I titolari dei locali: «Movida demonizzata ma è un grave errore»
«Con la chiusura a mezzanotte ci danno un’altra mazzata ingiustamente. Il problema non siamo noi, e poi quando chiudiamo i ragazzi cosa faranno?»
PIOMBINO. Alla fine è arrivato e ha colpito duro soprattutto le attività della movida cittadina. Il nuovo decreto ministeriale punta a impedire con forza gli assembramenti e interessa ristoranti, pub, bar, gelaterie e pasticcerie che avranno l’obbligo di chiudere a mezzanotte in caso di servizio al tavolo. Alle 21 per il consumo al bancone. Resta consentito il take away, ma «con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze».
«L’estate fortunatamente è andata bene, seppur con tante paure e molti pensieri – dice Simone Frau del Baricche –. Il locale adesso è chiuso, ma avevo idea di fare qualcosa durante l’inverno da qualche altra parte. A questo punto penso sia tutto rimandato. Il decreto penalizza quelle attività che lavorano in particolare nel fine settimana, innescando una notevole diminuzione degli introiti». «L’estate è andata benissimo, soprattutto per noi della costa – fa eco Kavita Carrara del Kavitappo – Il decreto? Beh, temevo peggio. La chiusura a mezzanotte non è tragica. Sono vietati gli assembramenti, ma lo erano già prima. Per il mio tipo di locale devo dire che non cambia moltissimo. A ogni modo, cerchiamo di resistere questo mese, o poco più se verrà prorogato, e poi magari allenteremo un po’ a Natale. Quanto a me, ho deciso di anticipare di un’ora l’apertura, con il via all’aperitivo, quindi, alle 17. Per questo periodo dovremo adattarci. Speriamo si abbassi presto la curva dei contagi, per tornare al più presto alla normalità».
«Non posso dire che sia una sorpresa – afferma Riccardo Mariotti del Big Ben in riferimento al nuovo decreto ministeriale –. Qualcosa nell’aria c’era. Però non capisco una cosa: se a marzo facevi 37mila tamponi e ora ne fai 130mila, è chiaro che troverai più asintomatici. Che poi sono l’80% del totale, altrimenti eravamo già morti tutti. Che il covid-19 non sia una bella cosa lo sappiamo, ma credo ci stiano anche giocando parecchio. E, soprattutto, si va sempre a colpire la movida che non mi pare sia responsabile di chissà quali focolai. Ai ristoranti questo nuovo decreto non cambia nulla, ma alle attività come la mia sì. E parecchio. Adesso cercheremo di capirlo a fondo, perché restano dei dubbi. E comunque – prosegue Mariotti – se dopo le 21 si può servire solo ai tavoli, toccherà mettere un timer. Mezz’ora a testa e poi via. E, ovviamente, con consumazione obbligatoria. Dovremo pure diventare intransigenti, e la cosa ci scoccia non poco. D’altra parte abbiamo sei dipendenti. Che si fa, si mandano a casa? Dall’estate abbiamo la sicurezza al locale, dalle ore 22. La faremo venire prima. Finora abbiamo riscontrato tanta disponibilità da parte dei controlli. Speriamo continui così perché qualcosa può scappare. La paura più grossa sai qual è? Noi si chiude a mezzanotte, ok, e i ragazzi che fanno dopo?».
«Va capito per bene questo nuovo decreto – sostiene Cesare Bonanni del Barrino, chiuso per la stagione invernale, e del pub Da quei tre, che apre venerdì –. Teoricamente, dopo aver riempito i tavoli, non possiamo più somministrare. Sui lavori di quantità è una mazzata. Soprattutto per un locale come il mio, che il grosso del lavoro lo fa dopo le 23. Ci dovremo reinventare, punteremo su Sky, sulle partite, il campionato, la Champions League. Punteremo a riempire i tavoli dentro, scansando praticamente l’aperitivo, e anticipando la cena. È un problema – va avanti Bonanni –. Saltano all’occhio le contraddizioni dei provvedimenti e il costante demonizzare i locali, la movida. Lo ritengo assurdo quando per tutta l’estate abbiamo visto traghetti pieni, impianti sportivi stracolmi, spiagge sovraffollate etc.... Paradossale. Se poi si pensa che possa servire il nostro sacrificio economico sono contento di essere d’aiuto. Però non siamo noi il problema. Ora come ora non ci resta che cercare di restare a galla».
Un positivo. Intanto ieri si è registrato un positivo a Piombino, un 51enne residente fuori dal Comune ma domiciliato sul territorio comunale. Il paziente fa parte della rete di contatti di un altro paziente risultato positivo fuori dal territorio, è lievemente sintomatico e si trova a casa seguito dal proprio medico di famiglia.
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