Il settore moda con la cintura di sicurezza: «Determinanti le prossime due settimane»

EMPOLI

La moda empolese si mette le cinture di sicurezza e affronta la turbolenza, in attesa che questa finisca e il trend possa nuovamente decollare.

Il paragone viene facile di fronte al periodo che sta affrontando uno dei settori storici di Empoli e del proprio comprensorio, fortemente legato alle stagioni e alla programmazione, in un periodo in cui prevedere oltre pochi mesi è diventato molto difficile. Dopo che la pelletteria conto terzi Lara Srl di Certaldo ha annunciato la cessazione dell'attività con 21 esuberi, è scattato un vero e proprio segnale di allarme sulle prospettive del settore. Notizie che ha letto anche Marco Landi, presidente di Federmoda Cna e imprenditore del ramo nell'omonima azienda di famiglia di Empoli, profondo conoscitore della realtà locale. «Per chi lavora con le firme questo è proprio il momento della consegna dell'invernale – spiega l'imprenditore – e la prossima sarà la settimana della moda a Milano, con sfilate e showroom aperti. Si tengono numerose fiere, tutte negli stessi giorni. Soltanto lì si verificherà del movimento e si genererà interesse. Questa occasione si è sempre dimostrata un punto fermo, solo che fino a ora c'è stata la mobilità ridotta dei rappresentanti e l'assenza di fiere, la prima c'è stata solo due settimane fa. Solo a ottobre potremo capire meglio come muoverci».

L'attenzione delle imprese della moda dell'Empolese si concentra sulla prossima primavera, su cui si sta lavorando in produzione. «Proprio il periodo in cui lo scorso anno i negozi erano chiusi – fa presente Landi – ci si immagina per questo motivo una possibile minore propensione di acquisto, su cui spesso incide anche il fattore emotivo. Per questo serve un impegno generale di tutti: istituzioni, sindacati, banche, ministero, affinché si possano traghettare le aziende per i prossimi tre mesi al 2021 e alla possibile ripartenza».

Il timore è quello che qualcuno si arrenda prima, come è successo per la pelletteria certaldese che ha deciso di chiudere. «Se non si riesce a fare programmi almeno biennali, è possibile che qualcuno si arrenda – spiega l'esponente di Federmoda Cna – in un settore in cui precediamo le stagioni. Per esempio, stiamo lavorando per l'inverno 2021, quando tutto è ancora vago. Bisogna stare attenti a non disgregare la filiera moda della provincia di Firenze: non salvare un'industria come questa che esporta con numeri record non è normale».

C'è però anche ottimismo nelle parole di Landi che vede il suo comparto un po' come l'Araba Fenice: «Il nostro è il primo settore che riprende e riparte nei periodi di crisi – conclude – come è successo nel 2008. Liquidità, ammortizzatori sociali, rafforzare la presenza sui mercati: così si procede. Con positività, pur tenendo conto dell'emergenza piena. Credo che sia le istituzioni che i sindacati questo lo abbiano ormai recepito». —