Bimbi e genitori in fila sotto il sole in attesa del tampone al Gervasutta

UDINE. Una trentina di bambini con tosse e raffreddore sotto il sole, alcuni con la febbre, e altri seduti all’ombra degli sparuti pini del piazzale antistante al Gervasutta, tutti con i genitori al seguito, tutti in attesa di essere sottoposti al tampone naso-faringeo per la diagnosi dell’infezione da Sars-Cov-2. Questo è lo scenario davanti al quale si è trovato Davide, papà di due bambini, uno di quattro mesi, l’altra di due anni, quando è arrivato ieri alle 12.44 al parcheggio dell’istituto di medicina fisica e riabilitazione, in perfetto orario per l’appuntamento che gli era stato fissato tramite il pediatra di riferimento. Da noi contattata, l’azienda sanitaria “Friuli Centrale” ha spiegato tramite il proprio ufficio stampa che i ritardi di sabato sono stati causati da un «iperafflusso eccezionale».



«Mi aspettavo qualche minuto di attesa – ci racconta Davide – non una coda così: siamo qui da quasi due ore. È veramente dura tenere lontani i bambini piccoli per evitare che si passino qualcosa l’un l’altro durante l’attesa. Nessuno poi in tutto questo tempo è passato a vedere come stavano i bimbi, o a chiedere se avevano bisogno di un po’ d’acqua». Una signora aspetta il tampone per sua figlia più o meno dallo stesso tempo (aveva l’appuntamento alle 12.25). Sua figlia ha solo raffreddore e tosse, non ha febbre. Ha fatto più di tre giorni di assenza da scuola e dunque ha bisogno di ottenere un certificato di buona salute per rientrare all’asilo, cosa che prevede un tampone negativo. Quest’anno, il numero di tamponi da effettuare tra i bambini che frequentano nidi e scuole dell’infanzia sarà altissimo: a fronte di qualche linea di febbre, anche di durata di un solo giorno, l’assenza sarà sempre di durata tale da richiedere il certificato medico (e dunque il tampone) per la riammissione a scuola. È infatti necessario che i bambini passino almeno tre giorni a casa senza febbre prima di tornare a scuola.

«Quest’anno scolastico sarà molto divertente», commenta, anche in qualità di medico di medicina generale. Per sua figlia non è nemmeno partito: ha preso il raffreddore e la tosse dal fratellino prima dell’apertura delle scuole. Il papà di un bambino di sette anni ci racconta che era arrivato alle 12 da Campoformido per l’ appuntamento delle 12.20. Vista l’entità della coda e considerato il fatto che suo figlio aveva 37,8 gradi di febbre, dopo un quarto d’ora ha deciso di tornare a casa per pranzo e ritornare più tardi, un paio d’ore dopo. «Prima c’era un solo medico a effettuare tamponi – dice – e ho pensato che non aveva senso aspettare sotto il sole. Ora, dopo aver preso la tachipirina, mio figlio sta un po’ meglio, ha la classica influenza che in questo periodo hanno in tanti. Speriamo che cambino un po’ le cose e che tutelino i bambini di più».

Michela, mamma di due figli, tutti e due da sottoporre al tampone, dice: «Adesso giustamente fanno fare il tampone a tutti i bimbi che hanno tosse e raffreddore, quest’inverno il 90 per cento dei bambini avrà l’influenza. Bisogna che cambino l’organizzazione, non puoi fare aspettare un bambino più di un’ora. Avrò avuto 50, 60 persone davanti a me. Stare al sole con la febbre non gli fa bene. Ma quando verrà freddo? E se oggi avesse piovuto? Bisognerà che aumentino i punti dove poter fare i tamponi, magari – suggerisce – mettendone uno in ciascun comune». —

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