Corsa frenetica in ospedale: il bambino nasce in auto
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Orbetello: parto d’emergenza in uno slargo lungo la strada. Il padre si improvvisa "ostetrica" e aiuta la moglie a dare alla luce il piccolo, dentro l'abitacolo
ORBETELLO. Non ce l’ha fatta ad aspettare l’arrivo in ospedale. Il piccolo ha “deciso” di venire al mondo in auto, in piena notte e in aperta campagna, a pochi metri dalla statale Aurelia.
È nato così Alessandro Menichetti, secondogenito di Alessia Botti, 28 anni, e Marco Menichetti, 31. Una notte di quelle che il padre e la madre non dimenticheranno mai. Ad aiutarlo a nascere è stato proprio il babbo.
La sera di venerdì era trascorsa tranquillamente, con una cena a casa dei nonni materni. Marco e Alessia sono poi tornati a casa.
Dopo una piccola pausa in giardino, sono andati a letto: lui, lei e il loro primo figlio di 20 mesi, nel lettone con loro. Verso le 1,50 Alessia, quasi alla trentanovesima settimana di gestazione, ha iniziato ad accusare dei dolori. Ha svegliato Marco.
«Mi ha detto che era l’ora di partire, così ho preso la macchina e mi sono diretto verso il Misericordia di Grosseto». È questo l’unico punto nascita dove vengono al mondo i bambini della zona sud, dato che quello di Orbetello è chiuso da anni.
La coppia abita ai Poderi di Montemerano, una frazione nel comune di Manciano.
Marco ha guidato con prudenza. Arrivati all’altezza della Barca del Grazi, però, ha capito che sua moglie non avrebbe fatto in tempo ad arrivare all’ospedale per mettere al mondo il piccolo.
«Ho chiamato il 118 – racconta Marco che è stato in grado di mantenere il sangue freddo e la lucidità necessarie a gestire l’evento – Sono arrivato quasi all’ingresso dell’Aurelia, lungo la strada di San Donato e mi sono fermato in uno slargo perché Alessia aveva forti dolori».
È a quel punto che l’uomo si è “improvvisato” ostetrica. «Ho fatto sdraiare Alessia sui sedili anteriori della macchina – racconta – le ho alzato le gambe e ho visto la testa del bambino. A quel punto è bastata una sua spinta e Alessandro è venuto al mondo».
Sono stati momenti che il mancianese ricorda con estrema lucidità. Attimi che gli hanno regalato l’emozione più intensa che abbia mai vissuto. Il 31enne ha preso il bambino e, come avviene nelle sale parto, e l’ha appoggiato al petto della madre. Nel frattempo l’ostetrica che era arrivata al telefono ha iniziato a dare suggerimenti. Ormai però il piccolo era già fra le braccia della madre. Nato con l’aiuto del suo papà.
Poco dopo è arrivata l’ambulanza e l’auto medica. I sanitari, dopo aver tagliato il cordone ombelicale, hanno verificato che le condizioni del piccolo e della madre fossero buone, li hanno caricati su una barella e portati all’ospedale Misericordia di Grosseto.
Il neonato, che alla nascita pesava 3 chili e 450 grammi, è stato messo nella culla termica per riscaldarlo. Anche la mamma, che ha vissuto momenti intensi, adesso sta bene. «Sono stati tutti molto gentili – aggiunge Marco – quando sono arrivato in ospedale mi hanno addirittura fatto la ola. Alessia è arrivata un po’ sotto choc ma adesso sta bene e si è ripresa alla grande». Ora Alessia e Alessandro aspettano di poter tornare a casa dove troveranno il fratellino maggiore Michele ad aspettarli per iniziare la loro vita insieme. —