Tra provocazioni e bufale, i “no mask” anti Covid sfidano la polizia: “Arrestateci tutti”
Tensioni alla manifestazione negazionista di piazza San Giovanni, diverse persone identificate. «Saranno multate»
Provocazioni e gioco delle parti a piazza San Giovanni, dove è tornato a riunirsi il popolo “no mask”, per la «marcia del popolo contro la dittatura sanitaria». Da una parte i manifestanti più ortodossi, pronti a sfidare la polizia non ubbidendo alla raccomandazione di indossare la mascherina. Dall’altra gli agenti, in uniforme e in borghese, nel vano tentativo di far rispettare le regole. «Dai fammi la multa», grida un 40enne romano in faccia ad un poliziotto.
Ha la mascherina calata sotto il mento e non vuole saperne di tirarla su: «Leggiti la Costituzione, non puoi obbligarmi». Dopo minuti di trattative lo portano via di peso, lo caricano su una camionetta, mentre intorno si scatena la protesta al grido di «vergogna», «arrestateci tutti», «libertà». Qualche spintone, insulti anche a giornalisti e fotografi che documentano la scena, qualche ulteriore faccia a faccia con i poliziotti, ma finisce lì. L’uomo sarà rilasciato poco dopo, con una promessa di multa: «Ma tanto non la pago, metto l’avvocato». Si è ritagliato il ruolo da protagonista dell’unico momento di vera tensione del pomeriggio, anche se i poliziotti in borghese continuano a fare i controlli all’interno della piazza, mentre dal palco proseguono gli interventi contro «il neoliberismo imperante», «i tentativi di colonizzarci», «l’emergenza inventata».
La maggior parte dei partecipanti, meno di 2mila, la mascherina ce l’ha, calata sul mento o in tasca, ma ce l’ha. E quando la polizia chiede di indossarla lo fanno quasi tutti senza battere ciglio. Dopo un minuto, passato il controllo, via di nuovo. Chi invece protesta, dice di non «accettare la museruola», inizia a parlare di leggi e norme, di Costituzione e diritti, viene identificato. E poi «riceverà la multa per aver violato le disposizioni di legge», spiega un poliziotto. Una signora tiene a distanza gli agenti: «Se non vi avvicinate non c’è bisogno della mascherina – urla – siete voi a minacciarmi, ma io non ho paura». Dal palco arriva un invito insperato a «rispettare le distanze e indossare la mascherina», per evitare di «dare fiato a chi ci definisce negazionisti e irresponsabili».
Per la verità l’invito cade nel vuoto, e risulta ancor meno credibile quando arriva il momento della deputata ex 5 stelle Sara Cunial, una delle star del popolo “no mask”. Si presenta con un casco in testa, perché «la possibilità di morire di coronavirus è minore di quella di morire per un asteroide, così mi sono attrezzata». Questa volta non condivide lo stesso palco con Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, la cui adesione è stata cortesemente rifiutata. E così lui e i suoi seguaci si sono radunati di nuovo a piazza Bocca della Verità, già teatro della manifestazione di inizio settembre.
Meno di 100 persone, compresa una delegazione di gilet arancioni, orfani del generale Pappalardo, “impegnato in Tunisia”. Castellino si è presentato indossando un passamontagna nero e chiedendo polemicamente: «Così posso stare?». Poi ha criticato chi ha deciso di andare a San Giovanni rispettando le regole, perché «la mascherina è simbolo di sottomissione, un insulto alle nostre coscienze». Sipario in meno di due ore, con la polizia che ha controllato anche qui diverse persone, identificandone alcune. Da verificare quante saranno le multe effettivamente inflitte ai ribelli della mascherina.