Le borse Louis Vuitton sono fra gli accessori più desiderati di sempre, in particolare questi 5 modelli iconici che non passano mai di moda 

Non ci sono borse nell'antichità. La matrona romana ha una saccoccia legata in vita, il tintinnio dei sesterzi ne accompagna il movimento, da Alessandria a Babilonia l'universo si riduce a poche monete per innescare il meccanismo delle commissioni quotidiane. Una boccetta di profumo segue nel Rinascimento, mazzi di lavanda e pot-pourri di rose per lasciare una scia profumata che prosegue sino ai lumi del Settecento. Le prime borse da passeggio compaiono poggiate al gomito, strette al polso, verso la fine dell'Ottocento, un po' di belletto e un ventaglio, un paio di occhiali per chi non vede bene, un fazzoletto ricamato e un rosario da dire in carrozza. 

Audrey Hepburn all'aeroporto di Heathrow con la borsa Speedy, novembre 1966.

Audrey Hepburn

Audrey Hepburn all'aeroporto di Heathrow con la borsa Speedy, novembre 1966.
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Louis Vuitton amplia la prospettiva della quotidianità femminile, tramutando una successione di gesti abitudinari in un percorso intenso ed emotivo, un'esperienza di vita che necessita di un compagno fedele cui aggrapparsi. Le sue valige, simbolo della maison e sintomatiche del suo heritage viaggiatore, si adattano con gli anni alle dimensioni dei nuovi mezzi di trasporto, ai nuovi spostamenti non più monodirezionali, non più casa e chiesa, ma casa e lavoro, cena e spritz, appuntamento galante e poi verso la notte, quando a casa non si torna più. Il mondo è cambiato e noi con esso, mentre Marc Jacobs e Nicolas Ghesquière plasmano i pellami più pregiati sulle dimensioni di inedite ambizioni e desideri. La moneta tintinna ancora, caduta dal portafoglio, le chiavi dell'appartamento, della macchina, gli occhiali da sole, più per vanità che per bisogno. Specchio e rossetto, rimane il profumo, bottiglia d'acqua e tante caramelle, un po' di scontrini e lo smartphone che non si trova mai. 

Juliette Greco a Roma con una tracolla Louis Vuitton, 1970.

Portrait of Juliette Greco smiling

Juliette Greco a Roma con una tracolla Louis Vuitton, 1970.
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Le borse Louis Vuitton rappresentano la nostra evoluzione, ciò che siamo diventate con il passare degli anni. È l'emancipazione che ci permette di muoverci con indipendenza - nessuno chaperon, meglio un bauletto in pelle lavorata. Dall'iconica Keepall alla NéoNoé, ecco i 5 modelli di borse Louis Vuitton su cui investire, l'acquisto che dura nel tempo e che ci ricorda quanto è bello viaggiare da sole - o ben accompagnate. 

Louis Vuitton Keepall: la borsa versatile tra valigeria e couture

Immagine prescelta per rappresentare l'indipendenza della donna Louis Vuitton, la Keepall nasce da origini di rotaie e finestrini su campagne di nebbia, pensata per rendere più capiente e comoda la routine del viaggiatore. Salita su un treno nel 1924, la Keepall prosegue in un tragitto che porta al futuro. Versioni mini e maxi, a mano o a tracolla, in pelle con logo stampato o effetto metallico, in versione maschile ricoperta di fiori e digitalizzata con led che cambiano colore - è il Becher in cui si miscela la fantasia dei direttori creativi. Imperdibile per chi si approcci al primo acquisto di un accessorio della maison, immancabile per chi li colleziona, la Keepall è il nostro biglietto di prima classe verso lo stile del domani. 

Il modello Speedy: l'accessorio amato dalle leggende di Hollywood

Veloce, pratica, che non ha tempo da perdere, la Speedy si descrive con un nome che è in movimento, sempre di corsa a suon di tacchi bassi. Gli anni 30 vedono il sorgere di una moderna concezione di borsa e di valigeria: il viaggio è breve, last-minute, bastano una vestaglia in seta e un piccolo nécessaire. Amata da Audrey Hepburn che è artefice della versione mini da lei richiesta personalmente alla maison, la Speedy è classica ed elegante, una presa di posizione verso uno stile risoluto e consapevole, tutto d'un pezzo, che non indulge nell'eccesso ma ama l'essenzialità del lusso allo stato puro.

La borsa Neverfull: la compagna della vita moderna

Per le strade delle metropoli le ragazze passeggiano con un'ampia tote, la riconosci in mezzo alla folla, così tanto e nitidamente da renderti conto che la desideri anche tu. La Neverfull è giovane, arrivata nel 2007, riflesso di una generazione che sa esattamente cosa vuole - tutto. “Mai piena”, questo il nome di una borsa che schernisce i limiti dello spazio per contenere l'impossibile, mostrando una resistenza unica, una capienza fuori dal comune. Minimale nel design, ricca di forza nel concept che la vuole come borsa per le battaglie di tutti i giorni, la Neverfull è il modello che soddisfa tutte le esigenze della donna contemporanea. 

Alma e il design di culto degli anni 90

In principio è la Steamer, creata nel 1901, seguita dalla Squire e dalla Champs Elysées, che tra 1930 e 1955 giocano sull'idea del trapezio come essenza geometrica della borsa da passeggio. La borsa Alma nasce però nel 1992, frutto di una sperimentazione protrattasi per quasi un secolo, esemplare perfetto e frutto finale di una serie di prototipi. La tomaia si riveste del monogramma del brand, ne assume i colori in gradazioni di beige e marrone; il manico si accorcia e diventa corto, da portare al polso, nel palmo di una mano. La tendenza esplode, le dive pop la sfoggiano in oro e argento, in bianco e rosa, lucide e infuse di glitter - l'icona esce dal bozzolo, diventa leggenda, l'"anima", come suggerisce il nome, dell'estetica Louis Vuitton.

Il secchiello NéoNoé nato per portare lo champagne

Libiamo nei lieti calici, cantano Fanny Salvini Donatelli e Lodovico Graziani nella prima interpretazione de La Traviata di Verdi nel 1853, un invito che ben si addice alle origine d'uva e bollicine della NéoNoé di Louis Vuitton. È il 1932 quando Gaston-Louis Vuitton, nipote del fondatore, riceve da un produttore di champagne un lavoro su commissione: una borsa con cui omaggiare i clienti, in cui contenere le prestigiose bottiglie. La stessa ebbrezza della bevanda si riversa in questo modello pratico e versatile, come se un tappo saltato lasciasse fluire un'energia spumeggiante di manici portati in spalla e di camminate leggere. Con struttura morbida e capiente, dal design trapezoidale con fondo ampio che si restringe verso la chiusura, la NéoNoé è perfetta per chi cerca una dinamicità senza confini d'orario, da indossare la mattina e la sera, d'inverno e d'estate, per contenere, anche solo metaforicamente, la gioia di un sorso di Brut Imperial.