Le valanghe e le piante al collasso rendono tutto complicato. Grones chiede gli elicotteri che “sparano” alla neve
LIVINALLONGO. Con uno sforzo enorme e qualche rischio, Livinallongo sta lentamente tornando alla normalità con la riapertura delle strade più problematiche. Ieri i tecnici comunali, insieme ai vigili del fuoco, al soccorso alpino e alla protezione civile sono riusciti a liberare le strade che portano nelle frazioni di Contrin, Davedino e Larzonei rimaste isolate per un mix di valanghe e alberi caduti da causa del peso della neve.
«Ad Arabba abbiamo superato i due metri e mezzo di neve», racconta il sindaco di Livinallongo del Col di Lana, Leandro Grones. «La criticità maggiore è rappresentata dalle valanghe e dalle piante che cadono sulle strade. Gli alberi, già provati da Vaia, non reggono il peso della neve e collassano, ma sono davvero pericolosi. Stamattina avevo una squadra fuori e li ho richiamati perché mentre tagliavano una pianta ne è caduta un’altra vicinissima. È troppo pericoloso lavorare così».
Da giovedì dovrebbe aprirsi uno spiraglio e Grones ha chiesto alla Prefettura l’intervento degli elicotteri dotati di “campane” che provocano piccole esplosioni in grado di far scendere le valanghe pericolanti: «Ma gli elicotteri sono utilissimi anche sono per lo spostamento d’aria che provocano passando sopra al bosco. In quel modo liberano le piante dalla neve e quelle che stanno per cedere vengono giù, così possiamo intervenire in sicurezza da terra».
Per quanto riguarda la situazione nelle frazioni, Livinallongo ha avuto tre zone isolate: Contrin dove vivono 7 persone, Larzonei con 20 residenti e Davedino con 2. Ieri pomeriggio le tre strade sono state liberate, con un’operazione che non era per nulla scontata, tanto che in mattinata il sindaco aveva chiesto a quattro volontari del Soccorso alpino di affiancare i mezzi comunali per la presenza di un rischio importante.
Una squadra dei vigili del fuoco più esperti invece è partita armata di ciaspe e sci da alpinismo per raggiungere Contrin con le derrate alimentari destinate a una famiglia e per verificare le condizioni di una ragazza che vive sola a monte del paese e che non rispondeva al telefono, molto probabilmente perché stava spalando neve.
«Stanno tutti bene», spiega ancora Grones dopo che la squadra è arrivata a destinazione. «Il rischio è altissimo, ringrazio tutti per l’impegno: abbiamo dei ragazzi fantastici al lavoro».
Ieri è stata pulita anche la strada per Castello e si può dire che il lavoro più urgente è stato fatto, sperando che nei prossimi giorni arrivi un po’ di tregua.
Nel frattempo Arabba continua ad essere semi isolata: la strada per Pieve formalmente è percorribile ma a rischio e pericolo di chi la affronta: «C’è una valanga incombente», dice Grones, «ma non vediamo bene com’è la situazione e siccome c’è stato tanto vento non riusciamo a capire quanta neve c’è, anche con il drone non abbiamo visto a sufficienza a causa della nebbia. È sempre la solita valanga di Livinadać, dove c’è un semaforo per segnalare il movimento. Il semaforo è scattato, ma il sistema di allertamento è vecchio e scatta anche solo perché la neve lo abbassa. Speriamo che questa sia la volta buona per realizzare la galleria artificiale che risolverà per sempre questo problema e che costerà circa 1,3 milioni. Arabba quindi è ufficialmente isolata, ma i mezzi di soccorso passano e i residenti arrivano al semaforo, guardano se sta per venire giù qualcosa e se è tutto a posto passano anche loro». —
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