Stop ai compleanni, chiude il Castello di Alice: «Non si può lavorare? Aiutateci almeno con le bollette»
Giovanni Picchi, titolare dell’attività di Ponte a Moriano, in cui si organizzano feste private: «La nostra categoria è stata completamente abbandonata»
LUCCA. Il castello di Alice ha chiuso. Di nuovo. L’attività ludica di Ponte di Moriano, nella quale fino a ieri era possibile organizzare feste di compleanno, ha abbassato la saracinesca di fronte all’ultimo decreto del Presidente del consiglio dei ministri (dpcm) che vieta, per almeno un mese, l’organizzazione di questo tipo di eventi per evitare la diffusione del coronavirus. Una misura severa che non lascia scampo alle imprese del settore che consentono sì ingressi singoli a famiglie e bambini ma il cui core business è rappresentato soprattutto dalle feste di compleanno. Così ieri mattina Giovanni Picchi, titolare del Castello di Alice, capannone riadattato a “parco divertimenti” che a gennaio 2021 compirà dieci anni, non ha avuto scelta: di fronte al nuovo decreto e alla conseguente disdetta delle due feste previste per il fine settimana, ha abbassato la saracinesca. «Siamo stati completamente abbandonati – dice arrabbiato –: io capisco l’emergenza sanitaria e capisco anche che mi costringano a chiudere ma io le tasse le devo comunque pagare. Da quando avevo riaperto, dopo il lockdown, nel rispetto di tutte le norme anti-Covid, sanificando e riducendo di parecchio il numero degli eventi proprio per distinguere i gruppi, ho organizzato cinque compleanni. A ottobre dello scorso anno al Castello di Alice ne erano stati festeggiati 45, quest’anno mi sarei accontentato di farne 10, per mangiare...».
Il conto è presto fatto e Picchi non nasconde il suo malumore di fronte alle tante bollette da pagare. Bollette per le quali non sono previsti sconti. «Finora io ho preso solo duemila euro a fondo perduto per la chiusura di marzo e aprile – spiega ancora – e per fortuna l’immobile è mio e non devo pagare l’affitto. Ma le bollette ci sono. A novembre dovrò pagare la Tari, ma io che spazzatura ho prodotto in questi mesi? Ho ricevuto la bolletta dell’Enel: 165 euro per 17 euro effettivi di consumo. Così non è possibile andare avanti. Questa volta credo che le utenze le staccherò e speriamo il prossimo autunno di riuscire ad aprire di nuovo. A maggio avevo ancora la speranza di poter ripartire e invece non è andata così».
Complice anche qualche timore da parte delle persone, nonostante Picchi garantisse locali sempre sanificati e controllati, gli eventi non hanno ripreso a ingranare. «Stavo aperto per rimanere sulla piazza – dice – non perché ci guadagnassi. Prima avevo anche un’altra persona che mi dava una mano ora invece ero rimasto solo. Ho tre stanze grandi in cui era possibile organizzare anche tre feste di compleanno contemporaneamente. In un anno ero arrivato a organizzarne anche 400. Ora tutto è cambiato. Pur di stare aperti però siamo stati anche disposti a organizzarne solo uno per volta. Qua a Ponte a Moriano il Castello di Alice ha anche un ruolo sociale: ci sono famiglie con bambini che vivono in condizioni di difficoltà e per loro questo posto era un punto di riferimento».
Picchi intanto si è messo in moto e insieme ad altri suoi colleghi del settore è entrato a far parte di un’associazione “#hoancoravogliadigiocare – Parchi gioco e ludoteche” che si sta mobilitando per chiedere aiuti, soprattutto per il pagamento di affitti e utenze, e risposte dalle istituzioni. E il 12 ottobre hanno inviato alla Regione e al governo una lettera nella quale mettono nero su bianco tutte le loro difficoltà dal lockdown a oggi.
«Molti di noi sono chiusi dai primi di marzo, alcuni hanno ripreso a lavorare in parte – si legge nella lettera – ma hanno da pagare i debiti accumulati durante i mesi di chiusura e hanno un forte calo di lavoro. Nonostante le tante richieste non abbiamo ricevuto nessun aiuto economico per il nostro settore. Pienamente consapevoli e d’accordo sul fatto che la salute pubblica deve essere messa al primo posto, sin dall’inizio ci siamo impegnati per adeguare i nostri locali eliminando giochi difficilmente sanificabili e inserendone altri e attività ludiche che permettano, in particolar modo ai bambini, di divertirsi e giocare in tutta sicurezza. Ci teniamo a specificare che oggi, a nostro avviso, una festa o un evento organizzato nelle nostre strutture, che garantiscono l’applicazione di tutti i protocolli, è il modo migliore per risollevare gli animi duramente colpiti dei bambini e permette di evitare inutili rischi che si possono invece verificare in ambito privato». –