Tafuro: «Unione in forma entro tre partite»
Il neopreparatore atletico alabardato: «Ma già col Padova saremo più dinamici. Trieste? Piazza di lusso per la Lega Pro»
TRIESTE Ha condiviso con Bepi Pillon tanti successi, è stato il fondamentale supporto fisico-atletico delle squadre del mister veneto, e quindi era naturale che il preparatore atletico Giacomo Tafuro, napoletano classe 1964, seguisse il tecnico anche alla Triestina.
Tafuro, come è nato il legame con Pillon?
Ci siamo conosciuti ad Ascoli nel 2002, io ero coordinatore dell’area atletica ma stavo andando via, lui arrivò e mi chiese di rimanere: vincemmo il campionato. Poi abbiamo lavorato insieme in tante piazze, dalla C alla A. L’ho lasciato solo per un periodo per andare al Catania in A ai tempi di Simeone e Montella.
E il feeling sul campo su cosa si basa?
Il suo modo di giocare richiede degli allenamenti specifici. Io avevo già una mia piattaforma, abbiamo lavorato insieme per implementarla a livello informatico: si tratta di una serie di analisi per tracciare l’impatto fisiologico che ha l’allenamento su un calciatore. Il risultato è una preziosa banca dati che si arricchisce ogni giorno.
Nessun dubbio quando Pillon l’ha chiamata per seguirlo a Trieste?
Avevo delle perplessità, volevo capire in che realtà andavamo, lui mi ha spinto ad accettare e devo dire che qui ho trovato la conferma di tutto quello che mi era stato promesso. Abbiamo rifiutato la B per questo progetto e devo dire che ne è valsa la pena.
L’impatto è stato positivo?
Qui ho trovato un’organizzazione che in C non ha nessuno, e sono stato in tante piazze importanti: non mi posso lamentare di nulla, dal campo alla strumentazione a disposizione. Spero di ricambiare questa fiducia che ci è stata data da Milanese, che ha fatto un grosso investimento su di noi, con i risultati e con una squadra tonica e bella tosta. Il nostro obiettivo, la B, non è un mistero.
Entrare in corsa però non è mai facile...
Eravamo consapevoli delle difficoltà della squadra, ma io e il mister abbiamo numerose esperienze anche a subentrare: quando arrivammo il Treviso era ultimo e siamo andati in serie A. Nel calcio devi trovare la chiave per risolvere le problematiche, e dove non puoi trovare una soluzione funzionale.
Come ha trovato la squadra?
La squadra sta bene, ora devo portarla ai livelli che vogliamo. Dobbiamo sfruttare il lavoro precedente, che è stato buono, per fare il nostro tipo di calcio. Ho trovato una buona base su cui portare avanti la nostra idea di un gioco aggressivo, veloce e dinamico. Normale che lavorando dall’inizio si fa un lavoro completamente diverso, ma io parlo di questo contesto e non si può stravolgere tutto.
Quanto tempo serve per far progredire la squadra sotto questo aspetto?
All’inizio si può anche pagare questa trasformazione, ma la squadra entrerà presto a regime come vogliamo noi: per l’esperienza che abbiamo serviranno due-tre partite. Questo non vuol dire che saremo in difficoltà a Padova, anzi la squadra sarà già più dinamica.
La squadra come sta rispondendo?
La squadra ha già risposto bene, basta vedere i primi 30 minuti di domenica su un campo pesantissimo. Ora dobbiamo far crescere questo livello livello di intensità e portarlo ad almeno 60-70 minuti. Sono molto fiducioso, è un buon gruppo nel quale ho trovato tra l’altro molti giocatori che conoscevo. Il lavoro per portare benefici deve essere una giusta miscela fra esercizi con la palla e lavoro a secco, fondamentale per sviluppare determinate capacità e alzare i ritmi.