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Декабрь
2020

Lo sci piange Ildegarda Taffra, pioniera azzurra nel fondo: era risultata positiva al virus

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Lo sci piange Ildegarda Taffra, pioniera azzurra nel fondo: era risultata positiva al virus

foto da Quotidiani locali

TARVISIO. Da bimba allo sci non pensava proprio. Le piaceva volteggiare sui pattini, consumare le lame sul ghiaccio per ore e ore. La notò un allenatore, Gianni Marchetto, colpito da quella resistenza fuori dal comune. Il resto è storia, scritta nel libro d’oro dello sci italiano. Ildegarda Taffra, la prima donna italiana a partecipare a una gara olimpica di fondo è morta nel pomeriggio di lunedì 7 dicembre nella casa di cura Pineta del Carso di Aurisina, dove era ricoverata da alcune settimane. Quindici giorni fa era risultata positiva al coronavirus. Aveva 86 anni.

Nata a Tarvisio, aveva iniziato come pattinatrice, prima di dedicarsi allo sci di fondo «dopo l’incontro casuale con un allenatore che, vedendola danzare sulle lame per ore senza stancarsi, la invitò a provare la più impegnativa delle discipline invernali», racconta il figlio Enrico. Trovati a prestito un paio di sci, Ilde si allenò per una settimana e alla domenica, il 20 gennaio 1950, a neanche sedici anni, esordì a Sappada in una gara di selezione nazionale organizzata dalla Fisi. In mezzo a una tempesta di neve quel giorno iniziò la sua vittoriosa carriera, aggiudicandosi la prova in un lotto di venti fondiste.

Ad appena 17 anni il debutto olimpico, ai Giochi di Oslo 1952: il viaggio in treno dal Friuli («Altro che aerei», amava raccontare) alla Norvegia condiviso con un’altra icona dello sci friulano, la coetanea Fides Romanin, originaria di Forni Avoltri, mancata nell’ottobre dello scorso anno.

Quei dieci chilometri sono stati i primi percorsi su una pista da fondo da un’atleta del nostro Paese: un primato che le due friulane, rivali-amiche, hanno condiviso con orgoglio.

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A Oslo, il giorno prima della gara, era caduta in allenamento, infilzandosi un bastoncino nel polpaccio. Imbottita di antidolorifici  aveva preso il via l’indomani, ma dopo pochi chilometri aveva dovuto arrendersi alle sofferenze. Altrettanto sfortunata  quattro anni dopo a Cortina, dove era arrivata convalescente di una forma influenzale, guarita con gli antibiotici che l’avevano debilitata.

Nel 1954, da portabandiera, centrerà con Rita Bottero e la stessa Romanin il sesto posto ai mondiali di Falun, in Svezia, nel 3x5 chilometri.

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Tra 1951 e 1956, per sei anni consecutivi, dai campionati di Asiago a quelli del Sestriere, Taffra fu campionessa italiana sui dieci chilometri. È proprio in questo periodo, durante gli allenamenti a Tarvisio, che conobbe il giornalista Dante di Ragogna, che avrebbe poi sposato nel 1959. Dalla loro unione sono nati Giulia ed Enrico.

Trasferitasi a Trieste, ha diretto dagli anni Settanta agli anni Novanta la scuola di sci di Forni di Sopra, dove si trasferiva puntualmente per qualche mese d’estate anche negli ultimi anni di vita.

Ildegarda Taffra ha chiuso la sua attività agonistica con il fondo nel 1956, aggiudicandosi il suo sesto titolo italiano. Poi si è dedicata alla discesa, partecipando nello slalom gigante a due edizioni dei campionati italiani. Nel 1958 si è recata sull’Etna per insegnare lo sci di discesa, assieme alla sua amica Anita Parmesani.

I funerali saranno celebrati probabilmente la prossima settimana, nel capoluogo regionale e in forma privata.
 




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