meridionali, ma anche una persistenza e una diffusione delle precipitazioni tipicamente autunnali».
E la perturbazione ha creato notevoli danni in tutta la provincia nel fine settimana. Frane, smottamenti, allagamenti, sono state chiuse alcune strade. Ieri la maggior parte delle criticità era rientrata.
Nel pomeriggio si è svolto un vertice in Prefettura per analizzare la situazione. Per quanto riguarda la viabilità, la Sr 348 Feltrina è stata messa in sicurezza e riaperta dalle 17 di ieri; la statale 51 fra Carbonin e Dobbiaco è stata riaperta alle 13.30; la Sp 1 bis risulta aperta a senso unico alternato; riaperta anche la 52 Carnica.
Frane: osservata speciale Acquabona, dove sono stati attivati i controlli con servizio di guardiania, anche se ieri non venivano segnalate criticità rilevanti. Ieri sono iniziati i lavori di pulizia della briglia sul Rudan a Peaio (Vodo): il sistema di monitoraggio ha funzionato, anche se è stato messo fuori servizio dal maltempo. In settimana inizieranno invece i lavori di svuotamento del vascone a Cancia, che si è riempito di materiale.
Per quanto riguarda l’energia elettrica, E-Distribuzione segnalava ieri otto guasti sulle linee di media tensione, già ripristinati. Nessun disservizio sulla rete gestita da Terna. Nel capoluogo permane una criticità a Vignole, dove è attivo un gruppo elettrogeno.
Bim Gsp ha ripristinato l’erogazione idrica a San Vito di Cadore, e concluderà oggi l’intervento (c’è qualche problema di pressione e l’acqua non arriva in maniera fluida nella zona di Belvedere). Qualche problema anche a Selva di Cadore, dove risulta esserci un tubo in pericolo.
Il Genio civile non ha segnalato particolari problematiche, a parte qualche danno a cantieri in corso, in particolare sulle piste. Per quantificare i danni bisogna attendere che i corsi d'acqua calino di livello.
I Servizi Forestali Regionali, infine, hanno evidenziato problematiche in Valle del Boite, in valle d'Ansiei e val d’Oten, ma la situazione appare sotto controllo.
Nelle 48 ore tra sabato e domenica le stazioni dell’Arpav hanno fatto registrare picchi notevoli in varie parti della provincia: 177 mm a Sant’Andrea, in comune di Gosaldo, 164 mm sul Cansiglio e a Soffranco, 163 mm a Tambre, 157 mm in Val di Zoldo (Pian del Crep), 153 mm a Forno di Zoldo e 143 mm ad Agordo.
«Questi picchi sono abbastanza inusuali sulle Dolomiti in questa stagione», continua Zardini, «anche se il primo settembre segna effettivamente l’inizio dell’autunno meteorologico. Ma ancora più interessanti sono i dati sulle caratteristiche da temporale estivo di questa perturbazione, che oltre alle grandinate e alle raffiche di vento ha fatto segnare intensificazioni dei fenomeni molto significative in lassi di tempo ridotti».
Nello specifico, in soli cinque minuti sono caduti 15 mm di pioggia sul Cansiglio, che in dieci minuti sono diventati 25-27 mm e 35 in un quarto d’ora: «Sono valori molto significativi, che normalmente vengono registrati nell’arco di un’ora nel caso di temporali molto forti», commenta Zardini. «Dati che sono simili a quelli registrati in altre zone del territorio: ad esempio ai 20 mm caduti in un quarto d’ora su Feltre, Soffranco, Sospirolo e Sant’Antonio di Tortal, saliti poi a 30 mm in mezz’ora».
Un fenomeno senza precedenti che, in una stazione come quella di Pian del Crep, in Val di Zoldo, ha fatto registrare addirittura i valori più alti in assoluto nella storia di quell’avamposto meteorologico per quanto riguarda le misurazioni sulle tre e sulle sei ore. —