Frassinoro. Sfregio al cippo di Berta e Agata «Lo sistemiamo noi Alpini»

Qualcuno ha abbattuto il monumento dedicato alle bimbe uccise da una bomba Mucci: «Piandelagotti pronta a mobilitarsi ma lo sdegno in paese rimane forte» 

FRASSINORO

«Un gesto ignobile e vile». È il commento condiviso tra Piandelagotti e Frassinoro di fronte all’atto di vandalismo senza precedenti ai danni di un monumento che da queste parti è molto di più di un ricordo. È un po’ un sentire ancora vive due giovanissime creature stroncate dalle armi che di lì a poco sarebbero servite per la guerra dei grandi. La loro innocenza stride con la stupidità che ha spinto ad abbattere, davanti all’oratorio di San Geminiano, il cippo in memoria di Berta Zanotti e Agata Tosi detta Tina, uccise il 22 luglio 1933 da una bomba a mano da loro ritrovata in mezzo al verde mentre pascolavano gli animali.

Incuriosite dallo strano oggetto, le bimbe si avvicinarono e lo raccolsero: la bomba scoppiò uccidendo sul colpo la piccola Berta, di 9 anni, mentre la 13enne Tina spirò poco dopo per le gravissime ferite riportate. Una terza bambina, l’11enne Lidia Zanotti rimase invece sfigurata all’occhio sinistro, ma portata d’urgenza al Policlinico venne salvata dai medici. La bomba proveniva dalle esercitazioni svolte in quei giorni a Piandelagotti - nell’area di quello che era una sorta di poligono - dall’esercito italiano, in particolare il 2° Battaglione del 36° Reggimento fanteria.

L’accaduto fu straziante per tutti, a partire dai genitori, che alle due bimbe dedicarono un cippo a forma di colonna su un basamento quadrato, recintato e posto proprio davanti all’oratorio di San Geminiano. Siamo a 1.500 metri in mezzo al verde, un luogo non certo affollato dove oltre alla gente del posto passa solo qualche escursionista. Sicuramente degli estranei di passaggio, nell’estate del boom di presenze sui sentieri, hanno pensato bene di prendere a calci la colonna fino a farla cadere a lato. E pensare che davanti una grande lapide tuttora leggibilissima ricorda l’omaggio alle “giovani vite” spezzate.

A fare la triste scoperta è stato lunedì Elio Palandri, vicecapogruppo degli Alpini di Piandelagotti, rimanendo senza parole: «In tanti anni non era mai successo niente: fa male pensare che qualcuno abbia fatto uno sfregio del genere, spero non rendendosi conto di chi andava ad offendere - dice - comunque adesso ci pensiamo noi Alpini: come abbiamo sistemato l’oratorio, sistemeremo anche il cippo di quelle due povere bambine».

«La nostra comunità non può e non deve rimanere indifferente di fronte all’accaduto - osserva Fabio Mucci, consigliere comunale - ringrazio sin d’ora gli Alpini di Piandelagotti che si sono subito resi disponibili per il ripristino: spero che il loro lavoro e il loro impegno facciano riflettere chi ha compiuto un atto così ignobile». —