Serviranno a dotare di antincendio la sede di piazza Ottinetti e abbattere il Cena Battegazzorre: «La Fondazione rischia di chiudere nel giro di cinque anni»
IVREA
La Fondazione Guelpa metterà a disposizione del Comune una cifra compresa tra 1,5 e 1,7 milioni di euro per cominciare a dare corpo al progetto della nuova biblioteca. Il cda si riunirà mercoledì 21 e in quella sede dovrà deliberare lo stanziamento necessario a dotare l’attuale biblioteca di piazza Ottinetti dell’impianto antincendio (per quasi metà della cifra), abbattere l’ex istituto Cena e finanziare un progetto di fattibilità dei nuovi locali.
«Un primo progetto – spiega il presidente della Fondazione Roberto Battegazzorre – ambizioso e complesso che deve prevedere a monte un piano di sostenibilità economica di medio-lungo periodo. Sarà importante chiarire quante risorse serviranno per realizzare l’opera, ma è altrettanto importante definire prima di procedere quante risorse occorreranno per garantire negli anni il funzionamento del Polo culturale a regime».
Come sarà la nuova biblioteca?
«Siamo tutti concordi nel sostenere che il concetto tradizionale di biblioteca è superato. Servono spazi in grado di integrare funzioni culturali altre, ad esempio quelle museali , quelle connesse alla socializzazione, all’aggregazione e all’erogazione di servizi diversificati. La concezione di “nuove biblioteche” come risorsa, come infrastrutture culturali che contribuiscono allo sviluppo culturale e sociale di una città e della sua comunità. Questi spazi sono concepiti come presidi di socialità, proprio perché le funzioni che svolgono sono incentrate sulle relazioni tra le persone, sono ampie e diversificate e non si esauriscono in quelle più tipiche, di cui comunque è riconosciuto il valore, delle biblioteche tradizionali ovvero il prestito e la consultazione; si tratta di luoghi dove le persone possano stare insieme, fare delle cose insieme, nei quali sono possono imparare e rendersi utili».
Finanziando la nuova biblioteca (circa 5 milioni) buona parte del patrimonio della Guelpa (7,6 mln) verrà speso. Quale futuro immagina per la Fondazione?
«È noto che il patrimonio della Fondazione Guelpa, dato il nuovo scenario economico finanziario, non è più nella condizione di generare rendite sufficienti per garantire la sostenibilità dell’attività erogativa e dei costi di funzionamento senza l’utilizzo del patrimonio. Mantenendo le uscite attuali (per il sostegno all’attività corrente del Museo Garda, delle attività culturali e di altre attività istituzionali quali il sostegno per attività ordinarie del progetto Unesco) la Fondazione è destinata ad esaurire la sua funzione nell’arco di circa 15 anni. Questo scenario si prospetta senza ipotizzare l’utilizzo delle risorse per opere che esulino dagli ambiti di intervento ordinari, ad esempio per opere infrastrutturali quali il restauro e la rifunzionalizzazione della biblioteca Nigra. Un investimento strutturale significativo fuori da un quadro di sostenibilità economica di medio-lungo periodo potrebbe portare alla chiusura dell’ente in un arco temporale inferiore ai cinque anni».
Cosa fare?
«È necessario avviare in accordo con il Comune un percorso strategico di diversificazione delle entrate e di utilizzo del capitale come leva moltiplicativa, sviluppando accordi di collaborazione con altri enti erogatori, un’attività di fundraising attraverso il coinvolgimento di soci sostenitori e attraverso la partecipazione a bandi».
Quali sono stati gli effetti del Covid sul sistema culturale cittadino?
«La crisi sistemica causata dal Covid-19 ha determinato un impatto molto consistente anche sul comparto culturale, la cui dimensione ad oggi è difficilmente quantificabile. Si può affermare che questo impatto si innesta su un settore che già presentava degli elementi di criticità in termini strutturali. Questa crisi, che riguarda tutti e travalica i confini, offre però allo stesso tempo l’opportunità di avviare importanti riflessioni non solo per superare questa fase, ma anche per definire nuovi orientamenti strategici. Un dibattito interessante attualmente in corso ha fatto emergere come il sistema dei contributi alle organizzazioni abbia prevalentemente “guardato” allo sviluppo dei progetti e non allo sviluppo delle organizzazioni, non contribuendo così al rafforzamento delle organizzazioni, della loro capacità innovativa, fattori fondamentali per garantire lo sviluppo culturale di una comunità, interpretati come elementi abilitanti di crescita». —
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