Su Drago 81 per monitorare le valanghe un battesimo di “neve” per Del Gallo dei vigili del fuoco
Il neo comandante provinciale di Belluno al lavoro una settimana prima del previsto. «Ora stiamo gestendo solo l’ordinario»
BELLUNO. In elicottero ieri per la ricognizione delle valanghe nella vallata agordina, ad Arabba soprattutto dove giovedì nel pomeriggio ne è caduta una sulla strada di accesso al paese. E frane e allagamenti, e poi il coordinamento delle squadre, l’organizzazione dei turni h24.
Antonio Del Gallo, comandante provinciale dei vigili del fuoco, ha anticipato di una settimana il suo arrivo in provincia che sarebbe dovuto avvenire il 14 dicembre. Battesimo del fuoco (o meglio: di neve e di fango), per il pescarese, 55 anni, già una vita in Veneto, a Padova in particolare.
Mille chiamate e 800 interventi, più di cento al giorno, per il maltempo: i distaccamenti della provincia sono al lavoro 24 ore su 24 in questa emergenza che ha provato il Bellunese, centinaia di interventi in pochi giorni e qualcuno ha rischiato pericolosamente la vita, come i tre vigili volontari di Gosaldo.
Comandante si aspettava di iniziare in questo modo? Con il botto?
«Sinceramente non credevo di iniziare proprio così: ma da oggi ritengo che tutto sia in discesa, nel senso che stiamo gestendo l’ordinario degli interventi. È stato un modo, in questa circostanza, di conoscere molto e più da vicino il personale, di quanto non si faccia normalmente nel quotidiano dell’attività. In realtà non ho preso ancora servizio, mi hanno mandato dalla Direzione centrale per dare un supporto alla gestione dell’emergenza. Sono stato inviato in missione specifica: ma chiaramente mi hanno mandato perché c’era in previsione il mio arrivo definitivo la prossima settimana».
Che situazione c’è oggi nel Bellunese?
«La situazione fortunatamente sta migliorando. Non abbiamo più interventi nel numero e nella tipologia dei giorni scorsi, c’è una coda residuale all’emergenza, che va smaltita ma sono situazioni meno pesanti: sgomberi di strade dalla neve e supporto alla popolazione. Interventi cioè che rientrano nella sfera dell’ordinario».
Sono giorni di turni massacranti, il personale lavora 24 ore su 24...
«Ho avuto modo di conoscere la loro grande professionalità in queste difficili giornate. Ci siamo conosciuti sul campo e da quello che ho visto mi arriva la conferma di un personale molto dedito alle attività di soccorso, molto disponibile e votato al lavoro, molto professionale. Ma, ripeto, è una conferma. Finora abbiamo fatto turni di 24 ore ma da oggi si rientra anche nella ordinarietà per quel che riguarda la turnazione dell’orario. Abbiamo anche ricevuto i supporti da parte di numerose squadre dei comandi della regione Veneto. Da Udine con mezzi speciali, poi Verona, Padova Treviso e Venezia».
Quanto al personale, la coperta è sempre corta sui vigili permanenti. Potete contare comunque sui volontari disseminati sul territorio.
«Credo che nelle province di Belluno e Treviso ci siano i comandi provinciali che hanno il numero maggiore di distaccamenti di volontari e sono stati molto importanti in questa situazione. Essendo l’emergenza diffusa abbiamo contato sulla presenza capillare sul territorio di personale che conoscendo i luoghi ha supportato squadre e personale permanente. Il mio ringraziamento particolare va alla componente volontaria. La prossima settimana tra l’altro ci sarà un corso di patenti per consentire al personale volontario di avere i permessi per guidare i mezzi di soccorso. E la necessità di personale è ormai fisiologica. Si riscontra in tutti i comandi provinciali ma in questi mesi e nei prossimi anni, l’amministrazione ha intrapreso l’attività di reclutamento che sta portando a ripianare carenze legate anche ai pensionamenti».
Anche in questa occasione il rischio è stato altissimo per gli uomini sul campo: i volontari di Gosaldo saltati dal ponte crollato a Ren.
«Posso dire che il giorno dopo i tre ragazzi erano pronti a riprendere le attività, erano ancora più carichi. Nei prossimi giorni faremo il recupero del mezzo che per ora non ci è stato ancora consentito; rimarrà lì fino a quando non si riuscirà ad accedere in sicurezza».
Torniamo all’emergenza maltempo: preoccupano le valanghe per l’enorme quantitativo di neve caduta.
«Ieri con il nostro elicottero del reparto volo di Venezia Drago 81 abbiamo effettuato un sorvolo con il personale dei vigili del fuoco, il comandante Munaro, Arpav e Soccorso alpino per la verifica dei siti valanghivi. Questo soprattutto ad Arabba e nell’Agordino. L’attività purtroppo è stata un po’ limitata dal meteo, non dei migliori. Ma nei prossimi giorni impiegheremo anche i nostri droni per verificare le condizioni dei versanti. L’apporto di neve in quota c’è stato e molto importante: situazioni di criticità che ora devono essere risolte. Quanto alle frane sulle strade, dopo il lavoro per consentire la funzionalità immediata della viabilità, ora gli enti deputati a questo tipo di attività dovranno intervenire per eventuali sistemazioni».
Una emergenza figlia di Vaia, due anni fa.
«Chiaro che i fenomeni valanghivi sono frutto di terreni che non tengono. Per il resto questi eventi sono sempre capitati, ma oggi la popolazione richiede una attenzione alla propria sicurezza sempre maggiore, e rimanere isolati o senza corrente crea difficoltà. Se qualche anno fa erano accettabili, consentivano di riprendere contatto con le famiglie e la realtà, oggi sono assolutamente intollerabili».
Intollerabile anche restare senza luce al giorno d’oggi o avere strade bloccate che isolano i paesi.
«Abbiamo cercato di garantire un accesso almeno ai mezzi di soccorsi, come a Danta: i cittadini non potevano muoversi dal paese ma a loro era assicurato l’accesso di mezzi di soccorso e ambulanze. L’emergenza è stata garantita. E oggi non abbiamo paesi isolati. L’impegno è stato duro e vorrei ringraziare il personale che in questi giorni ha lavorato h 24, il direttore Munaro che ha gestito anche l’emergenza di Vicenza, la collaborazione con gli altri enti deputati alla protezione civile, con il coordinamento del prefetto Cogode che ha tenuto le redini e costantemente fungeva da collegamento e direzione delle attività». —