«Aiuto, sto imbarcando acqua»: velista francese disperso da giorni
Il mayday alle 22 di martedì scorso nelle acque al largo di Montecristo: ricerche per ora senza esito
MONTECRISTO. «Aiuto, sto imbarcando acqua». Sono le 22 di martedì scorso. Philippe Bocket, pensionato francese di 64 anni, lancia l’allarme disperato: l’ultima traccia della sua voce prima di scomparire nel mare al largo dell’isola di Montecristo. «Da allora lo stiamo cercando, non abbiamo più notizie di lui», fa sapere un’amica di famiglia che ha scritto al Tirreno per avere informazioni su quanto accaduto. Sì, perché la storia della scomparsa del velista transalpino, partito alcuni giorni fa dal porto di Martigues, non lontano da Marsiglia, assieme al suo cane setter di 2 anni chiamato “Nesta”, è rimasta a lungo avvolta nel mistero. Per giorni, infatti, la Capitaneria di porto ha impiegato mezzi sia navali sia aerei per le ricerche, in un ampio braccio di mare compreso tra l’isola d’Elba, Montecristo e la Corsica, senza però rendere pubblica la notizia. Ricerche che hanno interessato anche le autorità francesi, dopo che i familiari di Philippe hanno contattato l’Ambasciata d’Oltralpe e la Prefettura di Bastia. Ma, purtroppo, la grande operazione che ha coinvolto nelle ultime ore anche dei mezzi aerei transalpini, non ha avuto fino a questo momento l’esito sperato.
L’allarme, come detto, è scattato la sera di martedì 15. Pochi giorni prima Philippe Bocket, pensionato originario di Lille e residente a La Couronne, paese vicino a Martigues, aveva deciso di intraprendere un viaggio a bordo della sua barca a vela di circa 14 metri, acquistata da alcuni mesi. Un’avventura in solitaria, assieme al fido amico a quattro zampe Nesta, nel mare dell’arcipelago toscano e della Corsica. Alle 19 del 15 settembre il turista francese invia ai familiari una foto dell’Elba, poi parte fissando come nuova destinazione Porto Vecchio, in Corsica. Ma, per la notte, è probabile che si sia fermato nei pressi dell’isola di Montecristo. È da quel tratto di mare che arriva, alle 22, il primo mayday. Dopo poco tempo un nuovo sos, questa volta con un segnale radio automatico. Secondo la ricostruzione dei familiari l’allarme radio viene intercettato dalle autorità còrse e inviato rapidamente all’autorità marittima italiana. La guardia costiera si attiva con mezzi propri e, fin da martedì notte scatta l’operazione di ricerca coordinata dalla Capitaneria di porto di Livorno. La famiglia, in particolare i quattro figli di Bocket, viene contattata la mattina di mercoledì 16. E, purtroppo, la notizia assume fin da subito i contorni del dramma.
A poca distanza dall’isola di Montecristo i militari, infatti, ritrovano in mare il tender, un canotto mezzo sgonfio e un giubbotto di salvataggio. Ma di Philippe Bocket e del suo fido “Nesta” neanche l’ombra. La mattina di mercoledì 16 le ricerche sono massicce e coinvolgono i mezzi navali della guardia costiera e delle altre forze dell’ordine, compresi gli elicotteri che pattugliano ampie porzioni del braccio di mare tra l’Elba e la Corsica.
I quattro figli del velista francese, con l’aiuto di amici italiani, si attivano per prendere contatti con le autorità e per comunicare quanto accaduto all’Ambasciata francese. Si cerca nei porti più vicini, purtroppo senza esito: le ricerche vanno avanti fino a venerdì 18, con il coinvolgimento di mezzi attivati dalla Corsica. Ma il mistero, purtroppo, non si scioglie.
Il timore dei familiari è che Philippe Bocket, in difficoltà a bordo dell’imbarcazione a vela che prendeva acqua e stava affondando, possa essere annegato nel tentativo di aiutare il proprio cane.
Al momento solo ipotesi, niente di più. Così come non è chiaro il motivo che possa aver causato l’incidente all’imbarcazione. Giorni fa, prima di partire da Martigues, il 64enne aveva portato la barca nei cantieri di Saint Mandrier, vicino a Tolone, per una riparazione all’anello idrolubo del natante. Tutto doveva essere in ordine per l’avventura nel mare dell’Elba. Un’avventura che, purtroppo, si è trasformata in un incubo. —